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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 09/10/2025
Di Alex (pubblicato @ 20:00:00 in Nuove Tecnologie, letto 30 volte)

Un'illustrazione artistica di un satellite in orbita geostazionaria che raccoglie energia solare e la trasmette verso una stazione ricevente sulla Terra.
L'idea di raccogliere l'energia del Sole direttamente nello spazio e inviarla sulla Terra, un concetto a lungo relegato alla fantascienza, si sta avvicinando a grandi passi alla realtà. Un team di ricercatori giapponesi, guidato dal professor Naoki Shinohara dell'Università di Kyoto, sta pianificando un esperimento pionieristico per il 2025. L'obiettivo è dimostrare la fattibilità della trasmissione di energia solare wireless dallo spazio, una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il nostro futuro energetico. LEGGI TUTTO
Perché raccogliere energia solare nello spazio?
La logica alla base del solare spaziale è semplice ed efficace. Nello spazio, al di fuori dell'atmosfera terrestre, l'irraggiamento solare è costante e molto più intenso, circa il 40% in più rispetto a quello che raggiunge la superficie del nostro pianeta. Un satellite dotato di pannelli solari in orbita geostazionaria, a circa 36.000 km di altezza, non sarebbe influenzato dal ciclo giorno-notte, dalla copertura nuvolosa o dalle stagioni. Potrebbe, in teoria, raccogliere energia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, fornendo una fonte di energia pulita, continua e affidabile.
L'esperimento del 2025: una prova di concetto
Il progetto giapponese prevede di utilizzare una serie di piccoli satelliti per testare la tecnologia. Questi satelliti raccoglieranno l'energia solare e la convertiranno in microonde. Il fascio di microonde verrà quindi diretto con precisione verso stazioni riceventi a terra, situate a centinaia di chilometri di distanza, dove l'energia verrà riconvertita in elettricità. L'esperimento non mira a produrre grandi quantità di energia, ma a dimostrare che la trasmissione wireless su lunghe distanze è tecnicamente possibile e sicura.
Le sfide tecnologiche e i costi
Il percorso verso il solare spaziale su larga scala è ancora lungo e pieno di sfide. Una delle principali preoccupazioni riguarda la sicurezza e l'impatto ambientale della trasmissione di grandi quantità di energia tramite microonde attraverso l'atmosfera. Gli scienziati dovranno valutare attentamente se questi fasci possano riscaldare o ionizzare l'aria, con potenziali conseguenze meteorologiche. Inoltre, i costi sono ancora proibitivi. Si stima che un progetto su larga scala per produrre 1 Gigawatt di potenza (paragonabile a una centrale nucleare) potrebbe costare circa 7 miliardi di dollari, un investimento superiore a quello di un grande parco eolico offshore con una produzione simile.
Un futuro energetico globale
Nonostante le difficoltà, il potenziale di questa tecnologia è immenso. Se l'esperimento avrà successo e i costi diventeranno sostenibili, il solare spaziale potrebbe risolvere molti dei problemi energetici globali. Potremmo avere accesso a una fonte di energia virtualmente illimitata e pulita, riducendo drasticamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili e contribuendo in modo decisivo alla lotta contro il cambiamento climatico. La ricerca in questo campo, inoltre, potrebbe avere ricadute tecnologiche importanti anche per le future missioni spaziali su Luna e Marte.
L'esperimento giapponese del 2025 rappresenta un passo cruciale verso un futuro che oggi possiamo solo immaginare. Sebbene le sfide siano enormi, la promessa di un'energia pulita, costante e proveniente direttamente dalle stelle è un obiettivo per cui vale la pena investire in ricerca e innovazione. Il sogno di un'energia senza limiti potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo.

Un'immagine macro di un die di un processore Intel Xeon Westmere-EX, che mostra la complessa architettura interna.
Intel si appresta a lanciare una nuova generazione di processori per il mercato dei server e dei sistemi mission-critical, noti con il nome in codice di Westmere-EX. Queste nuove CPU, destinate alla famiglia Xeon, rappresentano un significativo passo avanti nell'elaborazione parallela, introducendo per la prima volta un'architettura fino a 10 core fisici su un singolo chip. Questa innovazione promette di ridefinire le prestazioni e l'efficienza dei data center e dei sistemi enterprise. LEGGI TUTTO
Tecnologia produttiva e numero di core
I processori Westmere-EX saranno realizzati con il processo produttivo a 32 nanometri di Intel, una tecnologia matura che consente un'elevata densità di transistor e un buon controllo dei consumi energetici. La vera novità, come anticipato, è l'integrazione di un massimo di 10 core di calcolo in un unico die. Grazie alla tecnologia Hyper-Threading, che permette a ogni core fisico di gestire due thread software contemporaneamente, le versioni di punta di questi processori saranno in grado di elaborare fino a 20 thread in parallelo, offrendo un'enorme potenza di calcolo per le applicazioni multi-threaded.
Focus su sicurezza e affidabilità
Oltre all'aumento delle prestazioni, Intel ha posto una forte enfasi sul miglioramento della sicurezza e dell'affidabilità, aspetti cruciali nel settore dei server. I processori Westmere-EX integreranno il supporto nativo per le istruzioni AES-NI (Advanced Encryption Standard New Instructions). Questo set di istruzioni accelera via hardware gli algoritmi di crittografia e decrittografia, rendendo le operazioni di cifratura dei dati molto più veloci ed efficienti, senza gravare sui core della CPU. Inoltre, verranno introdotte nuove tecnologie legate alla ridondanza delle operazioni di calcolo, per garantire una maggiore stabilità e integrità dei dati nei sistemi che devono operare senza interruzioni.
Modelli e specifiche tecniche
Sebbene i dettagli completi verranno svelati al momento del lancio, previsto per la primavera del 2011, le prime informazioni delineano una famiglia di processori scalabile per diverse esigenze. La tabella seguente riassume le specifiche tecniche attese per i nuovi modelli di CPU Xeon Westmere-EX :
Modello | Core/Threads | Frequenza (GHz) | Cache L3 (MB) | TDP (Watt) |
---|---|---|---|---|
Xeon E7-8870 | 10 / 20 | 2.40 | 30 | 130 |
Xeon E7-4870 | 10 / 20 | 2.40 | 30 | 130 |
Xeon E7-2870 | 10 / 20 | 2.40 | 30 | 130 |
Xeon E7-4830 | 8 / 16 | 2.13 | 24 | 105 |
Xeon E7-4807 | 6 / 12 | 1.86 | 18 | 95 |
Impatto sul mercato enterprise
L'introduzione dei processori Westmere-EX è destinata ad avere un impatto significativo sul mercato enterprise. La maggiore densità di core permetterà di consolidare un maggior numero di macchine virtuali su un singolo server fisico, riducendo i costi di gestione, lo spazio occupato nei data center e il consumo energetico complessivo. Le nuove funzionalità di sicurezza e affidabilità, inoltre, risponderanno alle esigenze crescenti delle aziende che gestiscono dati sensibili e applicazioni critiche.
Con la famiglia Westmere-EX, Intel non si limita ad aumentare il numero di core, ma fornisce una piattaforma completa e bilanci
Di Alex (pubblicato @ 12:00:00 in Sviluppo sostenibile, letto 66 volte)

Un'immagine concettuale che mostra un germoglio che cresce da una pila di monete, con un grafico di crescita economica sullo sfondo.
Nel dibattito sulla sostenibilità aziendale, le posizioni sono spesso polarizzate: da un lato, un approccio puramente focalizzato sul profitto, dall'altro, una visione che a volte sembra sacrificare la crescita economica sull'altare della responsabilità sociale e ambientale. Tuttavia, sta emergendo una "terza via", un modello di business evoluto in cui la sostenibilità non è un costo o un'attività di facciata, ma il motore stesso dell'innovazione, della competitività e della crescita a lungo termine. LEGGI TUTTO
Oltre il greenwashing: la sostenibilità come strategia
Per molto tempo, la sostenibilità è stata relegata a iniziative di marketing o a report annuali, un fenomeno noto come "greenwashing". La terza via, invece, integra la sostenibilità nel cuore della strategia aziendale. Non si tratta più di chiedersi "come possiamo ridurre il nostro impatto negativo?", ma "come possiamo usare le sfide della sostenibilità per creare nuovo valore?". Questo cambio di prospettiva trasforma i vincoli ambientali e sociali in opportunità per innovare prodotti, servizi e processi.
L'evoluzione dei modelli di business
Adottare questa terza via richiede un'evoluzione dei modelli di business tradizionali. Le aziende che ci riescono sono quelle che passano da un'economia lineare (produci, usa, getta) a un'economia circolare, dove i prodotti sono progettati per essere durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili. È il caso di aziende che offrono prodotti "come servizio" (product-as-a-service), mantenendo la proprietà del bene e incentivando la sua longevità, o che investono in filiere produttive trasparenti e a basso impatto.
I vantaggi competitivi della terza via
Le aziende che intraprendono questo percorso scoprono numerosi vantaggi competitivi. In primo luogo, l'innovazione guidata dalla sostenibilità porta a una maggiore efficienza, riducendo i costi energetici e delle materie prime. In secondo luogo, un forte impegno per la sostenibilità migliora la reputazione del marchio, attraendo consumatori sempre più attenti a questi temi e, soprattutto, i talenti delle nuove generazioni, che preferiscono lavorare per aziende con un forte senso di scopo. Infine, queste aziende sono più resilienti ai rischi futuri, come le normative ambientali più stringenti o le interruzioni delle catene di approvvigionamento.
Il ruolo della tecnologia e della consulenza
La transizione verso questo modello non è semplice e richiede competenze specifiche. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale, ad esempio attraverso la digitalizzazione per tracciare l'impatto della filiera o l'intelligenza artificiale per ottimizzare i consumi energetici. In questo scenario, emerge anche l'importanza di società di consulenza specializzate, come la nuova iSustainability del Gruppo Digital360, che aiutano le aziende a navigare la complessità di questa trasformazione, analizzando i modelli di business e identificando le strategie per attuare un cambiamento che sia sia responsabile che profittevole.
La terza via della sostenibilità non è un'utopia, ma un percorso strategico concreto che le aziende più lungimiranti stanno già intraprendendo. Dimostra che è possibile superare la falsa dicotomia tra profitto e pianeta. In questo nuovo paradigma, la sostenibilità cessa di essere un limite e diventa la più grande opportunità di business del XXI secolo, la chiave per costruire un'economia prospera e duratura.
Di Alex (pubblicato @ 07:00:00 in Scienza e Spazio, letto 103 volte)

La ricostruzione artistica di un plesiosauro dal collo lungo che nuota nelle acque del Giurassico.
A volte, le scoperte più straordinarie si nascondono in piena vista. È il caso di un fossile di rettile marino, portato alla luce nel 1977 in Germania e conservato per decenni in un museo. Una recente rianalisi di questo reperto ha rivelato che non si trattava di una specie già nota, ma di un "mostro marino" del Giurassico completamente nuovo per la scienza: un plesiosauro caratterizzato da un collo incredibilmente lungo e da adattamenti unici per la caccia. LEGGI TUTTO
Un tesoro nascosto nello Scisto di Posidonia
Il fossile in questione proviene dallo Scisto di Posidonia di Holzmaden, una formazione geologica nel sud-ovest della Germania risalente al primo Giurassico, circa 180 milioni di anni fa. Quest'area è uno dei siti fossiliferi più importanti al mondo, famosa per la sua eccezionale conservazione dei reperti, che spesso includono anche i tessuti molli degli antichi organismi marini.
Una nuova specie: il plesiosauro dal collo lungo
L'analisi dettagliata ha confermato i sospetti dei ricercatori. Il reperto appartiene a una specie di plesiosauro mai documentata prima. I plesiosauri erano un gruppo di rettili marini caratterizzati da un corpo tozzo, quattro pinne simili a pagaie e, in molte specie, un collo estremamente lungo sormontato da una piccola testa. La nuova specie scoperta si distingue per avere un collo ancora più lungo rispetto ai suoi parenti stretti e per la forma particolare delle sue vertebre e delle sue pinne, che suggeriscono uno stile di nuoto e di caccia specializzato.
La vita nel mare giurassico
Questa scoperta arricchisce la nostra comprensione degli ecosistemi marini durante il Giurassico, un periodo turbolento nella storia della Terra. La presenza di così tante specie diverse di plesiosauri nello stesso sito — ora se ne contano sei — indica che questi animali avevano sviluppato diverse strategie per evitare di competere tra loro per il cibo. Alcuni, con colli più corti e robusti, cacciavano probabilmente grandi pesci e calamari. Altri, come questa nuova specie dal collo eccezionalmente lungo, potrebbero essersi specializzati nella caccia di piccoli pesci e crostacei che si nascondevano nei fondali, usando il collo come una sorta di "canna da pesca" per sorprendere le prede.
L'importanza di guardare al passato
Questa storia dimostra l'immenso valore delle collezioni museali. Spesso, i magazzini dei musei di storia naturale sono pieni di fossili raccolti decenni o addirittura secoli fa, in attesa che nuove tecnologie o nuovi occhi esperti possano rivelare i loro segreti. La rianalisi di vecchi reperti è una fonte continua di scoperte scientifiche, che ci permette di aggiungere nuovi tasselli al complesso puzzle dell'evoluzione della vita sul nostro pianeta.
La scoperta del nuovo plesiosauro di Holzmaden non è solo l'identificazione di un altro antico predatore. È una finestra su un mondo perduto, che ci offre nuove chiavi di lettura per capire come si sono evoluti gli ecosistemi marini e come la vita si è diversificata per conquistare ogni nicchia ecologica disponibile. Un promemoria affascinante che, a volte, per trovare qualcosa di nuovo, basta saper guardare meglio ciò che abbiamo già.
Fotografie del 09/10/2025
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