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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 17/09/2025
Di Alex (pubblicato @ 20:00:00 in Linux - open source, letto 272 volte)
Il logo di Steam e la mascotte di Linux, Tux, insieme a simboleggiare la rivoluzione del gaming su Linux.
Giocare ai titoli AAA su Linux è appena diventato incredibilmente più semplice. Valve ha rilasciato una nuova, epocale versione di Proton, il cuore pulsante della Steam Deck, e le novità sono rivoluzionarie. Grazie a un sistema innovativo per gestire i software anti-cheat, titoli "impossibili" come Destiny 2 e Fortnite sono ora finalmente accessibili. Aggiungiamo prestazioni migliorate e supporto a nuovi giochi, e la domanda sorge spontanea: è arrivato il momento di dire addio a Windows? LEGGI TUTTO
La fine di un'era: l'anti-cheat non è più un problema
Per anni, il più grande ostacolo al gaming su Linux è stato il software anti-cheat. Titoli popolarissimi come Fortnite, Destiny 2 o PUBG erano di fatto ingiocabili a causa dell'incompatibilità dei loro sistemi di protezione (come Easy Anti-Cheat e BattlEye) con gli ambienti Linux. Con il rilascio di Proton 9.1, Valve ha finalmente demolito questo muro. La nuova versione introduce un "Sandbox Wrapper", una tecnologia che crea un ambiente controllato e isolato in cui l'anti-cheat può operare in sicurezza, senza richiedere un accesso invasivo al kernel del sistema. Il risultato? I giochi partono, funzionano e sono protetti, aprendo le porte a una libreria di titoli multiplayer fino a ieri inaccessibile.
Prestazioni al top e nuovi giochi supportati
Oltre alla compatibilità, Proton 9.1 porta con sé significativi miglioramenti prestazionali. Introduce una nuova tecnologia di sincronizzazione che riduce sensibilmente il micro-stuttering nei giochi più esigenti in termini di CPU, garantendo un'esperienza più fluida. Sono stati inoltre aggiunti profili di performance ottimizzati per i titoli di recentissima uscita, come l'espansione *Starfield: Shattered Space*, e sono state migliorate le prestazioni con il Ray Tracing sull'API Vulkan. L'impegno di Valve è chiaro: non solo rendere i giochi compatibili, ma farli girare al meglio possibile, spesso con performance paragonabili o addirittura superiori alla loro controparte nativa su Windows.
Le novità principali di Proton 9.1
Ecco un riassunto delle caratteristiche che rendono questo aggiornamento così importante per ogni gamer che usa Linux:
- Compatibilità Anti-Cheat: Nuovo "Sandbox Wrapper" per Easy Anti-Cheat e BattlEye.
- Nuovi giochi supportati: Pieno supporto per *Destiny 2, Fortnite, PUBG* e altri.
- Miglioramenti prestazionali: Nuovi algoritmi di sincronizzazione per ridurre lo stuttering.
- Grafica: Ottimizzazioni per il Ray Tracing su API Vulkan e supporto ai driver più recenti.
- Stabilità: Centinaia di bug fix per migliorare la compatibilità con un catalogo di giochi sempre più vasto.
Proton 9.1 non è un semplice aggiornamento, ma un vero e proprio manifesto. Valve sta dimostrando con i fatti che il futuro del PC gaming può e deve essere aperto, multipiattaforma e libero dalle catene di un singolo sistema operativo. Abbattendo la barriera storica dell'anti-cheat, ha inferto un colpo durissimo al monopolio di Windows nel gaming. Per chi, come me, ha sempre creduto nelle potenzialità di Linux, questo è un momento entusiasmante che apre le porte a un futuro di scelta e libertà, dimostrando che non servono ecosistemi chiusi e costosi per avere un'esperienza di gioco di prim'ordine.
Di Alex (pubblicato @ 16:00:00 in Auto elettriche, letto 453 volte)
Un concept di una cella di batteria a stato solido con il logo Volkswagen in background.
L'ansia da autonomia delle auto elettriche potrebbe presto diventare un lontano ricordo. Volkswagen e la partner QuantumScape hanno annunciato un risultato storico: la loro batteria a stato solido ha superato brillantemente i test di durata, mantenendo il 95% della capacità dopo oltre 500.000 km di utilizzo simulato. Un traguardo che promette veicoli capaci di durare una vita senza cambiare batteria, con ricariche più veloci e maggiore sicurezza. La rivoluzione è finalmente vicina. LEGGI TUTTO
Un test che fa la storia: 1000 cicli, 500.000 km
Il traguardo raggiunto nei laboratori di PowerCo, la società dedicata alle batterie del gruppo Volkswagen, è di quelli che segnano un'epoca. La cella prototipo di batteria a stato solido, sviluppata in collaborazione con l'azienda americana QuantumScape, ha completato con successo oltre 1.000 cicli di carica e scarica. Il dato più incredibile è che, al termine di questo estenuante test, la batteria conservava ancora oltre il 95% della sua capacità originale. Tradotto in termini pratici per un'auto elettrica con un'autonomia di 500-600 km, questo equivale a percorrere più di mezzo milione di chilometri senza una perdita significativa di raggio d'azione. Un risultato che surclassa ampiamente gli standard attuali del settore.
Perché le batterie a stato solido cambieranno tutto
Ma perché questa tecnologia è considerata il Sacro Graal della mobilità elettrica? A differenza delle attuali batterie agli ioni di litio, che utilizzano un elettrolita liquido infiammabile, le batterie a stato solido impiegano un elettrolita solido. Questo si traduce in vantaggi enormi: maggiore densità energetica (più autonomia a parità di peso), tempi di ricarica drasticamente ridotti (si ipotizza l'80% in meno di 15 minuti) e, soprattutto, un livello di sicurezza intrinseca molto più elevato. L'assenza di liquidi infiammabili riduce quasi a zero il rischio di incendi in caso di incidente.
I risultati del test nel dettaglio
Il test condotto da PowerCo non lascia spazio a interpretazioni e definisce un nuovo punto di riferimento per l'industria:
- Partner tecnologico: QuantumScape
- Ente certificatore: Laboratori di PowerCo SE (Gruppo Volkswagen)
- Numero di cicli di ricarica completati: Oltre 1.000
- Capacità residua al termine del test: Superiore al 95%
- Chilometraggio simulato equivalente: Oltre 500.000 km
- Obiettivo standard di settore (per confronto): 700 cicli con massimo 20% di perdita di capacità.
Il successo dei test di Volkswagen e QuantumScape non è solo una buona notizia, è un punto di svolta che accelera la transizione verso una mobilità elettrica matura e senza compromessi. Sebbene la produzione di massa richieda ancora qualche anno di lavoro per ottimizzare i processi e abbattere i costi, la strada è tracciata. L'auto elettrica del futuro non solo sarà più performante e sicura, ma potrà finalmente contare su una batteria progettata per durare quanto il veicolo stesso, abbattendo uno dei principali ostacoli alla sua adozione su larga scala.
Di Alex (pubblicato @ 12:00:00 in Fantascienza-Misteri, letto 360 volte)
Paul Atreides si erge nel deserto di Arrakis, simbolo di un futuro fantascientifico senza intelligenza artificiale.
Mentre la nostra società è ossessionata dall'intelligenza artificiale, il successo di Dune - Parte Due ci proietta in un futuro che ne ha volutamente fatto a meno. L'universo di Frank Herbert, portato magnificamente sullo schermo da Denis Villeneuve, non è fatto di robot e computer senzienti, ma di potere, fede e tecnologia al servizio della sopravvivenza. Analizziamo come questa saga fantascientifica, priva di IA, riesca a essere uno specchio così potente delle nostre ansie e contraddizioni moderne. LEGGI TUTTO
Un futuro senza macchine pensanti
Il presupposto fondamentale dell'universo di Dune è il "Jihad Butleriano", una guerra santa avvenuta millenni prima che ha portato alla distruzione di ogni forma di computer e intelligenza artificiale. Questo evento ha costretto l'umanità a evolvere le proprie capacità mentali, dando origine a figure come i Mentat (computer umani) e le Bene Gesserit, capaci di calcoli e controllo psico-fisico sovrumani. In un'epoca in cui noi deleghiamo sempre più compiti all'IA, Dune ci offre una prospettiva spiazzante: un futuro in cui il potenziale umano è stato forzato a espandersi proprio a causa di una grande rinuncia tecnologica. Ci mostra una società dove l'analisi, la strategia e l'inganno sono puramente, e terribilmente, umani.
Tecnologia come strumento di potere, non di comfort
La tecnologia in Dune non è mai fine a se stessa o votata all'intrattenimento. Ogni dispositivo ha uno scopo brutale e funzionale, legato al potere o alla sopravvivenza. Le tute distillanti (stillsuit) permettono di vivere nel deserto riciclando i liquidi corporei; gli ornitteri imitano il volo degli insetti per resistere alle tempeste di Arrakis; le mietitrici di Spezia sono colossi industriali per lo sfruttamento delle risorse. Non esistono smartphone o social media. Questa assenza di "distrazioni digitali" mette in primo piano le relazioni umane, i giochi di potere politico e le strategie militari, rendendo l'interazione umana il vero motore della storia.
La fede come arma: dal Lisan al Gaib alla post-verità
Il tema più attuale di Dune - Parte Due è forse quello della manipolazione della fede. La leggenda del "Lisan al Gaib", il messia che guiderà i Fremen alla liberazione, non è un evento mistico spontaneo, ma il risultato di secoli di "ingegneria della fede" da parte delle Bene Gesserit attraverso la loro "Missionaria Protectiva". Hanno seminato profezie per poter controllare i popoli dall'interno. L'ascesa di Paul Atreides è una terrificante dimostrazione di come una narrazione potente, per quanto falsa, possa piegare la volontà di intere civiltà. È impossibile non vedere un parallelo con l'era della post-verità, dove la propaganda e le fake news costruiscono realtà alternative per manovrare l'opinione pubblica.
In conclusione, Dune - Parte Due è un capolavoro perché la sua fantascienza non ci distrae con gadget scintillanti, ma ci costringe a guardare a noi stessi. Ci mostra un'umanità che, anche senza intelligenza artificiale, non sfugge ai suoi demoni: la brama di potere, la manipolazione delle masse e lo sfruttamento della natura. Forse, il più grande monito di Dune non riguarda il pericolo delle macchine, ma l'eterno, terribile e affascinante potenziale dell'essere umano e la sua infinita capacità di creare tanto la salvezza quanto la distruzione.
Di Alex (pubblicato @ 07:00:00 in Tecnologia indossabile, letto 223 volte)
I nuovi auricolari Nothing Ear (3) con il loro caratteristico design trasparente.
Nothing torna a stupire il mercato audio con gli attesissimi Ear (3). Mantenendo l'iconico design trasparente che ha reso celebre il brand, questi nuovi auricolari TWS alzano l'asticella con una cancellazione del rumore adattiva di nuova generazione, capace di isolarti dal mondo come mai prima. Aggiungici un'autonomia migliorata e un audio ad alta risoluzione, il tutto a un prezzo che fa impallidire i rivali più blasonati. Saranno i nuovi re del mercato? LEGGI TUTTO
Design: l'arte della trasparenza si evolve
Squadra che vince non si cambia, si migliora. Nothing Ear (3) prosegue sulla strada del design trasparente che ha conquistato critica e pubblico, ma lo fa con una raffinatezza ancora maggiore. I materiali plastici sono stati resi ancora più resistenti ai graffi e la componentistica interna è stata riorganizzata per un colpo d'occhio più pulito e ordinato. Anche la custodia di ricarica è stata ottimizzata: ora è leggermente più compatta e dotata di un nuovo magnete che garantisce una chiusura più solida. Oltre alla classica colorazione bianca, debutta un'elegante versione "Smoked Black" che lascia intravedere i circuiti con un affascinante effetto fumé.
ANC e audio: un salto di qualità tangibile
La vera rivoluzione degli Ear (3) è sotto la scocca. La cancellazione attiva del rumore (ANC) diventa adattiva e intelligente, capace di analizzare l'ambiente circostante in tempo reale e di cancellare fino a 50 dB di rumore, un valore da primato per questa categoria. Questo significa un isolamento quasi totale sui mezzi pubblici e una drastica riduzione del brusio negli uffici affollati. Sul fronte audio, i nuovi driver dinamici custom da 11.6 mm offrono bassi più profondi e alti più cristallini, mentre il supporto al codec ad alta definizione LHDC 5.0 permette di ascoltare musica in streaming con una qualità audio superiore, vicina a quella cablata, su dispositivi compatibili.
Scheda tecnica completa: Nothing Ear (3)
Ecco un riepilogo delle specifiche che rendono questi auricolari così competitivi:
- Driver: Dinamico custom da 11.6 mm
- Cancellazione del rumore (ANC): Adattiva intelligente fino a 50 dB
- Codec Audio: SBC, AAC, LHDC 5.0
- Autonomia (auricolari): Fino a 8 ore (con ANC), 10 ore (senza ANC)
- Autonomia (con case): Fino a 40 ore totali
- Connettività: Bluetooth 5.4, Google Fast Pair, Microsoft Swift Pair
- Certificazione: IP54 (resistenza a polvere e schizzi per auricolari e case)
- Prezzo di lancio: € 179
Con gli Ear (3), Nothing non si limita ad aggiornare un prodotto di successo, ma lancia un chiaro messaggio al mercato: è possibile offrire tecnologia all'avanguardia, design ricercato e un'esperienza utente premium senza dover spendere una fortuna. Questi auricolari hanno tutte le carte in regola per diventare il nuovo punto di riferimento nella loro fascia di prezzo, offrendo un'alternativa concreta e stilisticamente audace ai soliti noti, Apple in primis, che a un prezzo decisamente superiore non offrono molto di più.
Fotografie del 17/09/2025
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