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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Alex (del 21/07/2025 @ 12:36:39, in Smartphone iPhone, letto 54 volte)

iPhone 17 Air estremamente sottile e fragile! Lamentele per bendgate e batterygate a Settembre?
Le ultime indiscrezioni sul prossimo iPhone 17 Air stanno facendo il giro del web, ma non per le ragioni che ci si aspetterebbe. Invece di innovazioni rivoluzionarie, Apple sembra pronta a sacrificare l'usabilità quotidiana sull'altare di un feticcio estetico tanto inutile quanto dannoso: uno spessore ridotto all'osso. Un capriccio di design che si tradurrà, secondo i rumors, in una batteria semplicemente ridicola, lasciando gli utenti ancora una volta in balia del power bank.
Specifiche da incubo: bello da vedere, impossibile da usare
Stando ai leaker più accreditati, il quadro che emerge per l'iPhone 17 Air è a dir poco preoccupante. Apple pare intenzionata a sostituire l'attuale modello "Plus", apprezzato proprio per la sua autonomia, con una versione "Air" che fa della sottigliezza la sua unica, misera bandiera.
Le specifiche vociferate sono un manifesto di questa filosofia:
- Spessore: Un record (negativo) di appena 5.5 mm. Un valore che lo renderebbe uno degli smartphone più sottili di sempre, ma anche terribilmente fragile e scomodo da impugnare.
- Batteria: La vera nota dolente. Si parla di una capacità di appena 2.800 mAh. Per fare un confronto, modelli Android di fascia media oggi montano batterie da 5.000 mAh. Un'autonomia che si preannuncia disastrosa, incapace di arrivare a sera con un utilizzo moderato.
- Design: Telaio in alluminio e un peso piuma di circa 145 grammi. Leggero, sì, ma a quale prezzo?
- Display: Un pannello da 6.6 pollici che, per quanto efficiente, non potrà fare miracoli per compensare una batteria così striminzita.
La sottigliezza non è una feature, è un handicap mascherato da progresso
Siamo onesti: a chi interessa realmente avere uno smartphone più sottile di mezzo millimetro? Questa ossessione di Apple per il design minimalista ha superato da tempo il limite del buon senso, trasformandosi in un vero e proprio handicap per l'utente. Un telefono più sottile significa meno spazio interno, e meno spazio significa inevitabilmente una batteria più piccola, una peggiore dissipazione del calore e una maggiore fragilità strutturale (qualcuno ha detto "bendgate"?).
Questa non è innovazione. È una strategia di marketing stanca e arrogante, pensata per continuare a vendere un'idea di esclusività e di status symbol a un'utenza fin troppo fedele. L'iPhone 17 Air si profila come l'ennesimo oggetto del desiderio per chi usa il telefono come un accessorio di moda, un gioiello da esibire, piuttosto che come uno strumento di lavoro e di vita quotidiana. È il trionfo dell'apparenza sulla sostanza, una scelta che ignora le reali necessità degli utenti in nome di un record fine a se stesso.
La vera innovazione? Una batteria che si possa sostituire!
Mentre Apple insegue record di sottigliezza, il mondo reale e persino le normative (come quelle recenti dell'Unione Europea) vanno nella direzione opposta: la sostenibilità e la riparabilità. Invece di creare dispositivi "usa e getta" con batterie sigillate che degradano inevitabilmente dopo un paio d'anni, costringendo a costose riparazioni o a un nuovo acquisto, la vera rivoluzione sarebbe un'altra.
Immaginate un iPhone con una batteria estraibile e sostituibile dall'utente. Un sogno? No, una soluzione logica e pratica che offrirebbe vantaggi enormi:
- Autonomia infinita: basterebbe avere una seconda batteria carica in tasca per non rimanere mai a secco.
- Risparmio economico: sostituire una batteria usurata costerebbe una frazione rispetto agli attuali interventi in un Apple Store.
- Sostenibilità ambientale: allungherebbe drasticamente la vita utile del dispositivo, riducendo la quantità di rifiuti elettronici.
Ma questo andrebbe contro il modello di business di Apple, che prospera sull'obsolescenza programmata e sul controllo totale del ciclo di vita dei suoi prodotti. L'iPhone 17 Air, con la sua batteria ridicola e la sua effimera sottigliezza, non è il futuro. È un passo indietro, un insulto all'intelligenza dei consumatori e una presa in giro per chi cerca in un telefono, prima di tutto, affidabilità e concretezza.
Di Alex (del 21/07/2025 @ 08:22:13, in Intelligenza Artificiale, letto 52 volte)

Un'illustrazione che mostra il logo di ChatGPT al centro di una rete neurale, da cui partono delle braccia robotiche stilizzate che interagiscono con icone di browser, calendari e fogli di calcolo.
Dopo mesi di sperimentazioni separate, OpenAI ha ufficialmente compiuto il grande passo: ChatGPT diventa un vero e proprio agente operativo. Non si limita più a conversare o generare contenuti, ma ora può agire in autonomia sul web, eseguendo attività complesse a partire da semplici istruzioni. È un punto di svolta nell'uso dell'AI generativa, un passo che trasforma il chatbot in un vero e proprio assistente personale in grado di "fare" cose per noi.
Come funziona e cosa può fare
Il cuore della novità è la capacità del modello di unificare tre anime: l'interazione conversazionale, l'analisi profonda di fonti online e l'interazione diretta con i siti web, inclusi click e compilazione di moduli. Il risultato? Ora potete chiedere a ChatGPT non solo di "trovare", ma di "fare": analizzare concorrenti, creare una presentazione, gestire calendari, compilare form, creare fogli di calcolo, riassumere email e pianificare viaggi. Il tutto mantenendo il controllo, con l'utente che può supervisionare e intervenire in ogni momento.
L'evoluzione di Operator e Deep Research
Il nuovo agente è la fusione e il potenziamento di due strumenti che OpenAI testava separatamente. Il primo è **Operator**, pensato per navigare visivamente i siti web e interagire in tempo reale. Il secondo è **Deep Research**, ideato per l'analisi ragionata a più passaggi, ottimizzato per fornire report e sintesi. Ora, questi due motori lavorano insieme: il modello sceglie da solo lo strumento più adatto, combinando velocità e profondità a seconda del compito, e aggiungendo il supporto a browser testuali e API dirette per accedere a Gmail, documenti cloud e altri strumenti.
Una collaborazione in tempo reale
L'aspetto più interessante è che l'agente ChatGPT non lavora a compartimenti stagni. Il processo è un flusso di lavoro iterativo. L'utente può modificare le istruzioni anche mentre l'attività è in corso, ottenere aggiornamenti parziali, mettere in pausa l'elaborazione o rivedere i passaggi effettuati. Se ha dei dubbi, è lo stesso ChatGPT a chiedere proattivamente chiarimenti. L'esperienza è quindi molto più simile a quella di una collaborazione con un assistente umano, dove l'IA agisce ma l'utente orienta e supervisiona.
Sicurezza e controllo
Trattandosi di un modello che può agire direttamente sul web, OpenAI ha previsto rigidi protocolli di sicurezza.
- Conferma Esplicita: L'utente deve confermare prima di azioni sensibili (invio di moduli, acquisti, accesso a dati personali).
- Supervisione Obbligatoria: Per attività critiche (email, accesso ad app sensibili) la supervisione è obbligatoria.
- Blocco Automatico: Le richieste ad alto rischio (transazioni finanziarie, interazioni legali) vengono bloccate in automatico.
Il modello è inoltre addestrato per resistere ai "prompt injection" (tentativi di manipolazione) e per segnalare comportamenti sospetti.
Come si attiva e limiti attuali
La nuova "modalità agente" può essere attivata all'interno di ChatGPT Plus, Pro o Team. Una volta avviata, il chatbot mostra passo passo cosa sta facendo. Attualmente, le attività sono quasi illimitate per gli utenti Pro e limitate a 50 al mese per Plus e Team (con possibilità di acquistare crediti extra). L'estensione a Enterprise ed Education è prevista entro fine mese. Come è normale, non tutto è ancora perfetto: la generazione di presentazioni è in Beta e alcune azioni complesse richiedono ancora una forte supervisione.
L'introduzione dell'agente ChatGPT segna un nuovo, fondamentale capitolo nell'evoluzione dell'intelligenza artificiale applicata. Il modello non si limita più a rispondere, ma prende l'iniziativa, agisce e collabora. È ancora presto per dire quanto sarà pervasivo questo nuovo paradigma, ma il potenziale, sia nella produttività personale che in quella professionale, è semplicemente enorme. Stiamo assistendo al passaggio dall'AI come "motore di ricerca evoluto" all'AI come "collega di lavoro digitale".
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