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Fusione nucleare: l'energia delle stelle per l'intelligenza artificiale del futuro
Di Alex (del 21/07/2025 @ 18:57:17, in Sviluppo sostenibile, letto 225 volte)
Schema di un reattore a fusione di tipo Tokamak.
Schema di un reattore a fusione di tipo Tokamak.

Da un lato, la fame insaziabile di energia dell'intelligenza artificiale. Dall'altro, la promessa di una fonte energetica pulita, sicura e praticamente illimitata. La fusione nucleare, il processo che alimenta il Sole, potrebbe essere la risposta definitiva alla crescente domanda delle server farm che addestrano le nostre IA. Ma a che punto siamo davvero? E quando vedremo questa tecnologia rivoluzionaria alimentare il cloud? Scopriamolo insieme.

Cos'è la fusione nucleare e perché è diversa
Prima di tutto, un piccolo ripasso, senza troppi tecnicismi. A differenza della fissione nucleare – la tecnologia delle attuali centrali, che spezza atomi pesanti come l'uranio – la fusione fa l'esatto contrario: unisce nuclei di elementi leggeri, come il deuterio e il trizio (isotopi dell'idrogeno), per formare un nucleo più pesante (elio). Questo processo rilascia un'enorme quantità di energia.

I vantaggi sono immensi: niente scorie radioattive a lunga vita, nessun rischio di incidenti catastrofici come Chernobyl o Fukushima e un combustibile abbondante (il deuterio si ricava dall'acqua di mare). La sfida? Raggiungere e mantenere le condizioni estreme necessarie per la reazione: temperature di oltre 100 milioni di gradi Celsius. Praticamente, dobbiamo costruire una stella in una scatola.

Lo stato dell'arte: tra giganti pubblici e startup agili
La strada verso la fusione commerciale è lunga e si divide principalmente in due percorsi paralleli: i grandi progetti internazionali e le startup private, spesso più agili e aggressive.

Il progetto più famoso è senza dubbio ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), in costruzione nel sud della Francia. Frutto di una collaborazione globale, ITER non è progettato per produrre elettricità, ma per dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione, generando più energia di quanta ne consumi per innescare la reazione. I tempi, però, sono quelli di un colosso burocratico: le ultime stime parlano di prime reazioni significative con deuterio e trizio non prima del 2039. Dopo ITER, toccherà a DEMO, il primo prototipo di reattore connesso alla rete elettrica, la cui operatività è prevista realisticamente per il 2050 o oltre.

Ed è qui che le cose si fanno interessanti. Mentre i progetti governativi avanzano con passo lento, diverse startup stanno accelerando, attirando investimenti miliardari. E chi troviamo in prima fila a scommettere su di loro? I giganti della tecnologia, gli stessi che hanno un disperato bisogno di energia per le loro IA.


  • Commonwealth Fusion Systems (CFS): Spin-off del MIT, sta sviluppando un reattore compatto grazie a potentissimi magneti. Google ha già firmato un accordo per l'acquisto di energia dalla futura centrale di CFS, che dovrebbe diventare operativa nei primi anni '30.

  • Helion: Questa startup, che utilizza un approccio diverso, ha un accordo ancora più diretto. Microsoft ha siglato un contratto per acquistare energia da Helion a partire dal 2028, una scadenza incredibilmente ambiziosa.


L'intelligenza artificiale: un appetito energetico incontenibile
L'addestramento di modelli di IA richiede una potenza di calcolo spaventosa. Le server farm globali consumano già oggi più energia di intere nazioni e con l'evoluzione dell'IA generativa questo consumo è destinato a esplodere. Secondo alcune stime, il settore dell'IA potrebbe arrivare a consumare fino al 10% dell'elettricità mondiale entro pochi anni. Trovare una fonte di energia pulita e costante non è un'opzione, ma una necessità.

Server farm a fusione: un futuro possibile, ma non imminente
Quindi, le centrali a fusione potranno alimentare le server farm del futuro? La risposta è sì, ma con molta pazienza. Gli accordi tra Google, Microsoft e le startup della fusione sono al momento delle "prenotazioni" strategiche per garantirsi una fornitura di energia pulita non appena sarà disponibile. Realisticamente, le prime centrali commerciali potrebbero iniziare a fornire energia alla rete tra il 2030 e il 2035, contribuendo al mix energetico generale.

Per ora, la fame energetica dell'IA continuerà a essere saziata da fonti rinnovabili tradizionali come solare ed eolico. La fusione resta l'orizzonte, la soluzione finale a cui tutti guardano. Un traguardo non così vicino, ma che, grazie all'accelerazione del settore privato, oggi appare un po' più concreto.

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