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Articoli del 01/10/2025

Processore Intel Core Ultra 9 285K
Processore Intel Core Ultra 9 285K

Intel cambia rotta con il Core Ultra 9 285K. Abbandonando la corsa agli FPS a ogni costo, la nuova architettura "Arrow Lake" si concentra su un obiettivo diverso: l'efficienza energetica. Con un design a chiplet, nuove architetture per i core e l'addio all'Hyper-Threading, questo processore eccelle nei carichi di lavoro professionali, consumando e scaldando molto meno del suo predecessore. Ma questo cambio di paradigma ha un prezzo, e i videogiocatori potrebbero non gradirlo. LEGGI TUTTO

Arrow Lake: un'architettura tutta nuova
Il Core Ultra 9 285K rappresenta una delle più grandi rivoluzioni architettoniche per Intel da anni. Per la prima volta su un chip desktop mainstream, l'azienda adotta un design a "chiplet" (chiamati "tile"), assemblando diversi moduli di silicio tramite la sofisticata tecnologia di packaging 3D Foveros. Il processore è composto da 8 P-Core (Performance-core) basati sulla nuova architettura Lion Cove e 16 E-Core (Efficient-core) basati sull'architettura Skymont, per un totale di 24 core fisici. La novità più discussa è la rimozione dell'Hyper-Threading, portando il conteggio dei thread a 24, contro i 32 del precedente i9-14900K. Intel scommette che i suoi 16 E-Core, notevolmente potenziati, possano sopperire alla mancanza dei thread virtuali, e nei test di produttività questa scommessa paga. Questa nuova generazione richiede anche un nuovo socket LGA1851 e schede madri con chipset Z890.

Il tallone d'Achille: le prestazioni in gaming
Se in passato il flagship di Intel era il re indiscusso del gaming, l'Ultra 9 285K segna una netta inversione di tendenza. In molti videogiochi, il nuovo processore non solo non riesce a superare il suo predecessore, ma risulta addirittura più lento, con cali che in alcuni casi estremi possono raggiungere il 30%. Questo passo indietro è una conseguenza diretta delle scelte architetturali: il design a chiplet introduce una latenza intrinseca nella comunicazione tra i diversi "tile" (il tile di calcolo e quello di I/O, dove risiede il controller di memoria), un fattore penalizzante per le applicazioni sensibili alla latenza come i giochi ad alto framerate. Se a questo si aggiungono alcuni problemi di stabilità riscontrati dai primi recensori, il quadro per i gamer puri è decisamente deludente.

Il vero salto generazionale: consumi e temperature
Dove il Core Ultra 9 285K brilla in modo accecante è nell'efficienza energetica. Dopo generazioni di processori noti per essere delle vere e proprie "fornaci", Intel ha compiuto un passo da gigante. In scenari di produttività come Cinebench, il 285K offre prestazioni superiori del 15% rispetto al 14900K, consumando il 17% in meno di energia. In gaming, il divario è ancora più impressionante, con consumi quasi dimezzati a parità di framerate in alcuni titoli. Questo si traduce in temperature di esercizio drasticamente inferiori: il processore si mantiene su una media di 56°C in gioco e rimane incredibilmente fresco anche sotto carichi pesanti, eliminando la necessità di costosi e rumorosi sistemi di raffreddamento a liquido da 360mm.




  • Architettura: Arrow Lake

  • P-Core: 8 (Lion Cove)

  • E-Core: 16 (Skymont)

  • Core / Thread Totali: 24 / 24 (Senza Hyper-Threading)

  • Max Boost Clock (P-Core): 5.7 GHz

  • Cache L3: 36 MB

  • TDP (PBP / MTP): 125W / 250W

  • Grafica Integrata: Intel Xe LPG (4 Xe-Core)

  • Socket: LGA1851

  • Processo Produttivo: TSMC N3B (Compute Tile)


Quindi, a chi si rivolge l'Intel Core Ultra 9 285K? La risposta non è più "a tutti". Questo processore segna la fine dell'era del chip "one-size-fits-all" e divide nettamente il mercato. Per content creator, sviluppatori, e professionisti che utilizzano software multi-threaded, il 285K è una scelta eccellente: offre prestazioni al vertice, un'efficienza energetica rivoluzionaria e un funzionamento fresco e silenzioso. Per i videogiocatori, specialmente quelli che cercano il massimo framerate possibile, questo processore è invece una delusione. Per loro, le soluzioni X3D di AMD o persino il precedente i9-14900K rimangono scelte superiori. Intel ha fatto una scelta strategica coraggiosa, sacrificando la corona del gaming per conquistare quella dell'efficienza e della produttività.

 
Di Alex (pubblicato @ 21:58:47 in Tablet, letto 223 volte)
Il Samsung Galaxy Tab S10 Ultra con tastiera
Il Samsung Galaxy Tab S10 Ultra con tastiera

Il Samsung Galaxy Tab S10 Ultra si rinnova con un obiettivo preciso: perfezionare l'esperienza visiva. Il suo enorme display Dynamic AMOLED 2X da 14.6 pollici ora vanta un rivestimento anti-riflesso che cambia le regole del gioco, rendendo ogni contenuto più vivido e leggibile. Sotto la scocca, la controversa scelta di un chip MediaTek Dimensity 9300+ promette potenza, ma con un occhio di riguardo ai costi. È il tablet definitivo per l'intrattenimento e la creatività o un laptop mancato? LEGGI TUTTO

Un display che ridefinisce l'immersione
Il vero protagonista del Galaxy Tab S10 Ultra è, senza dubbio, il suo display. Parliamo di un pannello Dynamic AMOLED 2X da 14.6 pollici con risoluzione di 2960 x 1848 pixel e frequenza di aggiornamento dinamica fino a 120Hz. Sebbene queste specifiche siano simili a quelle del predecessore, la novità che eleva l'intera esperienza è l'introduzione di un nuovo rivestimento anti-riflesso. Questa tecnologia riduce drasticamente i bagliori, rendendo lo schermo incredibilmente più godibile e vibrante sia in ambienti interni con molte luci, sia all'aperto. È un miglioramento qualitativo che impatta l'uso quotidiano più di qualsiasi aumento della luminosità di picco. Il design generale rimane pressoché invariato, con uno spessore incredibilmente ridotto di soli 5.4 mm, ma anche con cornici così sottili da rendere talvolta difficile l'impugnatura senza tocchi involontari.

Il "gamble" MediaTek: prestazioni e autonomia
Per la prima volta su un tablet di punta della serie S, Samsung ha optato per un chipset MediaTek, il Dimensity 9300+, una scelta definita "controversa" da molti analisti. Questo processore octa-core a 4 nm offre prestazioni elevate, soprattutto nel comparto grafico, rendendo il Tab S10 Ultra una macchina da gioco eccezionale. Tuttavia, i test sulla batteria da 11.200 mAh rivelano un quadro complesso: se da un lato l'autonomia durante le sessioni di gioco 3D è eccellente e persino superiore a quella del predecessore, dall'altro il tablet risulta meno efficiente in attività più comuni come la navigazione web e lo streaming video. Questa discrepanza suggerisce un'architettura del chip ottimizzata per carichi intensi e brevi, ma meno per l'efficienza in task leggeri e prolungati. La ricarica si attesta a 45W, senza particolari innovazioni.

Ecosistema e produttività: DeX, S Pen e i limiti del software
Come da tradizione, la S Pen è inclusa nella confezione e si conferma uno stilo eccellente, con una latenza di soli 2.8 ms che la rende perfetta per disegnare e prendere appunti. L'esperienza software di Samsung, con la modalità DeX che trasforma l'interfaccia in un ambiente desktop e le ottime capacità di multitasking, rappresenta il massimo sforzo per rendere un tablet Android un vero strumento di produttività. Tuttavia, il limite invalicabile rimane l'ecosistema di applicazioni Android, che ancora non offre la quantità e la qualità di software professionale disponibile su iPadOS. A questo si aggiunge la qualità non eccelsa degli accessori ufficiali, come la tastiera, che non riescono a colmare il divario con un vero laptop. Un punto a favore è invece la certificazione IP68, che garantisce resistenza ad acqua e polvere, un'unicità nel panorama dei tablet di grandi dimensioni.




  • Display: 14.6 pollici Dynamic AMOLED 2X, 2960 x 1848 pixel, 120Hz, HDR10+, rivestimento anti-riflesso

  • Processore: MediaTek Dimensity 9300+ (4 nm)

  • GPU: Immortalis-G720 MC12

  • RAM: 12GB o 16GB

  • Archiviazione: 256GB, 512GB, 1TB, espandibile con microSDXC

  • Fotocamere Posteriori: 13MP (wide) + 8MP (ultrawide)

  • Fotocamere Frontali: 12MP (wide) + 12MP (ultrawide)

  • Batteria: 11.200 mAh

  • Ricarica: Cablata a 45W

  • Connettività: Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3, 5G (opzionale), USB Type-C 3.2

  • Dimensioni e Peso: 326.4 x 208.6 x 5.4 mm, 723g (modello 5G)

  • Extra: S Pen inclusa, 4 speaker stereo, certificazione IP68, Samsung DeX


In definitiva, il Samsung Galaxy Tab S10 Ultra è un dispositivo dalla doppia anima. Da un lato, è senza dubbio il miglior tablet al mondo per la fruizione di contenuti multimediali: il suo display con trattamento anti-riflesso è semplicemente magnifico e, abbinato ai potenti quattro speaker, offre un'esperienza cinematografica portatile senza eguali. È anche una tela digitale superba per artisti e creativi. Dall'altro lato, come sostituto del laptop, rimane un prodotto incompleto. Nonostante gli sforzi lodevoli di Samsung con DeX, la piattaforma è frenata da un ecosistema di app professionali ancora acerbo. È un prodotto eccezionale, ma solo per chi cerca il massimo nell'intrattenimento e nella creatività, non necessariamente nella produttività a 360 gradi.

 
I nuovi auricolari Powerbeats Fit mostrati fuori dalla loro custodia di ricarica.
I nuovi auricolari Powerbeats Fit mostrati fuori dalla loro custodia di ricarica.

Apple rinnova il suo impegno nel settore audio per il fitness con i Powerbeats Fit, i successori spirituali dei popolari Beats Fit Pro. Progettati per offrire stabilità, comfort e un suono potente, questi auricolari true wireless integrano la cancellazione attiva del rumore e una profonda sinergia con l'ecosistema Apple. Con un design ottimizzato per il movimento e una batteria a lunga durata, si candidano a diventare il compagno di allenamento definitivo per gli utenti Apple. LEGGI TUTTO

Design e comfort: progettati per ogni movimento
Il cuore del design dei Powerbeats Fit è la funzionalità. L'elemento distintivo è l'aletta flessibile (wingtip) integrata, progettata per adattarsi alla conca dell'orecchio e garantire una stabilità eccezionale durante qualsiasi attività fisica, dalla corsa al sollevamento pesi. Questa scelta, che privilegia la sicurezza della calzata rispetto al minimalismo estetico degli AirPods, risolve il problema principale per gli sportivi: il timore che gli auricolari possano cadere. La certificazione IPX4 assicura la resistenza al sudore e agli spruzzi d'acqua, rendendoli adatti a ogni tipo di allenamento. Disponibili in quattro colorazioni, tra cui nero, arancione, rosa e beige, i Powerbeats Fit sono accompagnati da una custodia di ricarica tascabile, anche se non così compatta come quella degli AirPods Pro.

Prestazioni audio e funzioni smart
Dal punto di vista sonoro, i Powerbeats Fit sono progettati per offrire un suono potente e bilanciato, ideale per dare la carica durante l'esercizio. La presenza della Cancellazione Attiva del Rumore (ANC) adattiva è fondamentale: permette di isolarsi dai rumori di una palestra affollata o, al contrario, di rimanere consapevoli dell'ambiente circostante attivando la Modalità Trasparenza, essenziale per chi si allena all'aperto. Il supporto all'Audio Spaziale personalizzato con rilevamento dinamico della testa offre un'esperienza sonora immersiva per musica, film e giochi. La qualità in chiamata è garantita da un sistema di doppi microfoni beamforming che isolano la voce dai rumori di fondo.

Integrazione nell'ecosistema e il chip H1
Il vero vantaggio per gli utenti Apple risiede nell'integrazione permessa dal chip Apple H1. Questo processore, sebbene non sia il più recente H2 presente negli ultimi AirPods Pro, abilita tutte le funzionalità "magiche" dell'ecosistema: abbinamento istantaneo con un tocco, passaggio automatico dell'audio tra iPhone, iPad e Mac, condivisione dell'audio con un altro paio di cuffie Beats o AirPods e l'attivazione vocale "Hey Siri". La scelta di utilizzare l'H1 sembra una mossa strategica per differenziare i prodotti, posizionando i Powerbeats Fit come la scelta migliore per lo sport, ma mantenendo la superiorità tecnologica (e di prezzo) degli AirPods Pro come prodotto di punta per un uso a 360 gradi. È importante notare che, a differenza degli AirPods, i Powerbeats Fit offrono un'ottima compatibilità anche con Android, grazie all'app Beats dedicata che sblocca funzioni avanzate.

Autonomia e ricarica
L'autonomia è un punto di forza. Gli auricolari garantiscono fino a 7 ore di ascolto con una singola carica (con ANC o Trasparenza disattivati), un valore eccellente per la categoria. La custodia di ricarica estende la durata totale fino a 30 ore di riproduzione combinata. Inoltre, la funzione Fast Fuel è particolarmente utile per gli sportivi: soli 5 minuti di ricarica forniscono fino a 1 ora di ascolto, ideale per quando ci si accorge di avere la batteria scarica poco prima di un allenamento.



Powerbeats Fit: Specifiche Tecniche

  • Design: In-ear con alette flessibili (wingtips)
  • Chip: Apple H1
  • Funzionalità Audio: Cancellazione Attiva del Rumore (ANC), Modalità Trasparenza, Equalizzazione Adattiva, Audio Spaziale personalizzato con rilevamento dinamico della testa
  • Microfoni: Doppio microfono beamforming per auricolare
  • Resistenza: IPX4 (sudore e acqua)
  • Autonomia (auricolari): Fino a 7 ore di ascolto (con ANC/Trasparenza off), fino a 6 ore (con ANC on)
  • Autonomia (con custodia): Fino a 30 ore totali
  • Ricarica: USB-C, Fast Fuel (5 min di carica = 1 ora di ascolto)
  • Connettività: Bluetooth Classe 1
  • Compatibilità: Piena con iOS, avanzata con Android (tramite app Beats)
  • Colori: Nero, Arancione, Rosa, Beige


Con un prezzo di lancio previsto di 199.99 dollari, i Powerbeats Fit si posizionano come la scelta d'elezione per gli utenti, specialmente quelli Apple, che cercano un paio di auricolari TWS senza compromessi per l'attività fisica. La combinazione di una vestibilità a prova di bomba, una solida qualità audio con ANC, un'ottima autonomia e la perfetta integrazione nell'ecosistema li rende un prodotto estremamente a fuoco e consigliato per il suo target specifico.

 
Una rappresentazione artistica dell'array di 6.100 qubit di atomi neutri del Caltech.
Una rappresentazione artistica dell'array di 6.100 qubit di atomi neutri del Caltech.

Una delle scoperte scientifiche più significative del 2025 proviene dal campo del calcolo quantistico. I fisici del Caltech hanno annunciato la creazione del più grande array di qubit mai assemblato: un sistema con oltre 6.100 qubit di atomi neutri. Questa pietra miliare, pubblicata su Nature, rappresenta un passo da gigante verso la realizzazione di computer quantistici su larga scala e con correzione degli errori, affrontando una delle sfide più grandi del settore: la scalabilità. LEGGI TUTTO

Superare la sfida della scalabilità
Mentre i computer classici operano con bit (0 o 1), i computer quantistici usano i qubit, che possono esistere in una sovrapposizione di entrambi gli stati, permettendo calcoli estremamente complessi. Per costruire un computer quantistico robusto, sono necessari un numero enorme di qubit fisici per codificare un singolo qubit logico con correzione degli errori. L'array da 6.100 qubit del Caltech, che supera di un ordine di grandezza i sistemi precedenti, dimostra che la scalabilità su questa scala è ora una prospettiva realistica.

Quantità e qualità: il segreto del successo
La metodologia si basa sulla tecnica delle "pinzette ottiche", utilizzando raggi laser per intrappolare migliaia di singoli atomi di cesio in una griglia, dove ogni atomo funge da qubit. La vera innovazione risiede nell'aver raggiunto questa scalabilità senza sacrificare la qualità. I ricercatori hanno dimostrato un tempo di coerenza record di 12.6 secondi, ovvero il tempo in cui i qubit mantengono il loro fragile stato quantistico, quasi dieci volte superiore ai sistemi precedenti. Inoltre, hanno raggiunto un'accuratezza nella manipolazione dei singoli qubit superiore al 99.99%.

Le implicazioni per il futuro
Una delle sfide future è l'implementazione dell'entanglement su larga scala, il fenomeno che conferisce ai computer quantistici la loro straordinaria potenza. Sebbene l'array non sia ancora un computer quantistico funzionante, rappresenta la posa delle fondamenta necessarie. Le implicazioni sono profonde: la piattaforma basata su atomi neutri è un candidato promettente per computer quantistici tolleranti agli errori, che potrebbero rivoluzionare campi come la scoperta di farmaci, la finanza e l'intelligenza artificiale.

Sebbene la strada sia ancora lunga, la creazione di questo array da record segna un momento entusiasmante e un passo concreto verso il futuro del calcolo quantistico, un futuro in cui problemi oggi intrattabili potranno essere risolti.
 
Un rendering del nuovo processore quantistico di Google che promette prestazioni inimmaginabili
Un rendering del nuovo processore quantistico di Google che promette prestazioni inimmaginabili.

L'informatica quantistica, un tempo relegata ai laboratori di ricerca e a macchinari grandi come una stanza, sta per fare un balzo in avanti che potrebbe portarla direttamente nelle nostre tasche. Google ha annunciato di essere a un punto di svolta nello sviluppo di un processore quantistico abbastanza piccolo ed efficiente da poter essere integrato, in futuro, nei dispositivi mobili come smartphone e tablet, aprendo scenari tecnologici fino a ieri fantascientifici.


Cos'è un processore quantistico e perché è diverso?
A differenza dei processori classici che utilizzano i bit (che possono essere 0 o 1), i processori quantistici usano i qubit. Grazie a principi della meccanica quantistica come la sovrapposizione e l'entanglement, un qubit può rappresentare sia 0 che 1 contemporaneamente, e più qubit possono essere legati tra loro in modo che lo stato di uno influenzi istantaneamente quello dell'altro, anche a distanza. Questa capacità di calcolo parallelo esponenziale permette di risolvere problemi oggi impossibili per i supercomputer più potenti.

L'idea di avere questa potenza in uno smartphone è sbalorditiva. Immaginate un'intelligenza artificiale in grado di apprendere e ragionare in tempo reale direttamente sul dispositivo, senza bisogno di una connessione a un server remoto. La sicurezza raggiungerebbe livelli di inviolabilità assoluta grazie a protocolli di crittografia quantistica, e le capacità di elaborazione grafica e di calcolo scientifico supererebbero di gran lunga quelle dei migliori computer desktop attuali.

Le sfide da superare e le specifiche attuali
Ovviamente, la strada è ancora lunga. Le principali sfide riguardano il mantenimento della coerenza quantistica (i qubit sono estremamente sensibili a disturbi esterni come calore e vibrazioni) e la miniaturizzazione dei sistemi di raffreddamento, che attualmente richiedono temperature vicine allo zero assoluto. Tuttavia, il team di Google AI Quantum ha fatto passi da gigante, creando un prototipo che, sebbene ancora lontano dalla produzione di massa, dimostra la fattibilità del concetto.

Ecco alcune specifiche teoriche del prototipo attuale:

  • Numero di Qubit: Si parla di un chip che varia dai 50 ai 70 qubit logici, un numero impressionante per le dimensioni ridotte.

  • Temperatura operativa: Anche se ancora criogenica, è stata portata a pochi gradi sopra lo zero assoluto, un miglioramento significativo rispetto ai millikelvin richiesti in passato.

  • Materiali: Utilizzo di superconduttori innovativi che permettono una maggiore stabilità dei qubit.

  • Dimensioni: Il die del processore è comparabile a quello di un moderno SoC (System on a Chip) per smartphone di fascia alta.


Il passaggio dal silicio a questi nuovi materiali e architetture rappresenta una rivoluzione copernicana nel mondo della tecnologia. Sebbene i primi dispositivi consumer siano ancora a diversi anni di distanza, questo annuncio segna l'inizio di una nuova era per l'informatica mobile.

In conclusione, anche se preferisco la concretezza e l'accessibilità degli attuali smartphone Android, che offrono un rapporto qualità-prezzo imbattibile rispetto alle alternative più costose, è innegabile che l'orizzonte tracciato da Google con i processori quantistici sia affascinante. Stiamo assistendo in diretta alla nascita della tecnologia che definirà il prossimo decennio.

[INSERIRE VIDEO YOUTUBE QUI]
 
Di Alex (pubblicato @ 16:00:00 in Storia dell'informatica, letto 172 volte)
Il confronto tra la rete Find Hub di Android e la rete Find My di Apple.
Il confronto tra la rete Find Hub di Android e la rete Find My di Apple.

Nel 2025, la capacità di localizzare oggetti smarriti è una funzionalità standard, ma gli approcci di Google e Apple rivelano filosofie diverse. La rete Find My di Apple, matura e consolidata, e la più recente Find Hub di Android rappresentano due visioni concorrenti. Sebbene l'obiettivo sia lo stesso, le loro architetture e implementazioni presentano differenze cruciali in termini di precisione, apertura e privacy, offrendo all'utente un compromesso tra efficacia e filosofia di base. LEGGI TUTTO

Apple Find My: velocità e precisione
Il principio di funzionamento di entrambe le reti è simile: sfruttano i dispositivi di altri utenti per rilevare in modo anonimo la posizione di un oggetto smarrito. Tuttavia, la rete Find My di Apple, forte di centinaia di milioni di dispositivi, è estremamente rapida ed efficace. L'uso della tecnologia Ultra-Wideband (UWB) negli AirTag e negli iPhone recenti consente la funzione "Posizione Precisa", che guida l'utente verso l'oggetto con indicazioni visive a breve distanza, un livello di granularità che la maggior parte dei tracker Android non può ancora eguagliare.

Android Find Hub: privacy e apertura
La rete Find Hub di Android, per contro, è stata costruita con un'enfasi maggiore sulla privacy. Per impostazione predefinita, la rete è configurata per funzionare solo "in aree ad alto traffico", richiedendo il passaggio di più dispositivi Android per confermare la posizione, un approccio più cauto. Al momento, la maggior parte dei tracker compatibili si basa esclusivamente sul Bluetooth, mancando della precisione a corto raggio dell'UWB. Mentre la rete Apple è strettamente controllata, Google sta cercando di creare uno standard più aperto con il badge "Works with Android", che potrebbe portare a una gamma più diversificata di dispositivi "trovabili" nel lungo periodo.

Tabella Comparativa delle Reti
Ecco le differenze chiave tra i due sistemi.


  • Tecnologia: Find Hub si basa principalmente su Bluetooth; Find My utilizza Bluetooth e Ultra-Wideband (UWB) per la "Posizione Precisa".
  • Efficacia Offline: Find My è molto efficace, richiedendo il passaggio di un solo dispositivo Apple; Find Hub, di default, richiede più dispositivi in aree ad alto traffico.
  • Compatibilità Terze Parti: Find Hub ha un ecosistema aperto "Works with Android"; Find My si basa su un programma di certificazione più chiuso (MFi).


In sintesi, nel 2025 ci troviamo di fronte a un compromesso. La rete di Apple è attualmente più robusta, veloce e precisa, grazie alla sua enorme base installata e all'adozione dell'UWB. La rete di Google è costruita su una base che privilegia la privacy e l'apertura, ma che, allo stato attuale, può risultare meno efficace nel localizzare rapidamente e con precisione gli oggetti.
 
Di Alex (pubblicato @ 12:00:00 in Gadgets vari, letto 180 volte)
Una selezione di auricolari true wireless di diverse fasce di prezzo disponibili nel 2025.
Una selezione di auricolari true wireless di diverse fasce di prezzo disponibili nel 2025.

Il mercato degli auricolari true wireless (TWS) nel 2025 è più maturo e segmentato che mai. La scelta non dipende più solo dalla qualità audio, ma da un equilibrio complesso tra cancellazione del rumore (ANC), comfort, batteria e integrazione con l'ecosistema. Questa guida analizza le migliori opzioni per ogni fascia di prezzo, dai modelli economici come i CMF by Nothing ai top di gamma per audiofili come i Sennheiser MOMENTUM 4 e i re dell'ANC, i Bose QuietComfort Ultra. LEGGI TUTTO

Fascia Economica (sotto i 70 euro) e Media (70 - 180 euro)
Nella fascia economica, modelli come gli Xiaomi Redmi Buds 4 Lite e i CMF Buds by Nothing offrono un'esperienza funzionale a un costo minimo, con funzionalità essenziali come il fast pair. Il segmento medio è il più competitivo. I Sony WF-C700N portano la rinomata tecnologia ANC di Sony a un prezzo accessibile, mentre i Nothing Ear (a) si distinguono per il design. I Google Pixel Buds Pro 2 offrono una profonda integrazione con l'ecosistema Google.

Fascia Alta (180 - 250 euro)
Qui si trovano i modelli di punta. I Sony WF-1000XM5 continuano a essere un punto di riferimento per gli utenti Android per suono e ANC. I Samsung Galaxy Buds3 Pro sono la scelta ideale per l'ecosistema Samsung. Per i gamer, gli ASUS ROG Cetra True Wireless Speednova offrono bassa latenza e un adattatore per PC e console. Gli Apple AirPods Pro 3 rimangono la scelta quasi obbligata per gli utenti iPhone, grazie a un'integrazione perfetta e un ANC di altissimo livello.

Fascia Premium (oltre i 250 euro)
Questo segmento è riservato agli audiofili. I Sennheiser MOMENTUM True Wireless 4 si concentrano sulla pura qualità d'ascolto, sfruttando la leggendaria esperienza di Sennheiser nell'ingegneria audio. I Bose QuietComfort Ultra si distinguono per avere la migliore cancellazione attiva del rumore sul mercato, creando una vera oasi di silenzio per l'ascoltatore, unita a una qualità audio sopraffina.

In conclusione, la scelta nel 2025 è vasta. La fascia media rappresenta il punto di equilibrio ideale per la maggior parte delle persone, mentre la fascia alta e premium è riservata a coloro che danno priorità a specifiche caratteristiche come la fedeltà audio assoluta, la cancellazione del rumore più efficace o una perfetta integrazione con il proprio ecosistema.
 
Di Alex (pubblicato @ 07:54:28 in Hardware, letto 225 volte)
Il MINISFORUM UM890 Pro, un concentrato di potenza con CPU Ryzen 9 e porta OCuLink.
Il MINISFORUM UM890 Pro, un concentrato di potenza con CPU Ryzen 9 e porta OCuLink.

I mini-PC sono spesso visti come soluzioni di compromesso, ma il MINISFORUM UM890 Pro è qui per frantumare questa percezione. Questo piccolo gigante racchiude la potenza di un processore top di gamma AMD Ryzen 9 8945HS e introduce una connettività di livello professionale con la porta OCuLink per eGPU. Non è solo un computer compatto, ma una vera e propria workstation modulare che sfida la necessità di ingombranti tower desktop per il lavoro serio e il gaming ad alte prestazioni. LEGGI TUTTO

Il cuore della bestia: le performance dell'AMD Ryzen 9 8945HS
Al centro del MINISFORUM UM890 Pro si trova il processore AMD Ryzen 9 8945HS, l'ultima generazione di APU (Accelerated Processing Unit) ad alte prestazioni di AMD. Questa CPU è un vero mostro di potenza, con 8 core e 16 thread in grado di raggiungere una frequenza di boost massima di 5.2GHz. La scelta di un processore mobile di punta è strategica: offre prestazioni vicine a quelle di una CPU desktop, ma con un involucro termico più gestibile, essenziale per un chassis così compatto. L'UM890 Pro è in grado di spingere il processore fino a un TDP di 70W in modalità performance, garantendo prestazioni sostenute anche sotto carichi di lavoro intensi.

Il processore integra anche una potente scheda grafica AMD Radeon 780M, che offre ottime performance per un'iGPU, e un'unità di elaborazione neurale (NPU) migliorata per accelerare i carichi di lavoro basati sull'intelligenza artificiale. Sebbene la grafica integrata sia più che sufficiente per l'uso quotidiano e il gaming leggero, il vero potenziale del sistema si sblocca sfruttando la sua connettività esterna, che permette di affiancare alla potente CPU una scheda grafica dedicata esterna.

Connettività senza compromessi: OCuLink, Dual USB4 e I/O professionale
La caratteristica che distingue veramente l'UM890 Pro dalla concorrenza è la sua dotazione di porte, progettata per l'utente "prosumer". La stella dello spettacolo è la porta OCuLink, un'interfaccia che offre una connessione diretta PCIe 4.0 x4 a dispositivi esterni. Rispetto a Thunderbolt/USB4, OCuLink garantisce una maggiore larghezza di banda effettiva e una latenza inferiore, rendendola la soluzione ideale per collegare una scheda grafica esterna (eGPU) e trasformare il mini-PC in una potente macchina da gioco o da rendering senza i tipici colli di bottiglia.

Oltre a OCuLink, la connettività è eccezionale. L'UM890 Pro offre due porte USB4 "full function" (una anteriore, una posteriore), ciascuna con una velocità di 40 Gbit/s, supporto per Power Delivery e DisplayPort Alt Mode. A queste si aggiungono quattro porte USB-A 3.2 Gen 2, due porte LAN da 2.5 Gb Ethernet, un'uscita HDMI 2.1 e una DisplayPort 1.4. Questa combinazione permette di pilotare fino a quattro display contemporaneamente. La presenza di una doppia porta LAN ad alta velocità, in particolare, è un chiaro segnale che MINISFORUM si rivolge anche agli appassionati di "homelab", che possono utilizzare il dispositivo come router, firewall o piccolo server.

Architettura interna, memoria e raffreddamento
All'interno, l'UM890 Pro è progettato per massimizzare le prestazioni e la stabilità. Il sistema di raffreddamento, denominato "Cold Wave 2.2", non si limita a raffreddare la CPU, ma include dissipatori e ventole attive dedicate sia per i banchi di memoria RAM DDR5 sia per gli slot M.2 degli SSD NVMe. Questo è un dettaglio cruciale, poiché le memorie e gli SSD ad alta velocità possono subire throttling termico sotto carico, degradando le prestazioni. L'attenzione al raffreddamento di ogni componente garantisce che il sistema possa operare al massimo delle sue capacità per periodi prolungati.

Il mini-PC supporta fino a 96GB di memoria RAM DDR5-5600 e dispone di due slot M.2 per SSD NVMe PCIe 4.0, consentendo una configurazione di archiviazione estremamente veloce e capiente. Questa abbondanza di memoria e storage lo rende ideale per compiti esigenti come la virtualizzazione, l'editing video 4K/8K e le simulazioni ingegneristiche.



Specifiche Tecniche: MINISFORUM UM890 Pro

  • CPU: AMD Ryzen 9 8945HS (8 Core / 16 Thread, fino a 5.2GHz)
  • Grafica: Integrata AMD Radeon 780M
  • Memoria RAM (Supporto Max): Fino a 96GB DDR5-5600 (2x slot SODIMM)
  • Archiviazione (Slot): 2x M.2 2280 PCIe 4.0 SSD
  • Porte Anteriori: 1x USB4, 2x USB-A 3.2 Gen 2, 1x Jack audio 3.5mm
  • Porte Posteriori: 1x OCuLink, 1x USB4, 2x USB-A 3.2 Gen 2, 1x HDMI 2.1, 1x DisplayPort 1.4, 2x RJ45 2.5G Ethernet
  • Connettività Wireless: Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.3
  • Uscite Video Totali: Fino a 4 display simultanei


Il MINISFORUM UM890 Pro non è semplicemente un altro mini-PC. È la dimostrazione che il formato compatto ha raggiunto la maturità, offrendo una piattaforma modulare, potente e incredibilmente connessa che può legittimamente sostituire un ingombrante desktop per la maggior parte degli utenti, inclusi i più esigenti. Per sviluppatori, creatori di contenuti e persino giocatori che desiderano una postazione minimalista senza sacrificare le prestazioni, questo dispositivo rappresenta una nuova, entusiasmante frontiera del personal computing.

 
Il Nothing Phone (2a) Special Edition introduce per la prima volta i colori primari nel design.
Il Nothing Phone (2a) Special Edition introduce per la prima volta i colori primari nel design.

In un mercato dominato da design omogenei, Nothing ha sempre puntato sulla trasparenza e un'estetica minimalista. Con il Phone (2a) Special Edition, il brand londinese rompe i propri schemi, introducendo audaci tocchi di colore primario (rosso, giallo e blu) sulla sua iconica scocca. Non un semplice aggiornamento cromatico, ma un vero e proprio pezzo da collezione che esplora l'identità del marchio, trasformando un dispositivo funzionale in una dichiarazione di stile artistico. LEGGI TUTTO

Una storia raccontata a colori primari
Il Nothing Phone (2a) Special Edition è un esercizio di stile. L'azienda, nota per il suo approccio quasi monocromatico, ha deciso per la prima volta di utilizzare insieme i tre colori primari in un unico pezzo di hardware. Il risultato è un design che mantiene l'iconica scocca posteriore trasparente, ma la impreziosisce con accenti di rosso, giallo e blu posizionati strategicamente su alcuni componenti interni. Questa scelta non è casuale. Adam Bates, Design Director di Nothing, ha dichiarato che l'estetica del dispositivo "fa riferimento ad alcuni dei nostri eroi del design del passato", un chiaro omaggio a movimenti artistici come De Stijl di Piet Mondrian o la scuola del Bauhaus, dove i colori primari erano elementi fondamentali.[5]

Questa operazione eleva lo smartphone da semplice gadget tecnologico a oggetto di design industriale, quasi un'opera d'arte pop. La strategia è chiara: posizionare il brand in un territorio culturale e stilistico, piuttosto che competere unicamente sul piano delle specifiche tecniche. È un modo per creare una narrazione attorno al prodotto, rendendolo desiderabile non solo per ciò che fa, ma per ciò che rappresenta: un'alternativa audace e artisticamente consapevole nel panorama mobile.

Sotto i colori: l'hardware collaudato del Phone (2a)
È fondamentale sottolineare che il Phone (2a) Special Edition è unicamente una variante estetica. Sotto la nuova veste cromatica, l'hardware è esattamente lo stesso del modello standard, che si è già affermato come uno dei migliori smartphone di fascia media sul mercato. Il dispositivo è costruito attorno a un eccellente display AMOLED flessibile da 6,7 pollici con una frequenza di aggiornamento adattiva da 30 a 120Hz e una luminosità di picco di 1.300 nit.[5]

Il cuore del sistema è il processore MediaTek Dimensity 7200 Pro, un chip a 4nm personalizzato per Nothing, che garantisce prestazioni fluide e un'ottima efficienza energetica. Il comparto fotografico è composto da una doppia fotocamera posteriore, con un sensore principale da 50MP con stabilizzazione ottica (OIS) e un sensore ultra-grandangolare, anch'esso da 50MP. La fotocamera anteriore è da 32MP. Completa il quadro una generosa batteria da 5.000mAh con supporto alla ricarica rapida a 45W, capace di raggiungere il 100% in 59 minuti.[5]



Scheda Tecnica: Nothing Phone (2a)

  • Display: AMOLED flessibile 6,7", 1084x2412, 30-120Hz
  • Processore: MediaTek Dimensity 7200 Pro (4nm)
  • RAM: 12GB
  • Archiviazione: 256GB
  • Fotocamera Principale: 50MP, f/1.88, OIS
  • Fotocamera Ultra-wide: 50MP, f/2.2, FOV 114°
  • Fotocamera Anteriore: 32MP, f/2.2
  • Batteria: 5.000mAh
  • Ricarica: Rapida a 45W
  • Dimensioni: 161,74 x 76,32 x 8,55 mm
  • Peso: 190g
  • OS: Nothing OS 2.5 basato su Android 14


Posizionamento di mercato e disponibilità
Il Nothing Phone (2a) Special Edition è disponibile in un'unica configurazione da 12GB di RAM e 256GB di memoria interna, al prezzo di 399 euro. La caratteristica chiave della sua commercializzazione è la "tiratura limitata".[5] Questa strategia, presa in prestito dal mondo della moda e dello streetwear, crea un senso di scarsità ed esclusività, trasformando l'acquisto in un'opportunità per pochi. L'obiettivo non è generare volumi di vendita enormi, ma aumentare la desiderabilità del brand e consolidare una community di appassionati.

Lo smartphone è stato reso disponibile per l'acquisto direttamente sul sito ufficiale di Nothing, con una prima vendita lampo in quantità limitate anche presso il negozio fisico del brand a Soho, Londra. Questa tattica di marketing "hype" è un modo intelligente e a basso costo per generare un'enorme risonanza mediatica e un forte senso di appartenenza tra i fan, differenziando Nothing dai competitor che si affidano a strategie di marketing più tradizionali.

In definitiva, il Nothing Phone (2a) Special Edition non si rivolge a chi cerca il miglior rapporto specifiche/prezzo, ma a chi vede la tecnologia come un'estensione della propria personalità. È un prodotto per i collezionisti, per gli amanti del design e per i fan del marchio che desiderano un pezzo unico. Con questa mossa, Nothing ribadisce la sua missione: non solo creare buoni prodotti tecnologici, ma oggetti che suscitino emozioni, dimostrando che anche in un mercato saturo c'è ancora spazio per l'arte e l'originalità.

 
Di Alex (pubblicato @ 07:00:00 in Nuove Tecnologie, letto 149 volte)
Le interfacce di Windows Server 2025 e iOS 26, che rappresentano il futuro del computing enterprise e consumer.
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Nel 2025, i sistemi operativi evolvono riflettendo le tendenze dominanti: maggiore sicurezza, integrazione cloud e un'esperienza utente più intelligente. Un'analisi delle ultime versioni di Windows Server 2025 e iOS 26 offre uno spaccato di come Microsoft e Apple stiano plasmando il futuro del computing. Il primo punta a un'infrastruttura IT ibrida e sicura con hotpatching via Azure Arc, il secondo a un'esperienza consumer potenziata dall'intelligenza artificiale "Apple Intelligence". LEGGI TUTTO

Windows Server 2025: sicurezza e integrazione ibrida
Windows Server 2025 rappresenta un passo significativo verso un'infrastruttura IT più sicura e ibrida. La sicurezza è stata rafforzata con funzionalità come Credential Guard abilitate di default e la crittografia SMB su QUIC. L'integrazione con Azure Arc è stata approfondita, rendendo la gestione degli ambienti ibridi più semplice. Una delle funzionalità più attese, l'hotpatching, è ora disponibile per le macchine connesse ad Azure Arc, consentendo di applicare aggiornamenti di sicurezza critici senza riavviare il server. L'interfaccia è stata allineata a Windows 11 e sono state introdotte nuove funzionalità come la compressione nativa per 7z e il gestore di pacchetti WinGet.

iOS 26: un'esperienza intelligente e personalizzata
Sul fronte consumer, iOS 26 e iPadOS 26 rappresentano l'evoluzione verso un'esperienza più intelligente. Il fulcro è l'integrazione di "Apple Intelligence", un insieme di funzionalità AI che operano a livello di sistema, con gran parte dell'elaborazione che avviene on-device grazie ai nuovi chip A19. iPadOS 26, in particolare, introduce miglioramenti significativi al multitasking, con una gestione delle finestre più avanzata che avvicina l'esperienza del tablet a quella di un portatile. Il lancio non è stato esente da problemi, con bug nella ricerca del Calendario rapidamente risolti con l'aggiornamento a iOS 26.0.1.

In sintesi, sia Windows Server 2025 che iOS 26 mostrano come i sistemi operativi moderni stiano diventando sempre più complessi e intelligenti. Microsoft si concentra sulla sicurezza e la gestibilità ibrida per il mondo enterprise, mentre Apple punta a un'esperienza utente consumer sempre più fluida, personale e potenziata dall'intelligenza artificiale, rafforzando il suo ecosistema di dispositivi interconnessi.
 

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