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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Alex (del 11/10/2025 @ 20:00:00, in Scienza e Spazio, letto 175 volte)

Yunxian 2.
Non si tratta di un semplice ritrovamento, ma di una scoperta che potrebbe innescare una rivoluzione nella paleoantropologia. Una nuova, straordinaria analisi del cranio fossile noto come "Yunxian 2" minaccia di riscrivere le nostre origini, retrodatando la comparsa dei nostri antenati di centinaia di migliaia di anni e dipingendo un quadro dell'evoluzione umana molto più complesso e affascinante di quanto avessimo mai immaginato. La nostra storia potrebbe essere molto più antica e intricata.
Il lungo viaggio di Yunxian 2
La storia di questo fossile inizia nel 1990, quando fu scoperto nella provincia di Hubei, in Cina. Per decenni, il cranio di Yunxian 2 è rimasto un enigma per gli scienziati. La sua importanza era evidente, ma il suo potenziale informativo era bloccato da un problema insormontabile: il fossile era gravemente danneggiato, schiacciato e deformato da un milione di anni di processi geologici. Le tecnologie dell'epoca non permettevano di studiarne la morfologia originale, lasciando la sua vera identità avvolta nel mistero.[18]
La tecnologia come macchina del tempo
La svolta è arrivata non da un nuovo scavo, ma da un laboratorio. Un team internazionale di ricercatori ha applicato al vecchio fossile le più moderne tecnologie di imaging e ricostruzione digitale. Attraverso una combinazione di tomografia computerizzata (CT) ad alta risoluzione, scansioni a luce strutturata e sofisticati algoritmi software, gli scienziati sono stati in grado di "riparare" virtualmente il cranio, riportandolo alla sua forma tridimensionale originaria.[18] Questo processo ha trasformato un reperto quasi illeggibile in una fonte di dati senza precedenti, dimostrando come le innovazioni in campi come l'informatica e la medicina possano sbloccare segreti nascosti in reperti scoperti decenni fa. Il futuro della paleoantropologia potrebbe risiedere tanto negli archivi dei musei quanto nei nuovi siti di scavo.
Le rivelazioni: un nuovo ramo sull'albero genealogico umano
L'analisi del cranio ricostruito ha prodotto risultati sbalorditivi. Datato a circa un milione di anni fa, il fossile, inizialmente attribuito a una forma di *Homo erectus*, ha rivelato un inaspettato mosaico di caratteristiche. Pur mantenendo tratti arcaici, presenta affinità morfologiche significative non solo con il misterioso *Homo longi* (noto come "Uomo Drago"), ma anche con la linea evolutiva che avrebbe portato direttamente all'*Homo sapiens*.[18]
Questa scoperta è un colpo mortale per la visione tradizionale e lineare dell'evoluzione umana, spesso rappresentata come una "marcia del progresso" da una specie all'altra. Yunxian 2 suggerisce invece un modello molto più intricato, un "flusso intrecciato" o un cespuglio con molti rami, dove la nostra specie non è il punto di arrivo di una singola linea, ma il risultato di una storia complessa e interconnessa.
Le implicazioni: un passato più profondo e affollato
Le conseguenze di questa ricerca sono profonde. In primo luogo, la linea di discendenza che include gli esseri umani moderni potrebbe essere fino a 400.000 anni più antica di quanto si pensasse.[18] Questo significa che la separazione tra i nostri antenati diretti e altri gruppi di ominidi è avvenuta molto prima nel tempo.
In secondo luogo, il fossile rafforza l'idea che per la stragrande maggioranza della nostra storia evolutiva, il pianeta non era abitato da una sola specie umana, ma da un mondo "multi-umano". Diverse specie di ominidi, intelligenti e capaci, coesistevano, si diffondevano e forse interagivano in Asia e oltre per centinaia di migliaia di anni. La nostra attuale solitudine sul pianeta è un'eccezione recente, non la norma storica.
La scoperta di Yunxian 2 non chiude un capitolo, ma ne apre innumerevoli altri. Non fornisce risposte definitive, ma approfondisce il mistero di quel periodo cruciale dell'evoluzione umana che gli scienziati chiamano "the muddle in the middle" (il groviglio nel mezzo). Ci costringe ad abbracciare una visione più complessa e umile del nostro posto nella storia della vita, ricordandoci che il racconto delle nostre origini è ancora in gran parte da scrivere, e che le più grandi sorprese possono arrivare da un passato che pensavamo di conoscere già.
Di Alex (del 11/10/2025 @ 16:00:00, in Videogiochi, letto 179 volte)

La scheda grafica NVIDIA GeForce RTX 5060, un concentrato di tecnologia tra prestazioni e compromessi.
La GeForce RTX 5060 non è solo una nuova GPU, ma il lancio più critico di NVIDIA per questa generazione. Definisce l'esperienza di gioco base per la maggior parte dei PC builder, incarnando un conflitto centrale: la promessa dell'architettura Blackwell e di DLSS 4 contro i controversi 8GB di VRAM. Il suo debutto, segnato dal ritardo nel rilascio dei driver per le recensioni, ha alimentato un dibattito acceso sul suo reale valore e sulla strategia di NVIDIA per il mercato di massa. LEGGI TUTTO
Architettura Blackwell: un'analisi tecnica
La GeForce RTX 5060 introduce l'architettura Blackwell nel segmento mainstream, basata su un processo produttivo a 5 nm. Il cuore della scheda è la GPU GB206, che ospita 3840 CUDA core, 120 Tensor core di quinta generazione e 30 RT core di quarta generazione, dedicati rispettivamente al calcolo generico, all'intelligenza artificiale e al ray tracing.[7, 8] La novità più significativa risiede nel sottosistema di memoria, che adotta il nuovo standard GDDR7, capace di raggiungere una velocità di 28 Gbps. Tuttavia, questa innovazione è frenata da un bus di memoria a 128-bit, identico a quello della generazione precedente, che limita la larghezza di banda complessiva a 448 GB/s.[7, 8] Questo dettaglio tecnico è fondamentale per comprendere le prestazioni della scheda: un motore potente (memoria veloce) collegato a una trasmissione stretta (bus limitato).
- Architettura: Blackwell vs. Ada Lovelace (RTX 4060)
- GPU: GB206 vs. AD107
- CUDA Cores: 3840 vs. 3072
- Boost Clock: ~2497 MHz vs. ~2460 MHz
- Memoria: 8 GB GDDR7 vs. 8 GB GDDR6
- Velocità Memoria: 28 Gbps vs. 17 Gbps
- Bus Memoria: 128-bit vs. 128-bit
- Larghezza di Banda: 448.0 GB/s vs. 272.0 GB/s
- TDP: 145W vs. 115W
- MSRP di lancio: $299 vs. $299
Il campo di battaglia dei giochi: rasterizzazione contro ray tracing
Nei test di gioco, la RTX 5060 mostra una doppia personalità. Nelle prestazioni di rasterizzazione pura, ovvero senza l'ausilio di tecnologie di upscaling o ray tracing, i miglioramenti rispetto alla RTX 4060 sono modesti. In molti titoli moderni, la scheda offre un'esperienza fluida in Full HD (1080p), ma il limite degli 8 GB di VRAM emerge prepotentemente. Giochi come Cyberpunk 2077 con impostazioni ultra iniziano a mostrare segni di sofferenza, con cali di frame rate e stuttering legati all'esaurimento della memoria video.[9]
Tuttavia, la scheda cambia volto quando si attivano le tecnologie proprietarie di NVIDIA. Grazie ai nuovi RT core e, soprattutto, al DLSS 4 con Multi Frame Generation, la RTX 5060 è in grado di offrire prestazioni in ray tracing che erano impensabili per questa fascia di prezzo fino a poco tempo fa. In titoli supportati, l'attivazione del DLSS in modalità "Bilanciata" o "Performance" può portare a un raddoppio del frame rate, rendendo il gaming con effetti di luce realistici non solo possibile, ma godibile.[9] Questo sposta il valore della scheda dal suo silicio al software che è in grado di eseguire, trasformandola in un dispositivo quasi "software-defined", il cui potenziale è sbloccato dall'ecosistema NVIDIA.
La questione degli 8GB: un limite strategico?
La scelta di dotare la RTX 5060 di soli 8 GB di VRAM è la decisione più controversa e criticata. Sebbene sufficienti per molti giochi attuali a 1080p, questa quantità di memoria è già un collo di bottiglia per i titoli più esigenti e ne limita drasticamente la longevità.[9, 10] Non si tratta di un errore di valutazione, ma di una precisa strategia di segmentazione del mercato. Offrendo una versione "Ti" con 16 GB di VRAM a un prezzo superiore [11], NVIDIA crea un incentivo all'acquisto di modelli più costosi per gli utenti che desiderano una soluzione più a prova di futuro. Questa forma di "obsolescenza pianificata" tramite il collo di bottiglia della VRAM garantisce che gli acquirenti del modello base sentiranno la necessità di un upgrade in un ciclo di 18-24 mesi, alimentando così le vendite future.
In definitiva, la NVIDIA GeForce RTX 5060 è una scheda complessa da giudicare. Il suo valore non risiede nella pura potenza hardware, ma nella sua capacità di fungere da porta d'accesso all'ecosistema software di NVIDIA, in particolare al DLSS 4. È la scelta ideale per il giocatore con un budget definito che gioca principalmente in Full HD e vuole sperimentare il ray tracing senza spendere una fortuna, a patto di accettare di affidarsi pesantemente alle tecnologie di upscaling. Al contrario, è sconsigliata a chi cerca prestazioni brute e costanti in ogni titolo o a chi desidera un investimento che duri nel tempo senza compromessi.
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