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Criptozoologia: l'analisi scientifica dei criptidi, tra folklore e pseudoscienza
Di Alex (del 19/10/2025 @ 06:00:00, in Scienza e Misteri, letto 27 volte)

Un collage di illustrazioni stilizzate di criptidi famosi come Bigfoot, il Mostro di Loch Ness e il Chupacabra.
Bigfoot, il Mostro di Loch Ness, lo Yeti: creature leggendarie la cui esistenza non è mai stata provata. La loro ricerca è l'oggetto della criptozoologia, una sottocultura che si propone di studiare gli "animali nascosti" o criptidi. Ma qual è la posizione della scienza ufficiale? Sebbene affascinante, la criptozoologia è considerata una pseudoscienza, poiché non segue il metodo scientifico rigoroso. ARTICOLO COMPLETO
Definizione e origini
Il termine "criptozoologia" fu coniato negli anni '50 dallo zoologo Bernard Heuvelmans e significa letteralmente "studio degli animali nascosti". Si riferisce alla ricerca di specie la cui esistenza è solo ipotizzata, basandosi su testimonianze aneddotiche, folklore, miti e presunte prove fisiche non verificate. I criptozoologi si concentrano su creature imponenti e misteriose, spesso etichettate come "mostri", che si discostano notevolmente dalle specie conosciute.
La critica della comunità scientifica
La scienza tradizionale classifica la criptozoologia come una pseudoscienza per diverse ragioni fondamentali. La critica principale è la sua metodologia: invece di partire da prove concrete per formulare un'ipotesi, la criptozoologia spesso parte dalla convinzione che una creatura esista e cerca prove a sostegno, ignorando o minimizzando le spiegazioni alternative. I suoi pilastri sono quasi esclusivamente racconti di testimoni oculari, foto e video sfuocati e reperti organici che, una volta analizzati, si rivelano appartenere ad animali noti o a falsi. Manca il requisito fondamentale della scienza: la capacità di formulare ipotesi falsificabili e di sottoporle a un rigoroso processo di verifica da parte della comunità scientifica.
Le "prove" a favore e le scoperte reali
I sostenitori della criptozoologia spesso citano la scoperta di animali un tempo ritenuti mitologici come prova della validità del loro campo. Esempi classici sono il gorilla di montagna, che all'inizio del XX secolo era considerato una leggenda locale, o l'okapi, un parente della giraffa che sembrava uscito da un bestiario medievale. Un altro caso celebre è quello del celacanto, un pesce ritenuto estinto da 65 milioni di anni e riscoperto vivo nel 1938. Tuttavia, c'è una differenza cruciale: queste scoperte sono state fatte da zoologi e naturalisti che lavoravano all'interno del paradigma scientifico, non da "cacciatori di mostri". Hanno seguito piste, raccolto esemplari e li hanno classificati secondo la tassonomia scientifica, un processo ben diverso dalla ricerca di creature del folklore.
La criptozoologia occupa uno spazio affascinante tra il desiderio umano di mistero e la necessità scientifica di prove. Sebbene le sue metodologie non siano scientifiche, l'interesse per i criptidi ha un valore culturale e antropologico, riflettendo le nostre paure, la nostra immaginazione e il nostro rapporto con un mondo naturale che non abbiamo ancora esplorato del tutto. La scienza continua a scoprire nuove specie ogni anno, ma lo fa attraverso un lavoro meticoloso e verificabile, non inseguendo le ombre delle leggende.
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