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Articoli del 04/09/2025

Il robot umanoide Atlas di Boston Dynamics al lavoro in un magazzino logistico.
Il robot umanoide Atlas di Boston Dynamics al lavoro in un magazzino logistico.

Quello che fino a ieri era confinato in video virali e laboratori di ricerca, oggi diventa realtà operativa. Boston Dynamics ha annunciato l'avvio del suo primo programma pilota commerciale per Atlas, il robot umanoide più avanzato al mondo. In collaborazione con il colosso della logistica DHL, diversi esemplari del nuovo Atlas completamente elettrico verranno impiegati in un centro di smistamento in Germania. Non è più un esperimento, ma il primo, cruciale passo per capire come gli esseri umani e i robot umanoidi potranno collaborare negli ambienti di lavoro del futuro.

Dal laboratorio alla logistica: il compito di Atlas
Il test si concentrerà su una delle mansioni più faticose e ripetitive all'interno di un magazzino: il "case picking" e la pallettizzazione. I robot Atlas saranno incaricati di prelevare pacchi di varie forme, pesi e dimensioni dagli scaffali e posizionarli ordinatamente sui pallet per la spedizione. Questo compito, apparentemente semplice, richiede un livello di destrezza, equilibrio e percezione spaziale che va ben oltre le capacità dei tradizionali robot su ruote (AMR) attualmente in uso. La sfida per Atlas sarà operare in un ambiente dinamico, adattandosi in tempo reale a situazioni imprevedibili e lavorando in sicurezza a fianco del personale umano.

Sotto la scocca: la tecnologia che lo rende possibile
Il successo di questa impresa è reso possibile dall'ultima versione, completamente elettrica, di Atlas. Abbandonato il rumoroso sistema idraulico, i nuovi attuatori elettrici garantiscono una forza superiore e una gamma di movimenti molto più ampia e precisa. La vera magia, però, risiede nel software.


  • Visione 3D: Grazie a sensori di profondità e telecamere RGB, Atlas percepisce il mondo a colori e in tre dimensioni, permettendogli di identificare e localizzare gli oggetti con precisione.

  • IA di controllo: Algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning consentono ad Atlas di prevedere come si comporterà un oggetto una volta afferrato, adattando la presa e il movimento di conseguenza.

  • Navigazione autonoma: Il robot è in grado di muoversi autonomamente all'interno del magazzino, evitando ostacoli fissi e mobili, inclusi i colleghi umani.


Non sostituzione, ma collaborazione: l'obiettivo del test
Boston Dynamics e DHL sottolineano che lo scopo di questo programma pilota, della durata di 12 mesi, non è quello di sostituire i lavoratori umani. L'obiettivo è studiare le modalità di collaborazione più efficaci. L'idea è di delegare ad Atlas i compiti fisicamente più usuranti, come il sollevamento di carichi pesanti o i movimenti ripetitivi, che spesso sono causa di infortuni sul lavoro. Questo permetterebbe al personale umano di concentrarsi su attività a più alto valore aggiunto, come la supervisione, il controllo qualità e la risoluzione di problemi complessi, trasformando il robot in un "cobot" o collega collaborativo.

Questo test segna un punto di svolta. Per la prima volta, un robot umanoide bipede con capacità di manipolazione avanzate esce dal laboratorio per affrontare le complessità di un vero ambiente di lavoro. I dati raccolti da DHL saranno fondamentali per perfezionare la tecnologia e definire i casi d'uso più efficaci. Sebbene la strada per un'adozione su larga scala sia ancora lunga, il futuro del lavoro fisico, in cui robot e umani lavorano fianco a fianco per migliorare sicurezza ed efficienza, inizia oggi.

 
Di Alex (pubblicato @ 17:00:00 in Salute e benessere, letto 91 volte)
Una persona che corre con le cuffie e un telefono al braccio
Una persona che corre con le cuffie e un telefono al braccio

Sia che tu stia iniziando a correre o che ti stia preparando per la tua prossima maratona, le app per smartphone sono diventate uno strumento indispensabile per monitorare i progressi, motivarsi e migliorare le proprie prestazioni. Con una vasta gamma di opzioni disponibili, può essere difficile scegliere quella giusta. Ecco una guida alle migliori app per i runner, ognuna con caratteristiche uniche per soddisfare diverse esigenze.

Strava: il social network dei runner
Conosciuta come il "social network" per gli sportivi, Strava è molto più di una semplice app per tracciare la corsa. Permette di registrare attività come corsa, ciclismo e nuoto, visualizzando dati come distanza, ritmo, elevazione e calorie bruciate. La sua forza principale, però, risiede nella comunità. È possibile seguire gli amici, unirsi a club e partecipare a sfide, creando un senso di competizione e supporto reciproco. Una delle funzionalità più popolari sono i "segmenti", tratti di percorso predefiniti dove gli utenti possono competere per il miglior tempo.

Nike run club: il coach virtuale
Se cerchi motivazione e un piano di allenamento strutturato, Nike Run Club è la scelta ideale. Offre una vasta libreria di corse guidate con voci di coach famosi, atleti d'élite e celebrità, che offrono consigli e incoraggiamento in tempo reale. L'app include piani di allenamento personalizzati per obiettivi specifici, come la prima 5K o una mezza maratona, che si adattano ai tuoi progressi. È completamente gratuita e integra una funzione di condivisione sui social, premi per il raggiungimento di obiettivi e la possibilità di competere con gli amici.

Runkeeper: la semplicità e la personalizzazione
Runkeeper (di ASICS) si distingue per la sua interfaccia intuitiva e le opzioni di personalizzazione. Oltre al tracciamento standard, offre la possibilità di impostare allenamenti a intervalli personalizzati e di seguire piani di allenamento specifici per i propri obiettivi, dalla perdita di peso all'allenamento per una gara. L'app fornisce un feedback audio in tempo reale durante la corsa, informandoti su ritmo, distanza e tempo. Offre anche una versione premium, Runkeeper Go, che include piani di allenamento più dettagliati, approfondimenti sui dati e il monitoraggio dei progressi.

Adidas running: la sfida e la musica
Precedentemente nota come Runtastic, Adidas Running offre una vasta gamma di funzionalità, tra cui il tracciamento GPS, piani di allenamento personalizzati e statistiche dettagliate. Una caratteristica interessante è l'integrazione con Spotify, che permette di controllare la musica direttamente dall'app. L'app organizza regolarmente sfide e classifiche, motivando gli utenti a raggiungere i propri obiettivi. La versione premium, Adidas Running Premium, sblocca piani di allenamento avanzati, inclusi quelli per la preparazione di maratone e mezze maratone, e offre feedback vocale in tempo reale.

Scegliere l'app giusta dipende dai tuoi obiettivi personali. Se cerchi una comunità, Strava è la scelta migliore. Se hai bisogno di un allenatore virtuale e di motivazione costante, prova Nike Run Club. Per la personalizzazione e un'interfaccia semplice, Runkeeper è un'ottima opzione, mentre Adidas Running si distingue per l'integrazione con la musica e le sfide. Indipendentemente dalla tua scelta, queste app possono trasformare la tua esperienza di corsa, rendendola più efficace, divertente e gratificante.
 
Un concept del nuovo desktop di Windows 12 con la barra delle applicazioni fluttuante.
Un concept del nuovo desktop di Windows 12 con la barra delle applicazioni fluttuante.

Dopo mesi di indiscrezioni e build interne trapelate, Microsoft ha finalmente iniziato a svelare le prime carte sul futuro del suo sistema operativo. Windows 12, atteso per la primavera del 2026, si preannuncia come uno degli aggiornamenti più radicali nella storia di Windows, con due pilastri fondamentali: una rivoluzione dell'interfaccia utente e un'integrazione dell'intelligenza artificiale così profonda da cambiare il modo in cui interagiamo con il PC. Dimenticate il Copilot come lo conosciamo oggi; stiamo parlando di un'IA che vive e respira all'interno del kernel del sistema.

Addio barra delle applicazioni: la nuova "Floating UI"
La prima cosa che salta all'occhio dai concept e dalle prime build per sviluppatori è il nuovo design del desktop. Microsoft sembra pronta a mandare in pensione la classica barra delle applicazioni ancorata al fondo dello schermo. Al suo posto, troveremo una "dock" fluttuante e arrotondata, molto più simile a quella vista su macOS o ChromeOS, che conterrà le icone delle app e il menu Start. La parte superiore dello schermo, invece, potrebbe ospitare una nuova "shelf" dinamica, una sorta di super-widget che mostrerà informazioni contestuali come il meteo, gli appuntamenti e le notifiche in modo più organico e meno invasivo. L'obiettivo è creare un'esperienza più pulita, moderna e focalizzata sul contenuto.

Un Copilot con i superpoteri: l'IA integrata nel kernel
La vera rivoluzione di Windows 12 non sarà estetica, ma funzionale. L'intelligenza artificiale non sarà più un'applicazione o una barra laterale, ma un servizio fondamentale del sistema operativo. Si parla di funzionalità come "AI Explorer", una cronologia intelligente che permetterà di cercare file e attività passate usando il linguaggio naturale (es. "trova la presentazione a cui lavoravo martedì scorso"). Funzionalità come Snap Layouts verranno potenziate per suggerire automaticamente la disposizione migliore delle finestre in base al workflow dell'utente. Questa profonda integrazione richiederà però nuovo hardware: per sfruttare appieno Windows 12 sarà quasi indispensabile un PC dotato di una NPU (Neural Processing Unit) di ultima generazione.

Modularità e requisiti: il progetto "CorePC"
Sotto il cofano, Windows 12 sarà basato su un'architettura più moderna e modulare, internamente nota come "CorePC". Questo permetterà a Microsoft di creare versioni più leggere e sicure del sistema operativo, ottimizzate per diversi tipi di dispositivi, dai tablet ai PC da gaming. La modularità consentirà anche aggiornamenti più veloci e affidabili, separando lo stato del sistema dalle applicazioni e dai dati dell'utente. Tuttavia, come accennato, questa evoluzione alzerà l'asticella dei requisiti hardware. Sebbene sarà probabilmente possibile installare una versione base su macchine più vecchie, le funzionalità IA che rappresentano il cuore di Windows 12 saranno un'esclusiva dei nuovi PC, spingendo di fatto il mercato verso un nuovo ciclo di aggiornamenti.

In conclusione, Windows 12 si profila come una scommessa audace e necessaria da parte di Microsoft. Non è un semplice maquillage estetico, ma un tentativo di riprogettare il sistema operativo per un'era dominata dall'intelligenza artificiale. L'interfaccia più pulita e le funzionalità IA proattive potrebbero davvero migliorare la produttività e l'esperienza d'uso quotidiana. Resta da vedere come reagirà il mercato alla probabile necessità di nuovo hardware, ma una cosa è certa: il modo in cui usiamo il PC sta per cambiare di nuovo, e in modo significativo.

Fonte della news
 
Di Alex (pubblicato @ 11:45:00 in Scienza e Spazio, letto 105 volte)
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La Starship HLS di SpaceX in orbita terrestre durante un test cruciale per la missione Artemis III.
La Starship HLS di SpaceX in orbita terrestre durante un test cruciale per la missione Artemis III.

Una delle tappe più complesse e rischiose del piano per riportare l'umanità sulla Luna è stata appena superata con successo. Nella giornata di ieri, SpaceX ha completato un test orbitale fondamentale per la sua Starship HLS (Human Landing System), la gigantesca navicella scelta dalla NASA per far sbarcare gli astronauti della missione Artemis III. Non si è trattato di un semplice volo, ma della simulazione della manovra più critica: il trasferimento di propellente criogenico in orbita. Un successo che fa tirare un sospiro di sollievo alla NASA e rende la data del 2026 per il prossimo allunaggio molto più concreta.

Il "pieno" in orbita: perché era un test cruciale
Per raggiungere la Luna, la Starship lander deve partire dall'orbita terrestre con i serbatoi pieni. Data la sua immensa stazza, è impossibile lanciarla in un'unica soluzione con tutto il carburante necessario. Il piano di SpaceX prevede quindi di lanciare prima la Starship HLS vuota e poi di raggiungerla con una flotta di "navi cisterna" (altre Starship) per effettuare un vero e proprio rifornimento in condizioni di microgravità. Il test di ieri ha dimostrato per la prima volta su larga scala la fattibilità di questo processo, trasferendo tonnellate di metano e ossigeno liquidi super-raffreddati tra due veicoli. È un'impresa ingegneristica senza precedenti che apre la porta non solo alla Luna, ma anche a future missioni verso Marte.

Starship HLS: un gigante per la Luna
Dimenticate il piccolo e angusto LEM delle missioni Apollo. La Starship HLS è un veicolo di un'altra categoria, progettato per essere il primo pezzo di un avamposto lunare sostenibile. Le sue dimensioni sono impressionanti e le sue capacità rivoluzioneranno l'esplorazione lunare.


  • Altezza: Circa 50 metri.

  • Capacità equipaggio: Progettata per 4 astronauti per la missione Artemis III, ma con volumi interni paragonabili a quelli della Stazione Spaziale Internazionale.

  • Capacità di carico: Oltre 100 tonnellate di carico utile sulla superficie lunare.

  • Propulsori: Motori Raptor alimentati a metano e ossigeno liquidi, propellenti che in futuro potrebbero essere prodotti direttamente sulla Luna o su Marte.

  • Accesso alla superficie: Un innovativo ascensore esterno per trasportare equipaggio e materiali dalla cabina alla superficie lunare.


La tabella di marcia di Artemis III si fa più chiara
Con il successo di questo test, la roadmap verso l'allunaggio di Artemis III acquista maggiore credibilità. Il prossimo passo per SpaceX sarà un test di allunaggio completo senza equipaggio, previsto per la metà del 2026. Se anche quella missione andrà a buon fine, la NASA darà il via libera definitivo per la missione con equipaggio, che vedrà la capsula Orion trasportare gli astronauti fino all'orbita lunare, dove si aggancerà alla Starship HLS in attesa per la discesa finale verso il polo sud del nostro satellite. La finestra di lancio più probabile per questa storica missione rimane la fine del 2026.

Il successo del test di rifornimento orbitale di SpaceX non è solo una vittoria tecnica, ma la conferma che il modello di collaborazione tra agenzie governative e aziende private innovative è la strada giusta per accelerare il nostro ritorno tra le stelle. Ogni test superato trasforma concetti fantascientifici in solide realtà ingegneristiche. La visione di nuove impronte umane sul suolo lunare, dopo oltre cinquant'anni, non è più solo una speranza, ma un progetto con una solida tabella di marcia. La Luna è davvero più vicina.

 
La futura Tesla Model 2, l'elettrica da 25.000 euro.
La futura Tesla Model 2, l'elettrica da 25.000 euro.

Da anni se ne parla come del sacro Graal della mobilità elettrica: un'auto a marchio Tesla accessibile alle masse. Ora, la cosiddetta "Model 2", o comunque verrà battezzata l'elettrica da 25.000 euro, è più vicina che mai. Le ultime indiscrezioni non si concentrano tanto sul design o sulle prestazioni, quanto sul vero cuore del progetto: un processo produttivo talmente innovativo da poter dimezzare i costi e i tempi di assemblaggio, gettando un'ombra minacciosa su tutta l'industria automobilistica tradizionale.

La piattaforma di nuova generazione: il segreto è "l'unboxed process"
Il vero game-changer della Model 2 non sarà la batteria o il software, ma il modo in cui verrà costruita. Tesla sta mettendo a punto un metodo rivoluzionario chiamato "Unboxed Process". Invece di assemblare l'auto su una singola linea progressiva, diverse macro-componenti (come il frontale, il posteriore e il pacco batteria strutturale con i sedili già montati sopra) vengono costruite e completate in parallelo su linee dedicate. Solo alla fine queste sezioni vengono unite, o "inscatolate", per formare il veicolo finito. Questo approccio modulare riduce drasticamente lo spazio necessario in fabbrica, il numero di operazioni e i tempi morti, consentendo un abbattimento dei costi di produzione stimato intorno al 50% rispetto alla Model 3.

Specifiche attese: cosa sappiamo su batteria e autonomia
Per raggiungere il target di prezzo, Tesla farà scelte mirate e intelligenti. L'obiettivo non è creare un'auto da record, ma un veicolo estremamente efficiente per l'uso quotidiano. Le specifiche più probabili sono le seguenti:


  • Batteria: Tecnologia LFP (Litio-Ferro-Fosfato), meno costosa e molto durevole, con una capacità stimata intorno ai 50 kWh.

  • Autonomia: Obiettivo di circa 400-450 km nel ciclo WLTP, un valore più che adeguato per la maggior parte degli spostamenti urbani ed extraurbani.

  • Architettura: Molto probabile l'adozione di un sistema a 48V per ridurre i cablaggi e i costi.

  • Motore: Singolo motore posteriore per massimizzare l'efficienza.


Design e data di uscita: le ultime indiscrezioni
Le forme definitive sono ancora avvolte nel mistero, ma i render più accreditati e alcuni avvistamenti di prototipi camuffati suggeriscono una carrozzeria da crossover compatto, a metà strada tra una hatchback e un SUV. Un design funzionale, pensato per massimizzare lo spazio interno pur mantenendo dimensioni esterne ridotte. Per quanto riguarda la data di uscita, i piani di Tesla parlano di un avvio della produzione nella Gigafactory del Texas nella seconda metà del 2026, per poi espandersi rapidamente anche a Berlino e Shanghai. La sfida più grande non sarà progettarla, ma produrla in milioni di unità per soddisfare una domanda che si preannuncia senza precedenti.

In conclusione, la Tesla Model 2 è destinata a essere molto più di una semplice auto elettrica a basso costo. Rappresenta il culmine della visione industriale di Elon Musk, un attacco frontale al cuore del sistema produttivo automobilistico tradizionale. Se Tesla riuscirà a mantenere le promesse, non solo renderà la mobilità elettrica accessibile a un pubblico enormemente più vasto, ma costringerà ogni altro produttore a ripensare da zero il modo in cui si costruisce un'automobile, pena l'essere spazzati via da questa rivoluzione.
 

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