\\ Home Page : Articolo : Stampa
La terza via della sostenibilità: come le aziende possono unire profitto e responsabilità
Di Alex (del 09/10/2025 @ 12:00:00, in Sviluppo sostenibile, letto 74 volte)
Un'immagine concettuale che mostra un germoglio che cresce da una pila di monete, con un grafico di crescita economica sullo sfondo.
Un'immagine concettuale che mostra un germoglio che cresce da una pila di monete, con un grafico di crescita economica sullo sfondo.

Nel dibattito sulla sostenibilità aziendale, le posizioni sono spesso polarizzate: da un lato, un approccio puramente focalizzato sul profitto, dall'altro, una visione che a volte sembra sacrificare la crescita economica sull'altare della responsabilità sociale e ambientale. Tuttavia, sta emergendo una "terza via", un modello di business evoluto in cui la sostenibilità non è un costo o un'attività di facciata, ma il motore stesso dell'innovazione, della competitività e della crescita a lungo termine. LEGGI TUTTO



Oltre il greenwashing: la sostenibilità come strategia
Per molto tempo, la sostenibilità è stata relegata a iniziative di marketing o a report annuali, un fenomeno noto come "greenwashing". La terza via, invece, integra la sostenibilità nel cuore della strategia aziendale. Non si tratta più di chiedersi "come possiamo ridurre il nostro impatto negativo?", ma "come possiamo usare le sfide della sostenibilità per creare nuovo valore?". Questo cambio di prospettiva trasforma i vincoli ambientali e sociali in opportunità per innovare prodotti, servizi e processi.

L'evoluzione dei modelli di business
Adottare questa terza via richiede un'evoluzione dei modelli di business tradizionali. Le aziende che ci riescono sono quelle che passano da un'economia lineare (produci, usa, getta) a un'economia circolare, dove i prodotti sono progettati per essere durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili. È il caso di aziende che offrono prodotti "come servizio" (product-as-a-service), mantenendo la proprietà del bene e incentivando la sua longevità, o che investono in filiere produttive trasparenti e a basso impatto.

I vantaggi competitivi della terza via
Le aziende che intraprendono questo percorso scoprono numerosi vantaggi competitivi. In primo luogo, l'innovazione guidata dalla sostenibilità porta a una maggiore efficienza, riducendo i costi energetici e delle materie prime. In secondo luogo, un forte impegno per la sostenibilità migliora la reputazione del marchio, attraendo consumatori sempre più attenti a questi temi e, soprattutto, i talenti delle nuove generazioni, che preferiscono lavorare per aziende con un forte senso di scopo. Infine, queste aziende sono più resilienti ai rischi futuri, come le normative ambientali più stringenti o le interruzioni delle catene di approvvigionamento.

Il ruolo della tecnologia e della consulenza
La transizione verso questo modello non è semplice e richiede competenze specifiche. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale, ad esempio attraverso la digitalizzazione per tracciare l'impatto della filiera o l'intelligenza artificiale per ottimizzare i consumi energetici. In questo scenario, emerge anche l'importanza di società di consulenza specializzate, come la nuova iSustainability del Gruppo Digital360, che aiutano le aziende a navigare la complessità di questa trasformazione, analizzando i modelli di business e identificando le strategie per attuare un cambiamento che sia sia responsabile che profittevole.

La terza via della sostenibilità non è un'utopia, ma un percorso strategico concreto che le aziende più lungimiranti stanno già intraprendendo. Dimostra che è possibile superare la falsa dicotomia tra profitto e pianeta. In questo nuovo paradigma, la sostenibilità cessa di essere un limite e diventa la più grande opportunità di business del XXI secolo, la chiave per costruire un'economia prospera e duratura.