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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 13/10/2025

Problemi di leggibilità e contrasto con il nuovo effetto Liquid Glass di macOS Tahoe
L'introduzione di Liquid Glass in macOS 26 Tahoe, una revisione estetica che mira a combinare le qualità ottiche del vetro con un senso di fluidità, ha scatenato un'ondata di feedback contrastanti nella comunità di utenti. Sebbene l'obiettivo sia offrire un'esperienza coinvolgente, molti lamentano che l'esecuzione è "incoerente e approssimativa", causando problemi di usabilità, calo delle prestazioni e un notevole consumo della batteria. La novità stilistica è vista da alcuni come un passo indietro in termini di coerenza e accessibilità, tanto da spingere gli utenti a disattivare l'effetto subito dopo l'installazione. ARTICOLO COMPLETO
Problemi di leggibilità e contrasto
Molte delle critiche più forti riguardano la diminuzione dell'usabilità e della leggibilità. L'eccessiva trasparenza e la traslucenza, elementi centrali del design Liquid Glass, sono spesso percepite come una distrazione e rendono l'interfaccia meno pratica nell'uso quotidiano.
Il problema principale è legato al contrasto ridotto. Gli elementi con sfondo traslucido, in particolare quando il testo o le icone sono bianche e si sovrappongono a sfondi luminosi o complessi, rendono il testo difficile da leggere. Alcuni utenti hanno segnalato che la barra degli strumenti di Safari, una volta trasparente, è "quasi inutilizzabile" quando mostra risultati immediati. Questa mancanza di chiarezza ha sollevato campanelli d'allarme, con esperti che hanno suggerito che il design di Liquid Glass potrebbe rappresentare un passo falso in termini di accessibilità, specialmente per gli utenti con problemi visivi o in ambienti molto luminosi.
Impatto su prestazioni e durata della batteria
Un altro tema ricorrente nei forum e nelle recensioni è il significativo calo delle prestazioni e l'aumento del consumo della batteria dopo l'aggiornamento a macOS Tahoe. Molti utenti hanno riportato una ridotta autonomia, anche durante un utilizzo leggero del Mac, e un'interfaccia utente complessivamente "lenta e non ottimizzata".
Questi problemi di fluidità, che includono animazioni lente e un sistema meno reattivo, hanno spinto alcuni possessori di Mac a tornare al precedente macOS Sequoia tramite installazione pulita, ritenendo Liquid Glass un "enorme errore" che ha compromesso l'usabilità. Alcuni hanno notato un calo percepibile nella fluidità dello scorrimento e un aumento notevole dell'utilizzo della GPU, mitigabile solo attivando l'opzione "Riduci trasparenza" nelle impostazioni di Accessibilità.
Incoerenza del design e problemi di controllo qualità
La comunità di sviluppatori e gli utenti avanzati hanno criticato l'implementazione di Liquid Glass come "incoerente, approssimativa e piena di bug". Alcuni sviluppatori hanno definito Liquid Glass una "release alpha" concettualmente incompiuta.
- Elementi dell'interfaccia, come la barra del menu, che appaiono completamente trasparenti e ingombrano lo schermo.
- Problemi di allineamento dei pulsanti e incongruenze tra la modalità chiara e quella scura.
- Mancanza dell'effetto Liquid Glass su alcuni controlli segmentati o menu a discesa, che porta a un aspetto frammentato dell'interfaccia utente.
- L'interfaccia in alcune app, come Musica, ha visto i controlli spostati e le barre di stato rimosse, creando un'esperienza utente peggiore.
- Bug più gravi, come l'impossibilità di cliccare sui pulsanti di chiusura di finestre sovrapposte a causa di una sfocatura del bordo.
Nonostante le intenzioni di Alan Dye, Vicepresidente del Design dell'Interfaccia Umana di Apple, che ha definito Liquid Glass una base per le "esperienze future", l'attuale implementazione su macOS Tahoe ha incontrato un muro di scetticismo. Sebbene lo sforzo di unificare il design su tutte le piattaforme sia ammirevole, l'opinione prevalente è che la forma abbia prevalso sulla funzione. Per molti, la soluzione immediata è disattivare l'effetto "Liquid Glass" tramite i comandi del Terminale, ripristinando un look classico e pulito che è risultato, per ora, più funzionale.
Di Alex (pubblicato @ 20:00:00 in Scienza e Spazio, letto 26 volte)

Una rappresentazione artistica delle galassie primordiali scoperte dal telescopio James Webb
Il telescopio spaziale James Webb continua a rivoluzionare la nostra comprensione dell'universo. L'ultima scoperta, guidata dai ricercatori dell'Università del Missouri, ha identificato circa 300 oggetti cosmici misteriosi, più luminosi di quanto qualsiasi modello teorico potesse prevedere per l'universo primordiale. Potrebbero essere tra le galassie più antiche mai osservate, e la loro esistenza costringe gli scienziati a riconsiderare le teorie sulla formazione galattica.
Come sono stati individuati questi oggetti?
I ricercatori hanno utilizzato i potenti strumenti a infrarossi del James Webb Space Telescope (JWST) per scrutare le profondità del cosmo. Hanno applicato una tecnica consolidata chiamata "dropout", che permette di identificare galassie ad alto "redshift". Il redshift è l'allungamento della luce verso lunghezze d'onda più rosse, un fenomeno che si verifica quando un oggetto si allontana da noi. Un redshift elevato indica una distanza enorme e, di conseguenza, un'epoca molto vicina al Big Bang. Questi oggetti appaiono nelle immagini a infrarossi ma "svaniscono" a lunghezze d'onda più blu, un chiaro indizio della loro natura primordiale.
Perché sono un'anomalia?
Il vero mistero risiede nella loro luminosità. Secondo i modelli cosmologici attuali, le prime galassie avrebbero dovuto formarsi lentamente, accumulando gas e stelle nel corso di centinaia di milioni di anni. Di conseguenza, dovrebbero apparirci come oggetti deboli e poco sviluppati. I 300 candidati individuati dal Webb, invece, sono sorprendentemente brillanti. Questa luminosità suggerisce una formazione stellare molto più rapida e intensa di quanto si pensasse possibile in un universo così giovane, sfidando le nostre attuali conoscenze sulla fisica della formazione galattica.
Le implicazioni: riscrivere i libri di testo?
Questa scoperta ha implicazioni profonde. Se anche solo una piccola parte di questi 300 oggetti venisse confermata spettroscopicamente come galassie primordiali, gli astronomi sarebbero costretti a rivedere radicalmente le teorie esistenti. Potrebbe significare che le prime stelle e i primi buchi neri si siano formati molto prima e siano cresciuti molto più velocemente di quanto ipotizzato. In passato, oggetti così brillanti venivano spesso scartati e classificati come fenomeni diversi, ma i dati del Webb suggeriscono che è tempo di riconsiderare queste ipotesi.
Ancora una volta, il telescopio James Webb non si limita a confermare ciò che sappiamo, ma apre finestre su un universo più strano e complesso di quanto avessimo mai immaginato. Questi 300 puntini luminosi nell'oscurità primordiale rappresentano un nuovo, affascinante enigma che impegnerà gli scienziati per gli anni a venire, promettendo di svelare nuovi segreti sulle nostre origini cosmiche.

L'ultrabook Asus Zenbook S14 con processore Intel Lunar Lake
Asus presenta il nuovo Zenbook S14, un ultrabook che non è solo un aggiornamento hardware, ma un vero e proprio manifesto della nuova era Intel. Al suo interno batte un processore della famiglia Lunar Lake, la risposta di Intel ai chip Apple Silicon. L'obiettivo? Massima efficienza energetica senza sacrificare le prestazioni, soprattutto nell'utilizzo a batteria. Un portatile elegante, leggero e che promette di cambiare le regole del gioco per l'ecosistema Windows.
Design premium e portabilità estrema
Lo Zenbook S14 si distingue per un design sobrio e premium. La scocca è realizzata in "Ceraluminum", una lega di alluminio trattata per ottenere una resistenza ai graffi simile alla ceramica, piacevole al tatto e alla vista. Con un peso di appena 1,2 kg e uno spessore di soli 12,95 mm, si conferma come uno degli ultrabook più leggeri e sottili della sua categoria, ideale per chi lavora in mobilità. La qualità costruttiva è eccellente, con una struttura rigida che non flette sotto pressione.
Il cuore pulsante: Intel Lunar Lake alla prova
La vera novità è all'interno. I nuovi processori Intel Lunar Lake rappresentano un cambio di rotta epocale per l'azienda, con un focus maniacale sull'efficienza. Nell'uso quotidiano, lo Zenbook S14 è una scheggia: tutto gira alla perfezione, le temperature restano contenute e le ventole sono quasi sempre silenziose. Ma il salto di qualità più impressionante è nell'uso a batteria: le prestazioni rimangono sostanzialmente identiche a quando il notebook è collegato alla corrente, eliminando uno dei più grandi compromessi dei portatili Windows del passato.
Display e audio: un'esperienza multimediale di alto livello
Il portatile monta un superbo pannello OLED da 14 pollici con risoluzione 3K (2880 x 1800 pixel). La qualità visiva è eccezionale, con colori vibranti, neri assoluti e un contrasto elevatissimo, come da tradizione per questa tecnologia. L'esperienza visiva è immersiva e appagante, sia per la produttività che per la fruizione di contenuti multimediali. Anche il comparto audio, curato da harman/kardon, si difende bene, offrendo un suono pulito e con un volume sorprendente per le dimensioni del dispositivo.
Autonomia: la vera rivoluzione
Grazie all'efficienza dei chip Lunar Lake, l'autonomia è uno dei principali punti di forza di questo Zenbook S14. Si riesce a coprire un'intera giornata lavorativa con un utilizzo misto senza doversi preoccupare di cercare una presa di corrente. Questo risultato, unito alle prestazioni costanti anche a batteria, posiziona finalmente i notebook Windows come veri competitor dei MacBook di Apple sul piano dell'efficienza e della mobilità.
L'Asus Zenbook S14 con Intel Lunar Lake non è solo un ottimo ultrabook, ma il simbolo di una svolta. È il portatile che gli utenti Windows aspettavano: potente, leggero, con un display fantastico e, finalmente, un'autonomia che non costringe a compromessi. Se cercate il massimo della portabilità e dell'efficienza senza rinunciare all'ecosistema di Microsoft, questo è il prodotto da battere.
Di Alex (pubblicato @ 12:00:00 in Intelligenza Artificiale, letto 37 volte)

Il logo di Apple Intelligence con un lucchetto a simboleggiare la privacy
Apple ha finalmente svelato la sua visione per l'intelligenza artificiale: Apple Intelligence. Non una semplice IA, ma un sistema di "intelligenza personale" profondamente integrato in iOS, iPadOS e macOS. L'approccio è chiaro: la maggior parte delle elaborazioni avviene direttamente sul dispositivo per garantire massima privacy e reattività. Per le richieste più complesse, interviene il Private Cloud Compute, un sistema cloud che non memorizza i dati.
Cosa può fare Apple Intelligence?
Le nuove funzionalità sono trasversali a tutto il sistema operativo. I "Writing Tools" permettono di riscrivere, riassumere e correggere testi in Mail, Note e altre app. "Image Playground" consente di creare immagini e animazioni in tre stili (Animation, Illustration, Sketch) partendo da una descrizione testuale. Nascono anche le "Genmoji", emoji personalizzate create al volo. Inoltre, l'IA è in grado di creare riassunti di pagine web, messaggi, email e notifiche, dando priorità a quelle più importanti.
Siri diventa superpotente e l'integrazione con ChatGPT
Siri beneficia di un potenziamento radicale. Ora ha una comprensione del linguaggio molto più naturale e consapevole del contesto personale dell'utente. Può eseguire azioni complesse all'interno delle app e concatenare richieste. Quando una richiesta esula dalle sue capacità, Siri può chiedere il permesso all'utente di interpellare ChatGPT di OpenAI. Questa integrazione è opzionale, disattivata di default e ogni singola richiesta necessita di un'autorizzazione esplicita, garantendo che nessun dato venga condiviso senza consenso.
Privacy prima di tutto: on-device e Private Cloud Compute
Il fulcro della strategia di Apple è la privacy. Molte funzioni di Apple Intelligence vengono elaborate direttamente sul dispositivo ("on-device"), grazie alla potenza dei chip Apple Silicon. Per le operazioni che richiedono maggiore potenza di calcolo, Apple ha creato il "Private Cloud Compute": i dati vengono inviati a server speciali che utilizzano chip Apple, ma non vengono mai archiviati né resi accessibili a Apple stessa, garantendo una privacy crittografata end-to-end. L'utente non può scegliere se usare il cloud o meno, il sistema decide in automatico in base alla complessità della richiesta.
Dispositivi compatibili: perché servono i chip più recenti
Apple Intelligence richiede una notevole potenza di calcolo e, soprattutto, una grande quantità di memoria RAM. Per questo motivo, la compatibilità è limitata ai dispositivi più recenti e performanti. Sarà disponibile su iPhone 15 Pro e successivi (dotati di chip A17 Pro o superiore e almeno 8GB di RAM), e su tutti gli iPad e Mac con processori della serie M (da M1 in poi).
Con Apple Intelligence, l'azienda di Cupertino non rincorre la concorrenza, ma traccia la propria strada, mettendo al centro l'esperienza utente e una privacy senza compromessi. Un approccio che potrebbe non solo definire il futuro dei suoi dispositivi, ma anche stabilire un nuovo standard per l'intelligenza artificiale personale e responsabile.
Di Alex (pubblicato @ 07:00:00 in Smartphone Android, letto 91 volte)

La nuova famiglia di smartphone Xiaomi 17
Xiaomi lancia ufficialmente in Cina la sua nuova famiglia di flagship, la serie 17, composta da tre modelli pronti a ridefinire il mercato. Con il potente processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5 come cuore pulsante per tutti, le vere differenze emergono nei dettagli. Il modello Pro introduce un innovativo display posteriore, mentre la variante Pro Max punta tutto su un'autonomia da record con una batteria da 7.500mAh. Una line-up che alza l'asticella.
Caratteristiche comuni e il cuore pulsante
Tutti e tre i modelli della serie Xiaomi 17 condividono la potentissima piattaforma mobile Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5, affiancata da memorie RAM LPDDR5X e storage UFS 4.1, garantendo prestazioni di altissimo livello. La connettività è al top con supporto 5G dual SIM, WiFi 7 e Bluetooth 5.4. Il sistema operativo è il nuovo Xiaomi HyperOS 3 e tutti i dispositivi godono della certificazione di resistenza ad acqua e polvere IP68.
Xiaomi 17: il modello base che non delude
Il modello d'ingresso si presenta con un display OLED da 6,3 pollici a 120Hz e una batteria da ben 7.000mAh con ricarica rapida da 100W. Il comparto fotografico, curato da Leica, vanta un sensore principale Light Hunter 950 da 50MP, un tele flottante da 50MP e un ultra-grandangolare da 50MP.
- Display: OLED 6,3" 1.5K, 120Hz, 3.500 nit (picco)
- Processore: Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5
- Memoria: 12GB RAM / 256GB o 512GB storage
- Fotocamere posteriori: 50MP principale + 50MP tele flottante + 50MP ultra-grandangolare
- Fotocamera anteriore: 50MP
- Batteria: 7.000mAh con ricarica 100W cablata e 50W wireless
Xiaomi 17 Pro: l'innovazione del doppio display
La versione Pro mantiene le dimensioni del display principale del modello base ma introduce una vera novità: un secondo schermo AMOLED da 2,7 pollici sul retro, incastonato nel modulo fotografico. Questo permette di scattare selfie con le fotocamere principali e visualizzare notifiche. La batteria è da 6.300mAh, mentre il comparto fotografico vede l'introduzione di un tele a periscopio Leica con zoom ottico 5x.
- Display: AMOLED 6,3" 1.5K, 120Hz + Posteriore AMOLED 2,7"
- Processore: Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5
- Memoria: 12GB o 16GB RAM / 256GB, 512GB o 1TB storage
- Fotocamere posteriori: 50MP principale + 50MP tele periscopio 5x + 50MP ultra-grandangolare
- Fotocamera anteriore: 50MP
- Batteria: 6.300mAh con ricarica 100W cablata e 50W wireless
Xiaomi 17 Pro Max: il gigante dell'autonomia
Il modello di punta è un vero "camera-phone" votato all'autonomia. Il display principale cresce a 6,9 pollici e quello secondario a 2,9 pollici. Ma il dato più impressionante è la batteria, che raggiunge i 7.500mAh, un valore record per la categoria, pur mantenendo la ricarica rapida a 100W. Il comparto fotografico è simile a quello del Pro, ma con un teleobiettivo Leica Super Focus ulteriormente ottimizzato.
- Display: AMOLED 6,9", 120Hz + Posteriore AMOLED 2,9"
- Processore: Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5
- Memoria: 12GB o 16GB RAM / 512GB o 1TB storage
- Fotocamere posteriori: 50MP principale + 50MP tele Super Focus 5x + 50MP ultra-grandangolare
- Fotocamera anteriore: 50MP
- Batteria: 7.500mAh con ricarica 100W cablata e 50W wireless
Con la serie 17, Xiaomi non si limita ad aggiornare le specifiche, ma introduce elementi di design e funzionali distintivi, come il display posteriore, e spinge sull'autonomia. Una strategia chiara per differenziarsi in un mercato affollato e lanciare il guanto di sfida ai principali competitor, Apple e Samsung in primis.
Fotografie del 13/10/2025
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