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Il telescopio James Webb conferma la teoria di Einstein con otto spettacolari anelli cosmici
Di Alex (del 06/10/2025 @ 07:51:49, in Scienza e Spazio, letto 92 volte)

Una delle otto immagini di lenti gravitazionali catturate dal telescopio spaziale James Webb.
Il telescopio James Webb (JWST) ha catturato una nuova, straordinaria immagine che mostra otto esempi del fenomeno cosmico della lente gravitazionale. Queste galassie distorte, che appaiono allungate o piegate in cerchi quasi perfetti, offrono una spettacolare conferma visiva di una teoria predetta da Albert Einstein oltre un secolo fa, dimostrando come la gravità possa curvare la luce. LEGGI TUTTO
Cos'è una lente gravitazionale?
Per comprendere queste immagini, bisogna immaginare lo spazio come un tessuto elastico. Un oggetto di grande massa, come un'intera galassia, deforma questo tessuto con la sua gravità. Quando la luce proveniente da una galassia ancora più distante passa attraverso questo spazio deformato, il suo percorso viene curvato. Se l'allineamento tra la galassia distante, quella massiccia in primo piano e il telescopio è perfetto, la luce della galassia sullo sfondo viene distorta fino a formare archi o, in casi rari, un anello luminoso completo.
Questo cerchio di luce è noto come "anello di Einstein", dal nome del fisico che per primo ne teorizzò l'esistenza. Sebbene gli anelli perfetti siano rari, gli archi e le distorsioni parziali sono più comuni e offrono comunque informazioni preziose agli astronomi.
L'importanza del progetto COSMOS-Web
Queste nuove immagini provengono da COSMOS-Web, uno dei più grandi programmi di osservazione mai intrapresi con il JWST. Gli scienziati hanno dedicato 255 ore di tempo del telescopio per osservare oltre 42.000 galassie, identificando più di 400 possibili esempi di anelli di Einstein. Gli otto mostrati in questa nuova immagine sono tra i più spettacolari mai scoperti.
Uno degli esempi più notevoli è un cerchio perfetto, catalogato come COSJ100024+015334, che ci mostra una galassia com'era quando l'universo aveva solo un miliardo di anni, una piccola frazione della sua età attuale di oltre 13 miliardi di anni.
Una finestra sull'universo primordiale
Il fenomeno della lente gravitazionale è molto più di una semplice curiosità cosmica. Funziona come una sorta di "lente d'ingrandimento" naturale, che amplifica la luce di galassie lontanissime che altrimenti sarebbero troppo deboli per essere viste. Questo permette agli scienziati di studiare l'universo primordiale con un dettaglio senza precedenti.
Inoltre, misurando l'entità della distorsione, gli astronomi possono calcolare la massa della galassia che agisce come lente, inclusa la misteriosa materia oscura, che non emette luce e non può essere osservata direttamente. Grazie alla visione a infrarossi più nitida del JWST rispetto a quella di Hubble, queste nuove immagini rivelano dettagli prima nascosti e hanno portato alla scoperta di galassie completamente nuove, il cui colore rosso indica una grande distanza e la presenza di polvere cosmica.
Queste straordinarie "finestre sul passato" non solo confermano ancora una volta la genialità delle teorie di Einstein, ma aprono anche nuove strade per comprendere come si sono formate le prime galassie e come la materia oscura ha plasmato il cosmo fin dalle sue origini.
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