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L'alba della complessità: come l'aggrovigliarsi del DNA ha dato origine alla vita evoluta
Di Alex (del 14/10/2025 @ 15:22:02, in Scienza e Spazio, letto 59 volte)
Il ripiegamento del DNA in 'loop' è stato un passo cruciale per l'evoluzione della vita complessa.
Il ripiegamento del DNA in "loop" è stato un passo cruciale per l'evoluzione della vita complessa.

L'alba della vita complessa sulla Terra non è stata innescata da una rivoluzione genetica, ma da un'innovazione architettonica nascosta nel cuore delle cellule. Una recente scoperta rivela come un semplice, ma profondo, cambiamento nel modo in cui il DNA si ripiega su se stesso abbia fornito il 'sistema operativo' necessario per creare tessuti, organi e, infine, i primi animali. Un trucco fisico, non chimico. ARTICOLO COMPLETO

Un nuovo "sistema operativo" per il genoma
Per molto tempo, si è pensato che il grande balzo evolutivo dalla vita unicellulare a quella multicellulare complessa fosse stato causato dall'emergere di nuovi e più sofisticati geni. Una ricerca rivoluzionaria, pubblicata su Quanta Magazine, ribalta questa prospettiva. La chiave della complessità non risiede tanto nell' "hardware" genetico (i geni stessi), ma nel "software" che li controlla. L'innovazione cruciale è stata un meccanismo fisico noto come "looping del DNA".

Questo processo consiste nella capacità del genoma di ripiegarsi fisicamente su se stesso, creando delle anse o "loop". Questi ripiegamenti permettono a segmenti di DNA chiamati "enhancer" (intensificatori), che possono trovarsi a centinaia di migliaia di basi di distanza, di entrare in contatto diretto con i geni che devono regolare. In questo modo, il controllo sull'accensione e lo spegnimento dei geni diventa incredibilmente più versatile e preciso, un po' come un aggiornamento fondamentale del sistema operativo di una cellula.

Il segreto della differenziazione cellulare
La vera sfida nell'evoluzione degli animali (metazoi) era permettere alle cellule di differenziarsi e specializzarsi per formare tessuti diversi come muscoli, nervi o pelle, pur contenendo tutte lo stesso identico genoma. Il looping del DNA ha fornito la soluzione. Grazie a questa architettura tridimensionale, la cellula ha potuto "eseguire" combinazioni diverse dello stesso set di geni, attivandone alcuni e silenziandone altri a seconda della necessità.

Questa capacità di regolazione modulare ha permesso di riutilizzare gli stessi geni in contesti multipli, dando origine a una vasta diversità di tipi cellulari e funzioni complesse senza la necessità di inventare un numero enorme di nuovi geni. L'evoluzione della complessità, quindi, non è stata solo una questione di mutazioni, ma anche una storia di come la vita ha imparato a organizzare e gestire l'informazione genetica in modi sempre più efficienti e sofisticati.

Una linea di demarcazione nell'albero della vita
L'importanza di questa scoperta è confermata dall'analisi comparativa dei genomi. Gli scienziati hanno osservato che questa complessa architettura a loop è presente nei primi animali complessi, come cnidari (meduse e coralli) e ctenofori, ma è completamente assente nei loro parenti unicellulari più prossimi ancora esistenti. Questo traccia una chiara linea di demarcazione evolutiva, suggerendo che l'adozione del looping del DNA sia stato uno dei passaggi fondamentali che hanno permesso alla vita di intraprendere il cammino verso la complessità che vediamo oggi.

In definitiva, questa ricerca ci insegna che la straordinaria diversità della vita non è scritta solo nella sequenza lineare del DNA, ma anche nella sua intricata e dinamica danza tridimensionale. La capacità di piegarsi e creare connessioni a distanza ha fornito alla vita la flessibilità computazionale necessaria per costruire corpi complessi, dimostrando che a volte le più grandi rivoluzioni evolutive si nascondono in un semplice, ma geniale, cambio di forma.