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Ada Lovelace: la storia della contessa che inventò la programmazione
Di Alex (del 10/11/2025 @ 06:00:00, in Storia Informatica, letto 15 volte)

Un ritratto ottocentesco di Ada Lovelace accanto a uno schema dell'Analytical Engine
In un'epoca in cui le donne erano relegate ai margini della scienza, una contessa inglese del 1800 riuscì a prevedere il futuro digitale. Ada Lovelace, figlia del poeta Lord Byron, non fu solo una matematica di talento, ma è oggi universalmente riconosciuta come la prima programmatrice della storia. Ha scritto il primo algoritmo pensato per essere eseguito da una macchina, un secolo prima che i computer esistessero. ARTICOLO COMPLETO
La "poetessa della scienza"
Augusta Ada Byron, contessa di Lovelace, nacque nel 1815. Sua madre, Annabella Milbanke, temendo che Ada potesse ereditare il carattere "poetico" e turbolento del padre (Lord Byron, che lasciò l'Inghilterra quando Ada era una bambina), la spinse fin da piccola verso studi rigorosi di matematica e logica. Il risultato fu una mente unica, che Ada stessa definì "scienza poetica".
L'incontro con Charles Babbage
A 17 anni, Ada incontrò l'uomo che cambiò la sua vita: Charles Babbage, l'inventore che stava lavorando al progetto della "Macchina Differenziale" e, successivamente, della "Macchina Analitica" (Analytical Engine).
Mentre la Macchina Differenziale era un calcolatore meccanico progettato solo per calcoli polinomiali, la Macchina Analitica era un progetto molto più ambizioso: un computer meccanico programmabile, con una "memoria" (store) e un "processore" (mill), alimentato a vapore. Era, sulla carta, il primo computer della storia.
La "Nota G" e il primo algoritmo
Nel 1843, ad Ada fu chiesto di tradurre un articolo dell'ingegnere italiano Luigi Menabrea sulla Macchina Analitica. Ada non si limitò a tradurre: aggiunse una serie di sue note (dalla A alla G), che erano tre volte più lunghe dell'articolo originale.
Nella "Nota G", Ada Lovelace descrisse un piano dettagliato, passo dopo passo, per far calcolare alla macchina i numeri di Bernoulli. Questo non era solo un calcolo, ma un vero e proprio **algoritmo**, un set di istruzioni codificate (tramite schede perforate, come i telai Jacquard) che la macchina avrebbe potuto eseguire.
Ma la sua visione andò oltre.
Oltre i numeri: la visione del computer
Mentre Babbage vedeva la sua macchina solo come un potente calcolatore numerico, Ada capì che i numeri potevano rappresentare *qualsiasi cosa*. Scrisse che la macchina avrebbe potuto manipolare simboli, lettere e note musicali. Previde che un giorno queste macchine avrebbero potuto "comporre musica" o "produrre grafica".
Ada Lovelace aveva capito il concetto fondamentale del computer moderno: un dispositivo universale capace di elaborare informazioni, non solo numeri.
Ada morì giovane, a 36 anni, e la Macchina Analitica di Babbage non fu mai costruita. Il suo lavoro fu dimenticato per quasi un secolo, ma oggi Ada Lovelace è celebrata come la profetessa dell'era digitale. Il linguaggio di programmazione "Ada", sviluppato dal Dipartimento della Difesa USA, è chiamato così in suo onore.
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