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Dalle BBS a Gemini: la storia di internet in Italia, 40 anni di rivoluzione digitale
Di Alex (del 27/09/2025 @ 12:00:00, in Internet - Web 2.0, letto 213 volte)

Un vecchio modem 56k collegato a un computer vintage, simbolo degli albori di internet in Italia.
Il 30 aprile 1986, dai laboratori del CNR di Pisa, un semplice comando "ping" attraversò l'oceano, ricevendo un "Ok" dagli Stati Uniti. Fu il primo vagito di Internet in Italia, un evento quasi ignorato all'epoca, ma che diede il via a una trasformazione inarrestabile. Da quel giorno, siamo passati dalle comunità telematiche amatoriali e i modem gracchianti ai motori di ricerca conversazionali basati su IA, in un viaggio che ha ridefinito il nostro modo di comunicare, lavorare e pensare. LEGGI TUTTO
Gli albori: il primo "ping" e le comunità telematiche
La storia di Internet in Italia inizia ufficialmente il 30 aprile 1986. In quella data, un gruppo di ricercatori del CNUCE (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico) del CNR di Pisa stabilì il primo collegamento alla rete americana ARPANET, l'antenata di Internet.Utilizzando un grosso router chiamato "Butterfly Gateway", fornito dal governo USA, l'Italia divenne il quarto nodo europeo della rete, comunicando per la prima volta con lo standard mondiale, il protocollo TCP/IP.[1, 3] Questo evento epocale, però, non fu l'inizio della navigazione per il grande pubblico. Prima dell'arrivo del Web, la "telematica amatoriale" viveva attraverso le BBS (Bulletin Board System), bacheche elettroniche gestite da appassionati (sysop) sui propri PC di casa.[4, 5] Reti come FidoNet, nata nel 1984, permettevano lo scambio di messaggi pubblici e privati in modo decentralizzato, creando le prime comunità digitali con un forte senso etico e di condivisione. Esperienze come la rete Cybernet e le prime Reti Civiche (come quella di Milano nel 1994) furono laboratori sociali e tecnologici fondamentali, che diffusero la cultura della rete "dal basso" prima ancora che Internet diventasse un fenomeno di massa.
Gli anni '90: la nascita del web e i portali italiani
La vera svolta per il pubblico avvenne con la nascita del World Wide Web nel 1991 al CERN. In Italia, la prima pagina web fu pubblicata nella primavera del 1993 dal CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna).L'accesso commerciale alla rete arrivò nel 1994 con Video On Line (VOL), il primo Internet Service Provider (ISP) italiano, che rese possibile la connessione da casa tramite modem. In un mondo dominato dal browser Netscape, la sfida non era solo connettersi, ma trovare le informazioni. Nacquero così i primi motori di ricerca e portali "made in Italy". Nel 1996, tre studenti di Pisa lanciarono Arianna, il primo motore di ricerca italiano, presto inglobato nel portale Italia On Line (IOL). Nello stesso anno nacque Virgilio, inizialmente una web directory curata manualmente da redattori, destinata a diventare uno dei principali punti di accesso al web per milioni di italiani. Questi portali, insieme a concorrenti internazionali come Lycos e AltaVista, furono le porte d'ingresso a un web ancora pionieristico e in rapida espansione.
Il nuovo millennio: l'ADSL e la rivoluzione mobile
L'inizio del 2000 segnò la fine dell'era dei modem a 56k e delle connessioni a consumo che occupavano la linea telefonica. Il 1° gennaio 2000, con il lancio delle prime offerte commerciali, l'ADSL arrivò in Italia, portando la banda larga e la connessione "always on" nelle case e negli uffici. Operatori come Fastweb, nato nel 1999, iniziarono a investire massicciamente sulla fibra ottica, portando per primi connessioni a 100 Mega già nel 2010.[26] Parallelamente, la connettività si sganciò dal cavo. Dopo l'introduzione del GSM negli anni '90, fu l'arrivo del 3G nel 2005 a rendere Internet veramente mobile, accompagnando la diffusione dei primi smartphone e la nascita dell'App Store nel 2008. Le successive evoluzioni, il 4G e ora il 5G, hanno trasformato il telefono in un hub personale per lo streaming, il lavoro e l'intrattenimento, spostando il baricentro della nostra vita digitale dal desktop alla tasca.
Il presente e il futuro: verso un web conversazionale con l'IA
Oggi, l'evoluzione della connettività prosegue con il piano Banda Ultralarga per la copertura in FTTH (Fiber to the Home) e lo sviluppo delle reti 5G, pensate per abilitare l'Internet of Things e le smart city. Ma la trasformazione più radicale sta avvenendo nel modo in cui interroghiamo la rete. L'era dei link blu sta lasciando il passo a un web conversazionale. Motori di ricerca basati su intelligenza artificiale generativa come Perplexity, con il suo browser Comet, e Google Gemini, ora integrato in Chrome, non si limitano più a indicizzare pagine, ma forniscono risposte dirette, ragionate e contestuali, citando le fonti. Questi strumenti, che sfruttano modelli linguistici avanzati come GPT e Gemini Pro, permettono un dialogo con la conoscenza, trasformando la ricerca in una conversazione intelligente. È l'ultimo capitolo, per ora, di una storia iniziata con un semplice "ping" e destinata a evolversi ancora in modi che possiamo solo immaginare.
Da una connessione sperimentale per pochi ricercatori a una rete globale che permea ogni aspetto della nostra vita, la storia di Internet in Italia è un'epopea di innovazione tecnologica e cambiamento sociale. Abbiamo attraversato l'era delle comunità testuali, dei portali generalisti, della banda larga e della rivoluzione mobile. Oggi, alle soglie di un'era dominata dall'intelligenza artificiale, la rete continua a trasformarsi, promettendo un accesso alla conoscenza sempre più diretto, intuitivo e, si spera, consapevole.
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