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Articoli del 26/07/2025

Un mammut lanoso in un paesaggio artico, simbolo del progetto di de-estinzione.
Un mammut lanoso in un paesaggio artico, simbolo del progetto di de-estinzione.

La rinascita del mammut lanoso: stato dell'arte tra ingegneria genetica, imperativi ecologici e dilemmi etici. L'idea di riportare in vita il mammut lanoso (Mammuthus primigenius), gigante dell'Era Glaciale estintosi circa 4.000 anni fa, affascina l'immaginario collettivo da decenni, evocando immagini di parchi preistorici e di una scienza capace di invertire il corso del tempo. Tuttavia, la ricerca scientifica attuale per raggiungere questo obiettivo si discosta radicalmente dal concetto popolare di "clonazione". Comprendere questa distinzione fondamentale è il primo passo per analizzare lo stato dell'arte di questa impresa monumentale.



1. Oltre la Clonazione: La Nuova Scienza della De-Estinzione
1.1 Il Mito della Clonazione e la Realtà del DNA Antico
Nel discorso pubblico, il termine "clonazione" è indissolubilmente legato alla pecora Dolly, il primo mammifero creato nel 1996 attraverso una tecnica chiamata Trasferimento Nucleare di Cellule Somatiche (SCNT, dall'inglese Somatic Cell Nuclear Transfer). Questo processo prevede la rimozione del nucleo da un ovocita e la sua sostituzione con il nucleo di una cellula somatica dell'individuo che si desidera clonare. L'ovocita riprogrammato viene poi stimolato a dividersi, creando un embrione geneticamente (quasi) identico al donatore del nucleo.

Il requisito imprescindibile per la SCNT è la disponibilità di un nucleo cellulare intatto e vitale. Questa è la barriera insormontabile che rende la clonazione tradizionale del mammut lanoso, allo stato attuale, un'impossibilità scientifica. Il DNA antico (aDNA) recuperato dai resti nel permafrost è gravemente frammentato, rendendo inapplicabile la tecnica che ha dato vita a Dolly.

Questa realtà biologica ha imposto un cambio di paradigma e di terminologia. I ricercatori non parlano più di "clonazione", ma di "de-estinzione" o "resurrezione biologica". Non si tratta di fare una copia carbone di un animale estinto, ma di ricrearlo attraverso l'ingegneria genetica avanzata. L'azienda leader in questo campo, Colossal Biosciences, mira a creare una "versione 2.0", un organismo funzionalmente simile ma potenzialmente più robusto del suo antenato.

1.2 Dalla Frammentazione alla Ricostruzione: L'Elefante Asiatico come Matrice Genetica
Di fronte all'impossibilità di clonare, la scienza ha intrapreso una via alternativa: l'ingegneria genetica di una specie vivente strettamente imparentata. Il candidato ideale è l'elefante asiatico (Elephas maximus), che condivide circa il 99,6% del suo DNA con il mammut lanoso. Il processo di de-estinzione utilizza il genoma dell'elefante asiatico come una sorta di "matrice" biologica. La strategia prevede il sequenziamento del genoma del mammut da frammenti di aDNA, il confronto con il genoma dell'elefante asiatico per identificare le differenze chiave e infine l'utilizzo di strumenti di editing genetico per modificare i geni dell'elefante asiatico affinché assomiglino alle loro controparti del mammut.

L'obiettivo finale non è un Mammuthus primigenius puro al 100%, ma la nascita di una "specie proxy" o, più evocativamente, un "elefante resistente al freddo". Questo animale sarebbe un elefante asiatico geneticamente modificato per possedere i tratti fenotipici del mammut: folta pelliccia, spesso strato di grasso, orecchie piccole e sangue adattato al freddo. Camminerebbe, apparirebbe e si comporterebbe come un mammut, prosperando nell'ecosistema artico.

2. Colossal Biosciences: L'Architettura di una Rivoluzione Biotecnologica
La trasformazione della de-estinzione da ipotesi accademica a progetto industriale è opera di Colossal Biosciences. Lanciata nel 2021, questa azienda combina scienza di frontiera con un modello di business aggressivo.

2.1 I Fondatori: Una Convergenza di Scienza e Capitalismo Visionario
Alla base di Colossal c'è l'alleanza tra il Dr. George Church, leggendario genetista di Harvard, e Ben Lamm, imprenditore tecnologico seriale. Church ha fornito la visione scientifica, coltivata per oltre un decennio nel suo laboratorio. Lamm ha portato la capacità di costruire un'azienda e raccogliere capitali, trasformando un'esplorazione accademica in una missione aziendale con scadenze precise e risorse imponenti.

2.2 Il Modello di Business della De-Estinzione: Finanziamenti e Valutazione "Decacorn"
Colossal incarna un nuovo paradigma di "venture science". Presentando la narrazione audace di "riportare in vita il mammut per salvare il pianeta", ha attratto massicci investimenti privati. Ad oggi, Colossal ha raccolto oltre 435 milioni di dollari, raggiungendo una valutazione di mercato superiore ai 10 miliardi, guadagnandosi lo status di "decacorn". Tra gli investitori figurano fondi di venture capital, imprenditori tecnologici e celebrità.

2.3 Un'Agenda Ambiziosa: Oltre il Mammut (Dodo e Tilacino)
L'ambizione di Colossal non si ferma al mammut. L'azienda sta lavorando anche per riportare in vita il tilacino (tigre della Tasmania) e il dodo. Questo approccio multi-progetto dimostra che le tecnologie sviluppate costituiscono una "cassetta degli attrezzi" per la de-estinzione, applicabile a una vasta gamma di specie, giustificando ulteriormente gli ingenti investimenti.

2.4 Scienza e Marketing: La Narrazione di una "Colossale" Missione
Un aspetto fondamentale del modello di Colossal è la sua sofisticata strategia di comunicazione. L'azienda si presenta come un'entità con una missione quasi messianica: "riparare" i danni causati dall'uomo. Questa narrazione è supportata da annunci mediatici di grande risonanza, come la creazione di "topi lanosi" (woolly mice) nel marzo 2025. Sebbene presentati come una "prova di concetto" fondamentale, una parte della comunità scientifica ha reagito con scetticismo, sottolineando che la trasferibilità di tali risultati a un organismo complesso come un elefante è tutt'altro che garantita. Questo evidenzia una dinamica in cui una narrazione potente attira capitali, che finanziano la ricerca, i cui risultati vengono incorniciati per rafforzare la narrazione, generando ulteriore attenzione e fiducia.

3. Il Processo Scientifico: Dall'Editing del Gene all'Embrione Ibrido
Al cuore del progetto si trova un arsenale di tecnologie biotecnologiche all'avanguardia.

3.1 CRISPR-Cas9: Le Forbici Molecolari al Lavoro
La tecnologia chiave è CRISPR-Cas9, che permette di "tagliare e cucire" il DNA con precisione. Colossal utilizza una tecnica avanzata chiamata "multiplex gene editing" per modificare simultaneamente decine di geni. I geni presi di mira sono quelli che conferiscono gli adattamenti chiave all'ambiente artico.


  • La pelliccia: Per ottenere il caratteristico manto lanoso.
  • Il grasso sottocutaneo: Per sviluppare uno strato isolante.
  • Le dimensioni delle orecchie: Per minimizzare la dispersione di calore.
  • L'emoglobina: Per rendere il trasporto di ossigeno nel sangue più efficiente a basse temperature.
  • La forma del cranio: Per ottenere la caratteristica cupola alta del mammut.


Inizialmente, il laboratorio di George Church aveva inserito con successo fino a 45 geni di mammut in cellule di elefante. Colossal ora stima che il numero di modifiche necessarie potrebbe essere superiore a 65.

3.2 La Svolta delle Cellule Staminali: Le iPSC di Elefante
Un ostacolo significativo era testare gli effetti delle modifiche genetiche. La soluzione è arrivata nel marzo 2024 con la creazione, per la prima volta, di cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) di elefante asiatico. Queste cellule, riprogrammate da cellule adulte, possono moltiplicarsi indefinitamente e differenziarsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo. Il team di Colossal ha superato la barriera del gene TP53, un potente soppressore tumorale che impediva la riprogrammazione. Questa svolta permette di testare gli effetti delle modifiche genetiche in laboratorio (in vitro), accelerando enormemente la ricerca e riducendo la necessità di utilizzare animali vivi.

3.3 Il "Topo Lanoso": Una Prova di Concetto Controversa
L'esperimento del "topo lanoso" (woolly mouse), annunciato nel marzo 2025, è stato un esempio della strategia mediatica di Colossal. I ricercatori hanno modificato i geni dei topi omologhi a quelli del mammut per ottenere una pelliccia più lunga e folta. Sebbene Colossal l'abbia presentata come una pietra miliare, la comunità scientifica ha sottolineato che si tratta di un esperimento sulla genetica dei topi, e non c'è garanzia che le stesse modifiche producano effetti simili in un elefante.

4. La Giustificazione Ecologica: Ripristinare la Steppa dei Mammut per Salvare il Permafrost
Il progetto è avvolto in una potente narrazione ecologica: la de-estinzione come strumento per combattere il cambiamento climatico.

4.1 La Steppa dei Mammut: Un Ecosistema Perduto
Durante il Pleistocene, gran parte delle latitudini settentrionali era dominata dalla "steppa dei mammut", una prateria fredda e arida che sosteneva un'incredibile biomassa di grandi animali. Questo ecosistema scomparve circa 12.000 anni fa.

4.2 L'Ipotesi Zimov e il Pleistocene Park
Secondo gli scienziati russi Sergey e Nikita Zimov, non fu il clima a far scomparire la steppa, ma la scomparsa dei grandi erbivori. Per testare questa ipotesi, hanno fondato il "Pleistocene Park" in Siberia, reintroducendo grandi erbivori per osservare se la loro attività possa trasformare la tundra moderna in una prateria. La reintroduzione del mammut è vista come il passo finale di questo progetto di rewilding.

4.3 Meccanismi di Mitigazione Climatica
La reintroduzione dei mammut potrebbe contrastare lo scongelamento del permafrost, che rilascia enormi quantità di gas serra. I meccanismi proposti includono: la compattazione della neve invernale, che raffredda il suolo; l'aumento dell'albedo (riflettività solare) trasformando foreste scure in praterie più chiare; e un più efficiente sequestro del carbonio nel suolo da parte delle erbe delle praterie.

4.4 Scetticismo Scientifico e Sfide Logistiche
Molti scienziati sono scettici sul fatto che il rewilding possa avere un impatto su larga scala. La sfida più grande è la scala: sarebbero necessari centinaia di migliaia, se non milioni, di grandi erbivori per avere un impatto misurabile sul clima, un'impresa logistica e finanziaria gigantesca. La giustificazione ecologica, per quanto affascinante, funziona più come una "stella polare" motivazionale che come un piano d'azione concreto.

5. Le Frontiere della Nascita: Maternità Surrogata e Uteri Artificiali
Una volta creato un embrione ibrido, la sfida successiva è portarlo alla nascita.

5.1 La Madre Surrogata: Un Elefante per un Mammut
Il piano iniziale prevede l'impianto dell'embrione nell'utero di una femmina di elefante. Questo approccio è irto di ostacoli etici, dato che sia l'elefante asiatico che quello africano sono specie a rischio. Utilizzare femmine di specie minacciate per gravidanze sperimentali ad alto rischio di fallimento è altamente problematico.

5.2 La Barriera Immunologica: Il Rigetto Interspecifico
La sfida biologica più formidabile è il rigetto immunologico. Il sistema immunitario della madre surrogata è programmato per attaccare cellule di una specie diversa, rendendo una gravidanza interspecifica (xenogenica) estremamente difficile. Il rischio di fallimento dell'impianto o di aborto è altissimo.

5.3 L'Utero Artificiale: La Soluzione "Ex-Utero"?
Consapevole di questi ostacoli, Colossal sta investendo massicciamente nello sviluppo di uteri artificiali (ectogenesi). L'obiettivo è creare un sistema bio-meccanico in grado di replicare l'ambiente uterino. Sebbene ancora fantascientifica per mammiferi di grandi dimensioni, questa tecnologia eliminerebbe la necessità di madri surrogate, risolvendo i principali dilemmi etici e permettendo di scalare la produzione di animali ibridi.

6. Il Dibattito Etico e Filosofico: Siamo come Dei?
L'impresa entra nel complesso territorio dell'etica, della filosofia e della responsabilità umana.

6.1 Allocazione delle Risorse: De-Estinzione vs. Conservazione
Una delle critiche più potenti riguarda l'allocazione delle risorse. Ha senso investire centinaia di milioni di dollari per resuscitare specie estinte quando migliaia di specie viventi sono a rischio? I promotori controbattono che il progetto è finanziato da capitali privati e che le tecnologie sviluppate, come la ricerca sulle iPSC di elefante, avranno ricadute positive sulla conservazione delle specie attuali.

6.2 Benessere Animale e Conseguenze Impreviste
Un'altra area di profonda preoccupazione etica riguarda il benessere dei primi animali ibridi, che potrebbero soffrire di problemi di salute e malformazioni. Oltre alla salute fisica, c'è la questione del benessere psicologico e comportamentale. Un ibrido nato senza genitori della sua specie si troverebbe in un vuoto esistenziale, incapace di apprendere comportamenti sociali complessi.

6.3 Hubris e Responsabilità: "Siamo come Dei"
Molti critici vedono nel progetto un atto di hubris tecnologica. La contro-filosofia, incarnata dal motto di Stewart Brand "Siamo come dèi, tanto vale imparare a farlo bene", sostiene che l'umanità ha già il potere di plasmare il pianeta e non usarlo per rimediare ai propri errori sarebbe un'abdicazione di responsabilità. L'avanzata del progetto costringe la società a confrontarsi con le implicazioni reali di queste tecnologie, trasformando le preoccupazioni etiche in problemi di governance.

6.4 La Sfida della Diversità Genetica
Una sfida cruciale è garantire una sufficiente diversità genetica. Riportare in vita una specie partendo da pochi individui creerebbe una popolazione vulnerabile alle malattie e all'inincrocio. Per affrontare questo, Colossal sta sequenziando il DNA di numerosi esemplari di mammut per catturare la diversità genetica originale e creare una popolazione fondatrice sana.

7. Prospettive Future: Un Mammut nel 2028 e l'Eredità della De-Estinzione
Il progetto si trova a un punto di svolta, con una traiettoria concreta e una scadenza ambiziosa.

7.1 La Timeline del 2028: Ottimismo o Realtà?
Colossal Biosciences punta a far nascere il primo vitello di mammut ibrido entro il 2028. Questa scadenza è accolta con scetticismo da molti scienziati, che la ritengono più una dichiarazione d'intenti che una previsione realistica, date le immense sfide ancora da superare, soprattutto quella della gestazione.

7.2 L'Eredità Tecnologica: Oltre il Mammut
Forse la valutazione più lucida del progetto si basa sull'eredità tecnologica che sta già generando. La ricerca sta agendo come un motore di innovazione in biotecnologia, con impatti duraturi su piattaforme di ingegneria genetica, biologia delle cellule staminali, bioinformatica e tecnologie riproduttive avanzate. In questo senso, il mammut è il "progetto Apollo" della biologia sintetica.

Lo stato attuale della ricerca sulla de-estinzione del mammut lanoso rappresenta un crocevia senza precedenti nella storia della scienza. Non è più un'ipotesi remota, ma un'impresa concreta, un amalgama complesso di biologia di frontiera, modelli di business dirompenti, visioni ecologiche radicali e dilemmi etici profondi. Il percorso è ancora lungo, ma la ricerca sta avanzando a un ritmo impressionante. In definitiva, il tentativo di resuscitare il mammut è molto più della semplice resurrezione di una singola specie. È un esperimento che ci costringe a confrontarci con domande fondamentali sul nostro ruolo nel pianeta, mettendo alla prova i limiti della nostra capacità tecnologica, della nostra saggezza etica e della nostra visione del futuro. La risposta a queste domande definirà l'eredità più profonda dell'era della de-estinzione.

 
Il portatile da gaming ASUS TUF Gaming A15 è in offerta a un prezzo record.
Il portatile da gaming ASUS TUF Gaming A15 è in offerta a un prezzo record.

Per chiunque sia alla ricerca di un notebook da gioco potente, versatile e aggiornato con una GPU di ultima generazione, si presenta oggi un'opportunità straordinaria. L'ASUS TUF Gaming A15, equipaggiato con la scheda grafica NVIDIA GeForce RTX 4060, è disponibile su Amazon a un prezzo eccezionale di 899,90€. Si tratta di una cifra incredibilmente bassa per una macchina con queste caratteristiche, che normalmente si posiziona ben al di sopra dei 1000€.

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Potenza per gaming e creatività
Il cuore di questo portatile è il processore AMD Ryzen 7 7435HS, una CPU con 8 core e 16 thread che può raggiungere una frequenza di 4,5 GHz. Affiancato da 16GB di memoria RAM, questo processore è in grado di gestire senza problemi i giochi AAA più recenti, così come attività impegnative quali l'editing video, la modellazione 3D e lo streaming. La reattività del sistema è ulteriormente potenziata da un'unità SSD PCIe da 512GB, che assicura tempi di avvio e caricamento rapidissimi.

Grafica di nuova generazione e display fluido
Il vero punto di forza di questa configurazione è la scheda video GeForce RTX 4060 con 8GB di memoria GDDR6. Si tratta di una GPU moderna, pensata per i giocatori che non vogliono compromessi e per i creator che sfruttano tecnologie come il ray tracing. Grazie a uno switch MUX dedicato, il portatile può indirizzare tutta la potenza alla GPU dedicata, offrendo performance che lo rendono una valida alternativa a molti computer desktop. Lo schermo da 15,6 pollici Full HD con frequenza di aggiornamento a 144Hz e supporto Adaptive-Sync assicura un'esperienza visiva estremamente fluida, eliminando fastidiosi difetti come tearing e stuttering.

Il tutto è racchiuso in uno chassis dal design aggressivo e robusto, che comprende una tastiera retroilluminata RGB, una webcam HD e un sistema di raffreddamento efficiente con ventole ARC Flow. Questa combinazione di componenti rende l'ASUS TUF Gaming A15 una macchina pronta a qualsiasi sfida, dal gioco competitivo alla creazione di contenuti professionali, a un prezzo mai visto prima.
 
Di Alex (pubblicato @ 08:54:05 in Nuove Tecnologie, letto 49 volte)
Una Tesla Model 3 utilizza il sistema FSD per le strade di Londra.
Una Tesla Model 3 utilizza il sistema FSD per le strade di Londra.

Tesla prosegue i suoi test intensivi del sistema Full Self-Driving (Supervisionato) in Europa. Dopo aver messo alla prova la sua tecnologia di guida autonoma nelle complesse strade di città come Roma, Parigi e Amsterdam, l'azienda ha ora rivolto la sua attenzione al notoriamente impegnativo traffico del Regno Unito, in particolare quello di Londra.

Dal Big Ben alla "Magic Roundabout"
Per questa nuova fase di test, sono stati diffusi due video che mostrano una Tesla Model 3 di serie all'opera. Nel primo filmato, il veicolo attraversa il cuore di Londra, passando accanto a luoghi iconici come il Big Ben e Parliament Square, gestendo con disinvoltura il traffico dinamico, i lavori in corso e i ciclisti. Il secondo video documenta una sfida ancora più ardua: la vettura ha attraversato per ben tre volte la "Magic Roundabout" di Swindon, uno degli incroci più complessi della nazione, noto per la sua struttura a cinque mini-rotatorie attorno a un'isola centrale, che mette in difficoltà anche i guidatori umani più abili.

La tecnologia dietro il successo
In entrambe le situazioni, il sistema di guida autonoma si è dimostrato capace di gestire ambienti imprevedibili, adattandosi costantemente ai veicoli provenienti da più direzioni. La tecnologia di Tesla si basa su un'architettura visiva che utilizza reti neurali end-to-end, addestrate su miliardi di chilometri percorsi nel mondo reale. A differenza di altri sistemi, l'FSD si affida unicamente alle telecamere per la percezione dell'ambiente, abbinandole a una potente capacità di elaborazione. Il vantaggio principale rispetto a un essere umano, sottolinea l'azienda, è l'assenza totale di distrazioni.

Questi test sono stati condotti utilizzando l'hardware standard presente nei veicoli consegnati ai clienti, con l'unica differenza di una versione software ingegneristica di prova. L'obiettivo finale di Tesla rimane quello di abilitare, tramite futuri aggiornamenti, una guida completamente autonoma e non supervisionata su tutta la sua gamma di veicoli idonei, inclusi i modelli S, 3, X e Y.

 
Il teleobiettivo periscopico da 200MP dello Xiaomi 16 Ultra promette una qualità senza precedenti.
Il teleobiettivo periscopico da 200MP dello Xiaomi 16 Ultra promette una qualità senza precedenti.

Il mondo della fotografia su smartphone è sull'orlo di un'importante evoluzione che potrebbe fissare nuovi standard per i dispositivi di punta. Xiaomi, brand già affermato per le sue capacità innovative nell'imaging, sta per presentare il 16 Ultra, un modello con specifiche tecniche che puntano a ridurre drasticamente il confine tra la fotografia mobile e quella professionale. Le anticipazioni indicano un apparecchio destinato a competere non solo con gli altri smartphone premium, ma anche con le fotocamere tradizionali di alto livello.

Un sensore periscopico da record
Stando a quanto emerso tramite il noto leaker Digital Chat Station, l'elemento centrale del comparto fotografico sarà un sensore periscopico da ben 200MP, una prima assoluta per il settore smartphone. Il componente, identificato come il Samsung S5KHPE, è molto più di un semplice aumento di risoluzione. Con una dimensione di 1/1,4 pollici e pixel da 0,56μm, questo sensore supporta un'elaborazione a 14-bit e integra un meccanismo hardware per la riduzione del rumore, garantendo una qualità superiore.

La tecnologia associata, denominata Zoom Anyplace, è destinata a trasformare l'esperienza dello zoom ibrido, preservando un design compatto che non incide sull'ergonomia. Questa innovazione potrebbe superare una delle maggiori debolezze della fotografia da smartphone: la perdita di qualità e stabilità negli ingrandimenti spinti, eliminando il classico artefatto "digitale" che affligge molti teleobiettivi attuali.

Un ecosistema fotografico completo
Lo Xiaomi 16 Ultra non punterà tutto solo sullo zoom. Si prevede che il cuore del sistema sarà il nuovo processore Snapdragon 8 Elite 2 di Qualcomm, fornendo la potenza di calcolo necessaria per gestire le elaborate operazioni di imaging. Ad affiancare il teleobiettivo ci sarà un sensore principale SmartSens da 50MP, creando un assetto fotografico versatile e capace di accontentare sia i professionisti che gli amatori più esigenti. L'integrazione del pixel binning 4K è un ulteriore tassello che promette benefici concreti, come scatti più definiti, colori accurati e performance solide anche con poca luce.

L'impatto sul mercato degli smartphone
Qualora queste caratteristiche fossero confermate, Xiaomi potrebbe aver definito la ricetta perfetta per distinguersi nel competitivo mercato dei top di gamma. L'intenzione del marchio cinese è quella di proporre lo Xiaomi 16 Ultra non solo come un "camera phone", ma come un flagship a tutto tondo, bilanciando innovazione fotografica, potenza hardware e un design curato.
 
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L'interfaccia di ChatGPT con la nuova funzione Agente in primo piano.
L'interfaccia di ChatGPT con la nuova funzione Agente in primo piano.

ChatGPT sta attraversando una nuova evoluzione con l'introduzione di una funzionalità chiave: l'Agente. Questa innovazione mira a trasformare l'IA da semplice interlocutore a esecutore attivo di operazioni complesse. Dopo il lancio internazionale, la novità è ora operativa anche in Italia, suscitando interesse e interrogativi. L'obiettivo è ambizioso: un'intelligenza artificiale capace non solo di rispondere, ma di agire concretamente sul web. Ma quali sono le sue reali capacità nel contesto europeo, considerando i vincoli normativi e tecnici?



Cosa è e come funziona l'agente di ChatGPT
La funzione, denominata ChatGPT Agent, rappresenta il primo passo di OpenAI verso un'intelligenza artificiale che passa dalle parole ai fatti. Invece di limitarsi a generare testo, può compiere azioni concrete su internet e servizi collegati. Già attiva negli Stati Uniti, è ora accessibile anche agli utenti italiani. Abilitando la modalità Agente, si può incaricare l'IA di navigare siti in autonomia, compilare moduli, riorganizzare documenti e contenuti da servizi come Google Drive, Gmail o OneDrive. Può inoltre estrarre informazioni da file PDF, generare presentazioni e confrontare dati da più fonti online. L'utente, comunque, mantiene il controllo: per ogni passaggio delicato, come l'inserimento di credenziali o la conferma di un pagamento, l'Agente richiede un'approvazione diretta, a garanzia della sicurezza. Per questo motivo, il sistema non salva screenshot né memorizza i dati inseriti manualmente.

Piani di abbonamento e costi di utilizzo
L'accesso alla funzione Agente è strettamente legato al tipo di sottoscrizione. Gli utenti con un piano ChatGPT Plus hanno a disposizione un limite di 40 messaggi Agente al mese, mentre per gli abbonati Pro la soglia sale a 400. Per le aziende con un piano Team, il sistema si basa su crediti, con un pacchetto base di 30 operazioni mensili che può essere ampliato. Ogni azione che l'Agente esegue per portare a termine un incarico consuma un messaggio. È inoltre possibile impostare l'esecuzione di compiti ricorrenti (giornalieri, settimanali o mensili) e seguirne lo stato in un'apposita dashboard.

Le restrizioni europee: un'esperienza a metà
Nonostante le grandi promesse, ChatGPT Agent arriva in Europa con un potenziale dimezzato. La funzionalità è attiva, ma soffre di limitazioni significative che ne riducono l'efficacia rispetto ad altri mercati. Il nodo cruciale è rappresentato dai "connettori", ovvero i collegamenti ai servizi di terze parti. In Italia e nell'intera area economica europea (Svizzera e Regno Unito inclusi), l'unico connettore attualmente operativo è quello per GitHub. Questo impedisce all'Agente di interagire con file su Google Drive o di leggere email da un account Gmail, rendendo di fatto inutilizzabili molte delle operazioni più interessanti.

La prova sul campo: un'utilità ancora da dimostrare
Un test pratico, condotto da DDay, ha messo in luce le attuali difficoltà. All'agente è stato chiesto di assistere nell'acquisto di scarpe da ginnastica. Durante l'operazione, il sistema ha incontrato numerosi problemi: blocchi di sicurezza dei siti, pagine non pienamente compatibili e l'impossibilità di accedere a noti portali di e-commerce come Amazon. L'esito finale è stato condizionato da queste barriere: l'agente ha finito per suggerire un modello Skechers non perché fosse l'opzione migliore, ma perché era una delle poche a cui riusciva ad accedere per completare l'acquisto. In ogni caso, è stato necessario l'intervento umano per finalizzare la transazione. L'intero processo è durato circa 15 minuti, lasciando l'impressione di uno strumento ancora troppo acerbo e limitato per essere davvero utile nella vita di tutti i giorni.
 
Un classico modello di BlackBerry con la sua iconica tastiera fisica.
Un classico modello di BlackBerry con la sua iconica tastiera fisica.

C'è stato un tempo in cui il mondo della telefonia mobile era dominato da un solo nome: BlackBerry. Per anni, possedere uno di questi dispositivi è stato uno status symbol, un indispensabile strumento di lavoro per professionisti e un'icona di efficienza e connettività. Questo articolo ripercorre la parabola di un gigante della tecnologia, dalla sua incontrastata ascesa al suo rapido declino, fino alla sorprendente trasformazione che ne definisce il presente.



L'alba di un'era: tastiera e sicurezza
Nei primi anni 2000, Research In Motion (RIM), l'azienda canadese dietro BlackBerry, ha rivoluzionato il concetto di comunicazione mobile. La chiave del suo successo iniziale risiedeva in due elementi distintivi: la tastiera QWERTY fisica e la sicurezza. La tastiera permetteva una scrittura veloce e precisa, surclassando i goffi sistemi di input dell'epoca. In parallelo, la piattaforma offriva una crittografia end-to-end e un sistema di posta elettronica push istantaneo che divenne lo standard di riferimento nel mondo aziendale. BlackBerry non era solo un telefono, ma un ufficio tascabile.

Il punto di rottura: l'innovazione che cambiò le regole
Il 2007 segnò un punto di svolta irreversibile con la presentazione del primo iPhone da parte di Apple. Inizialmente, i dirigenti di BlackBerry sottovalutarono la minaccia, convinti che un dispositivo senza tastiera fisica e con una batteria di breve durata non avrebbe mai potuto attrarre la loro clientela professionale. Fu un errore di valutazione fatale. Il mercato non era più guidato solo dalle esigenze aziendali, ma dai desideri dei consumatori, che furono catturati dall'intuitiva interfaccia touch, dal design rivoluzionario e, soprattutto, dal nascente ecosistema di applicazioni.

Un lento e inesorabile declino
Mentre iOS e Android guadagnavano terreno a una velocità impressionante, BlackBerry faticava a tenere il passo. I suoi tentativi di modernizzare il sistema operativo, come con il lancio di BlackBerry 10, si rivelarono tardivi e insufficienti. Il "gap applicativo" – la mancanza di app popolari come Instagram o Snapchat sulla sua piattaforma – divenne un ostacolo insormontabile per attrarre e trattenere gli utenti. La quota di mercato crollò drasticamente, portando l'azienda alla difficile decisione di abbandonare la produzione di hardware nel 2016 per concedere il marchio in licenza ad altri produttori.

La rinascita come azienda di software e cybersecurity
La fine della produzione di smartphone non ha significato la fine di BlackBerry. L'azienda ha saputo orchestrare una delle trasformazioni più notevoli nel settore tecnologico, focalizzandosi sui suoi punti di forza originali: il software e la sicurezza. Oggi, BlackBerry è un'azienda leader nella fornitura di software e servizi di cybersecurity per governi e imprese in tutto il mondo. La sua tecnologia QNX è presente nei sistemi di infotainment di milioni di veicoli, dimostrando come sia possibile sopravvivere e prosperare cambiando completamente identità.

La storia di BlackBerry rimane una delle più potenti lezioni del mondo tecnologico moderno. È un monito su quanto velocemente possano cambiare le sorti di un leader di mercato che non riesce ad adattarsi ai nuovi paradigmi e alle mutevoli esigenze dei consumatori. Al tempo stesso, è un esempio di resilienza e di capacità di reinventarsi, dimostrando che un marchio può trovare una nuova vita anche dopo aver abbandonato il prodotto che lo ha reso famoso.
 

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