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Port e Starboard: la storia delle orche che hanno dichiarato guerra ai grandi squali bianchi
Di Alex (del 14/10/2025 @ 16:00:00, in Scienza e Spazio, letto 34 volte)

Le orche Port e Starboard famose per la loro tecnica di caccia specializzata ai grandi squali bianchi.
Per anni, Gansbaai in Sudafrica è stata la capitale mondiale del cage-diving con i grandi squali bianchi. Poi, dal 2017, i re dell'oceano hanno iniziato a sparire. Le loro carcasse arrivavano a riva con ferite chirurgiche e organi mancanti. I colpevoli? Due orche determinate, soprannominate Port e Starboard, che sembrano aver sviluppato un gusto particolare per il fegato di squalo. ARTICOLO COMPLETO
Il mito del predatore apicale intoccabile non regge più in Sudafrica. La storia di Port e Starboard è una dimostrazione in tempo reale di come la rimozione di un predatore al vertice possa destabilizzare un intero ecosistema, quando quel predatore diventa a sua volta una preda.
I killer: chi sono Port e Starboard?
I due maschi di orca sono facilmente riconoscibili per le loro pinne dorsali collassate, una a sinistra (Port, babordo) e una a destra (Starboard, tribordo), caratteristica che ha dato loro i nomi. Alcuni ricercatori ipotizzano che possano essere individui anziani che hanno abbandonato uno stile di vita nomade, scoprendo che cacciare squali, lenti e ricchi di grassi, è più efficiente e meno faticoso che inseguire mammiferi marini più veloci e intelligenti come delfini e foche.
Anatomia di una caccia: una tecnica chirurgica
Il loro metodo di caccia non è una semplice predazione, ma un comportamento altamente specializzato che dimostra un'incredibile intelligenza. Le orche speronano il grande squalo bianco per capovolgerlo, inducendo uno stato di trance catatonica noto come "immobilità tonica". Una volta che la preda è indifesa, la aprono con precisione chirurgica per estrarre e divorare esclusivamente il fegato, un organo eccezionalmente ricco di lipidi e nutrienti, lasciando il resto della carcassa quasi intatto. Questa tecnica, appresa e perfezionata nel tempo, è un chiaro indicatore di trasmissione culturale animale.
L'escalation: dalla coppia all'attacco solitario
La loro attività predatoria ha mostrato un'inquietante escalation. Dopo i primi avvistamenti nel 2017, il duo è diventato sempre più audace. Nel febbraio 2023, hanno attaccato e ucciso almeno diciassette squali settegills in un solo giorno. Ma l'evento più sconvolgente è avvenuto nel giugno 2023, quando l'orca Starboard è stata filmata mentre cacciava e uccideva un giovane squalo bianco completamente da sola, in meno di due minuti. Questo attacco solitario, considerato senza precedenti, suggerisce che almeno uno degli individui ha raggiunto un livello di maestria tale da non richiedere più la cooperazione del partner.
L'effetto domino: una cascata trofica in atto
La fuga prolungata dei grandi squali bianchi, che dopo un attacco evitano l'area per settimane o addirittura mesi, ha innescato una "cascata trofica". Senza il loro predatore principale, la popolazione di foche del Capo è aumentata, esercitando una pressione insostenibile sui pinguini africani, una specie già in via di estinzione. Il vuoto ecologico lasciato dai bianchi è stato colmato dagli squali bronzei, che sono diventati a loro volta il nuovo bersaglio di Port e Starboard. L'intero equilibrio marino della regione è stato alterato dalle azioni di soli due individui.
Un fenomeno globale?
Ciò che rende la vicenda ancora più allarmante è che questo comportamento potrebbe non essere un'anomalia isolata. Nell'ottobre 2023, l'analisi del DNA prelevato da una carcassa di grande squalo bianco spiaggiata in Australia ha confermato che anche lì le orche stanno predando i grandi bianchi. Le ferite erano coerenti con la tecnica di Port e Starboard e il fegato era mancante. Questo suggerisce che la predazione specializzata sugli squali sia un comportamento più diffuso a livello globale di quanto si pensasse.
La vicenda di Port e Starboard ci costringe a riconsiderare le gerarchie oceaniche. Dimostra la straordinaria capacità di adattamento e l'intelligenza delle orche, ma anche l'incredibile fragilità degli ecosistemi marini. Il re dell'oceano è stato detronizzato, e le conseguenze si stanno ancora dispiegando davanti ai nostri occhi.
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