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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 30/08/2025
Di Alex (pubblicato @ 23:00:00 in Scienza e Spazio, letto 268 volte)

Una dettagliata raffigurazione della Starship di SpaceX col suo scafo in acciaio inossidabile.
L'ambiziosa visione di SpaceX di rendere l'umanità una specie multi-planetaria si basa interamente sulla sua navicella Starship, un veicolo completamente riutilizzabile e di dimensioni colossali. L'analisi del suo design, sia esterno che interno, svela un'architettura ingegneristica profondamente integrata, concepita per superare le sfide estreme di un lungo viaggio interplanetario. La Starship non è semplicemente un razzo più grande, ma un vero e proprio cambio di paradigma, progettato per trasformare le necessità operative in vantaggi di sicurezza, in particolare per quanto riguarda la protezione dalle radiazioni.
Un veicolo non convenzionale: il design esterno della Starship
L'architettura esterna della Starship si distingue per scelte ingegneristiche non convenzionali. La struttura principale è realizzata in acciaio inossidabile, una scelta che può sembrare strana per l'industria aerospaziale, abituata a leghe più leggere. Tuttavia, l'acciaio inossidabile è stato scelto per la sua resistenza, durabilità, facilità di lavorazione ed economicità. Oltre a fornire l'integrità strutturale necessaria per resistere alle condizioni estreme del vuoto spaziale e del rientro atmosferico, questo materiale funge anche da scudo passivo contro alcuni tipi di radiazioni, come gli Eventi di Particelle Solari (SPEs), senza aggiungere massa extra.
Un'altra sfida cruciale è lo scudo termico per il rientro, che Elon Musk stesso ha definito "la cosa più difficile" da realizzare. Lo scudo è composto da piastrelle ceramiche che coprono parte del veicolo, mentre l'acciaio inossidabile contribuisce alla protezione termica grazie alla sua bassa conducibilità. Per il rientro su Marte, lo scudo dovrà affrontare condizioni ancora più impegnative rispetto a quelle terrestri, dato che l'elevata concentrazione di ossigeno atomico nell'atmosfera marziana lo sottoporrà a condizioni "più dure".
La schermatura dalle radiazioni: una priorità di design
La lunga durata del viaggio verso Marte, con tempi di transito che vanno dagli 80 ai 150 giorni, espone l'equipaggio a rischi significativi, in particolare alle radiazioni cosmiche. SpaceX ha adottato un approccio a più livelli per affrontare questa minaccia.
Lo spazio profondo presenta due principali tipi di radiazioni: i Raggi Cosmici Galattici (GCRs), un flusso continuo e difficile da schermare che aumenta il rischio di cancro, e gli Eventi di Particelle Solari (SPEs), esplosioni sporadiche che possono essere letali ma sono più facili da schermare.
La filosofia di Starship sfrutta la sua enorme massa e volume per la protezione. I materiali più efficaci contro le radiazioni sono quelli ricchi di idrogeno, come l'acqua e il metano. Il metano liquido, che è il propellente della navicella, può essere utilizzato come scudo efficace contro gli SPEs. Questo approccio ha il doppio vantaggio di non aggiungere massa extra al veicolo e di sfruttare una risorsa già necessaria per la missione.
Inoltre, la Starship avrà probabilmente un "rifugio anti-tempesta" dedicato, un'area ad alta protezione dove l'equipaggio potrà rifugiarsi durante un SPE. Questo rifugio sarà schermato con materiali a bassa massa atomica, come il polietilene, e con le scorte di cibo e acqua.
Interni a misura d'uomo: il benessere psicologico in primo piano
Un viaggio di mesi in uno spazio confinato presenta sfide non solo fisiche ma anche psicologiche. Sebbene i concetti di design siano ancora speculativi, riflettono una profonda comprensione della necessità di un ambiente che supporti il benessere dell'equipaggio.
Gli interni della Starship potrebbero essere suddivisi in più ponti, fino a otto livelli, con una scalinata centrale. Le aree comuni includeranno una mensa e una palestra, essenziali per contrastare gli effetti della microgravità. Il sistema di supporto vitale sarà a ciclo chiuso per riciclare aria, acqua e rifiuti. Un aspetto fondamentale è la sinergia con la produzione di propellente su Marte (ISRU), che può fornire ossigeno respirabile per l'equipaggio, creando un ecosistema di missione che si auto-sostiene.
Il design degli alloggi personali, i cosiddetti "Crew Pods", darà priorità al benessere psicologico. Questi spazi multifunzionali avranno tende fonoassorbenti per garantire la privacy, cruciale per combattere lo stress e la tensione. Schermi personalizzabili potranno visualizzare paesaggi terrestri o foto di famiglia, creando un "santuario psicologico" e aiutando l'equipaggio a mantenere una connessione con la Terra.
Il design della Starship rappresenta un approccio olistico e pragmatico per superare le sfide di un viaggio su Marte. A differenza di veicoli come la capsula Orion della NASA, che si affida a soluzioni di emergenza in un ambiente ostile e compatto, la Starship integra la protezione e la vivibilità direttamente nel suo design. La sua enorme capacità di carico le permette di sfruttare il proprio propellente e le scorte come scudi principali, trasformando la massa da un vincolo a un vantaggio. Le sfide restano, in particolare lo sviluppo di un sistema di rifornimento orbitale affidabile, ma il processo iterativo di test di SpaceX e la sua visione integrata pongono le basi per una missione su Marte senza precedenti.
Di Alex (pubblicato @ 20:00:00 in Scienza e Spazio, letto 230 volte)
Un rendering di Starship sulla superficie lunare durante la costruzione della base Artemis
Il sogno di una presenza umana stabile sulla Luna diventa più concreto. Con una mossa che sottolinea la crescente fiducia nel settore privato, la NASA ha ufficialmente selezionato la Starship di SpaceX non solo per trasportare astronauti, ma anche come piattaforma principale per la costruzione della base lunare del programma Artemis. Una decisione che premia l'innovazione e l'efficienza, dimostrando come i nuovi attori dello spazio stiano rendendo possibili imprese un tempo considerate fantascientifiche.
Un "camion" per la Luna da 100 tonnellate
La scelta della NASA è caduta sulla versione cargo di Starship, un veicolo con capacità di carico senza precedenti. A differenza delle missioni Apollo, dove ogni grammo era contato, Starship può depositare sulla superficie lunare oltre 100 tonnellate di materiali in un singolo viaggio. Questo cambia completamente le regole del gioco: invece di piccoli moduli assemblati con complesse e rischiose passeggiate spaziali, SpaceX potrà consegnare interi habitat pressurizzati, centrali energetiche solari e i primi veicoli per l'esplorazione, pronti per essere attivati con un intervento minimo da parte degli astronauti.
Robot costruttori sulla Luna
Un altro aspetto affascinante del piano è il ruolo centrale della robotica. La costruzione della base Artemis sarà in gran parte automatizzata. Insieme ai moduli abitativi, Starship trasporterà una flotta di robot costruttori, inclusa una versione modificata del celebre "cane-robot" di Boston Dynamics, adattato per operare in bassa gravità e in assenza di atmosfera. Questi robot si occuperanno di scaricare i materiali, assemblare le strutture e preparare il sito per l'arrivo dell'equipaggio umano, ottimizzando i tempi e riducendo drasticamente i rischi.
- Veicolo di lancio: SpaceX Starship (versione Cargo).
- Capacità di carico lunare: Oltre 100 tonnellate.
- Primi moduli: Habitat pressurizzato, impianto energetico solare, garage per rover.
- Forza lavoro robotica: Rover autonomi per l'assemblaggio e quadrupedi per ispezione.
- Programma: Artemis Base Camp.
- Prima missione cargo: Prevista per il 2028.
La collaborazione tra NASA e SpaceX per la base lunare segna l'inizio di una nuova era nell'esplorazione spaziale. Abbracciando l'approccio più agile ed economico del settore privato, l'agenzia spaziale americana accelera i tempi per il nostro ritorno sulla Luna, non più per una breve visita, ma per restarci. È la dimostrazione che la via per le stelle passa attraverso l'innovazione audace e la rottura con i vecchi e costosi paradigmi del passato.
Di Alex (pubblicato @ 16:00:00 in Auto elettriche, letto 229 volte)

La linea aggressiva e tecnologica della nuova Xiaomi SU9
Dopo aver scosso il mercato degli smartphone, Xiaomi punta a fare lo stesso nel settore automobilistico con la sua nuova ammiraglia, la SU9. Non si tratta di un semplice aggiornamento del già apprezzato modello SU7, ma di un vero e proprio balzo tecnologico che introduce una delle innovazioni più attese: la batteria a stato solido. Un colpo da maestro che promette autonomie record a un prezzo, come da tradizione Xiaomi, estremamente aggressivo.
1200 km di autonomia: la rivoluzione dello stato solido
Il dato che fa più impressione è senza dubbio l'autonomia dichiarata di 1200 km con un singolo ciclo di carica (standard CLTC). Questo risultato eccezionale è reso possibile dalla nuova batteria a stato solido sviluppata internamente da Xiaomi. A differenza delle tradizionali batterie agli ioni di litio, quelle a stato solido utilizzano un elettrolita solido, garantendo una densità energetica superiore, maggiore sicurezza (rischio di incendio quasi nullo) e tempi di ricarica drasticamente ridotti. Mentre costruttori blasonati come Tesla e Porsche continuano a perfezionare la tecnologia esistente, Xiaomi dimostra di saper innovare in modo radicale, offrendo una soluzione concreta a uno dei principali limiti delle auto elettriche.
Prestazioni e tecnologia da hypercar
La SU9 non è solo autonomia. Le prestazioni sono da vera sportiva, con una configurazione a doppio motore in grado di spingerla da 0 a 100 km/h in appena 2.5 secondi. Ma è sul fronte tecnologico che Xiaomi gioca le sue carte migliori. L'auto è equipaggiata con il sistema di guida autonoma avanzato "Xiaomi Pilot Pro", che si avvale di sensori LiDAR, telecamere ad alta definizione e un potente chip per l'elaborazione dei dati. L'intero abitacolo è dominato dal sistema operativo HyperOS, che integra perfettamente l'auto con l'ecosistema di prodotti Xiaomi, trasformando l'esperienza di guida.
- Batteria: A stato solido con autonomia fino a 1200 km (CLTC).
- Motore: Doppio motore a trazione integrale.
- Accelerazione (0-100 km/h): 2.5 secondi.
- Sistema di guida: Xiaomi Pilot Pro con sensori LiDAR.
- Infotainment: HyperOS con display centrale rotante da 16 pollici.
- Prezzo (stimato): A partire da 55.000 euro.
Ancora una volta, Xiaomi dimostra che l'alta tecnologia non deve essere necessariamente sinonimo di prezzi proibitivi. La SU9 si profila come una seria minaccia per i giganti dell'automotive, non solo per Tesla ma anche per i marchi premium tedeschi. Offrendo un pacchetto di autonomia, prestazioni e innovazione tecnologica a un prezzo così competitivo, Xiaomi potrebbe accelerare la transizione verso l'elettrico e ridefinire le regole del mercato.
Di Alex (pubblicato @ 12:00:00 in Gadgets vari, letto 212 volte)

Motorola Moto Tag
Finalmente anche l'ecosistema Android ha i suoi tracker avanzati per non perdere più di vista oggetti personali come chiavi, zaini e portafogli. Motorola lancia ufficialmente il suo Moto Tag, un piccolo ma potente localizzatore Bluetooth che si integra perfettamente con la rete "Trova il mio dispositivo" di Google. Sfruttando la tecnologia Ultra-Wideband (UWB), questo dispositivo promette una localizzazione precisa, ponendosi come diretto concorrente degli AirTag di Apple in ambito Android.
L'integrazione con la rete di Google
Il vero punto di forza del Moto Tag è la sua piena compatibilità con la rete "Trova il mio dispositivo" (Find My Device) di Google. Questa rete sfrutta la potenza di milioni di dispositivi Android in tutto il mondo per creare una mappa crowdsourced. Quando un oggetto a cui è agganciato il Moto Tag viene smarrito, non si affida solo al Bluetooth del proprietario, ma può essere localizzato in modo anonimo da qualsiasi smartphone Android compatibile che si trovi nelle vicinanze. Questo amplia enormemente il raggio di ritrovamento, rendendo il sistema efficace anche a grandi distanze.
Precisione millimetrica con Ultra-Wideband
A differenza di molti tracker che usano solo il Bluetooth, il Motorola Moto Tag integra anche la tecnologia Ultra-Wideband (UWB). Questa tecnologia, supportata dagli smartphone più recenti, permette una localizzazione di prossimità incredibilmente precisa. Tramite l'app "Trova il mio dispositivo", sarà possibile visualizzare a schermo indicazioni direzionali e una stima della distanza in metri, guidando l'utente verso l'oggetto smarrito con una precisione quasi millimetrica, in modo simile a quanto accade con gli AirTag e la Precision Finding di Apple.
Design, sicurezza e specifiche tecniche
Il Moto Tag è progettato per essere versatile e resistente. Il suo design compatto lo rende facile da agganciare a qualsiasi oggetto e la certificazione IP67 garantisce la resistenza all'acqua e alla polvere. Un pulsante multifunzione permette di far suonare il telefono associato o di essere usato come scatto remoto per la fotocamera. La privacy è gestita tramite la rete Google, che assicura che solo il proprietario possa visualizzare la posizione del tag.
- Connettività: Bluetooth Low Energy (LE), Ultra-Wideband (UWB)
- Compatibilità: Rete "Trova il mio dispositivo" di Google
- Batteria: CR2032 sostituibile, durata fino a 1 anno
- Certificazione: IP67 (resistenza ad acqua e polvere)
- Funzioni aggiuntive: Pulsante multifunzione programmabile
- Dimensioni: Compatte per portachiavi, zaini, bagagli
In conclusione, il Motorola Moto Tag rappresenta un tassello fondamentale per l'ecosistema Android, offrendo finalmente un'alternativa valida e tecnologicamente avanzata agli AirTag. La combinazione della vasta rete "Trova il mio dispositivo" di Google e la precisione della tecnologia UWB lo rendono uno strumento indispensabile per chiunque tema di perdere i propri oggetti di valore. Con un design robusto e una batteria di lunga durata, si candida a diventare il tracker di riferimento per tutti gli utenti del robottino verde.
Di Alex (pubblicato @ 07:00:00 in Smartphone Android, letto 398 volte)

Honor Magic V5
Honor ha ufficialmente presentato il suo nuovo smartphone pieghevole, il Magic V5. Un dispositivo che, almeno sulla carta, ha tutte le carte in regola per impensierire il leader del mercato, Samsung. Con un prezzo di listino che parte da 1.999 euro, ma che scende a 1.699 euro con il coupon di lancio, si posiziona in una fascia di prezzo competitiva, paragonabile a quella di un flagship tradizionale con specifiche di alto livello. La vera domanda è: basterà per convincere gli utenti a passare a un foldable?
Design e display: la comodità prima di tutto
Uno degli aspetti più interessanti del Magic V5 è il suo form factor. Honor ha lavorato per rendere il dispositivo il più maneggevole possibile, con un display esterno che ha le dimensioni di un telefono tradizionale. Questo significa che non ci sono compromessi nell'uso di tutti i giorni: non è né più stretto né più lungo di uno smartphone classico. Una scelta che premia la praticità e che potrebbe convincere anche i più scettici.
Fotocamera: luci e ombre
Il comparto fotografico è spesso il tallone d'Achille degli smartphone pieghevoli. Il Magic V5 non fa eccezione. Se da un lato le modalità ritratto con i profili dello studio Harcourt offrono risultati eccezionali, dall'altro si nota un post-processing a tratti troppo aggressivo, che crea un effetto "dipinto a olio" innaturale, specialmente in condizioni di luce non ottimali. I colori, inoltre, tendono a essere eccessivamente saturi, per un look più "social" che realistico. È disponibile il formato RAW per chi vuole un maggiore controllo, ma in modalità "punta e scatta" non raggiunge i livelli di concorrenti come Pixel e iPhone.
Batteria e ricarica: proprietaria è meglio?
Il Magic V5 supporta sia la ricarica rapida a filo che quella wireless. Tuttavia, per raggiungere le massime velocità è necessario utilizzare il caricatore e il cavo proprietari di Honor, che non sono inclusi nella confezione. Una scelta che potrebbe far storcere il naso a chi preferisce standard più universali come il Power Delivery.
Software: un'esperienza a metà
Il vero potenziale di uno smartphone pieghevole si esprime nel software. Purtroppo, ancora oggi sono poche le app ottimizzate per uno schermo "quadrato" come quello interno del Magic V5. La soluzione migliore, al momento, è quella di utilizzare due app affiancate, ma si tratta di un compromesso che non sfrutta appieno le potenzialità del dispositivo.
$In conclusione, l'Honor Magic V5 è un dispositivo interessante, che mostra i progressi fatti nel settore dei pieghevoli. Tuttavia, ci sono ancora dei compromessi da accettare, soprattutto per quanto riguarda il comparto fotografico e l'ottimizzazione del software. La sfida a Samsung è lanciata, ma la strada per la conquista del mercato è ancora lunga.$
Fotografie del 30/08/2025
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