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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

Inbubbiamente è un imprenditore geniale, ma ciò non significa che ci stia con la testa..
Più che un'agenda, una frenesia spregiudicata. Dalla rottura con Donald Trump, Elon Musk ha impresso un'accelerazione vertiginosa ai suoi progetti, sollevando un polverone di polemiche e crescenti preoccupazioni etiche e strategiche. Il suo attivismo post-Trump non disegna i contorni di un semplice visionario, ma quelli di un magnate la cui sete di controllo si estende dalla piazza digitale all'orbita terrestre, fino alla più intima frontiera del cervello umano.
X e xAI: un impero di dati e disinformazione
Gran parte delle energie di Musk sono state assorbite da X (ex Twitter) e dalla sua startup xAI, in una fusione che molti vedono come una pericolosa concentrazione di potere. L'inchiesta dell'Unione Europea non è che la punta dell'iceberg delle critiche a una gestione opaca e personalistica, che ha trasformato la piattaforma in un'arena per la disinformazione. La mossa di usare l'enorme mole di dati di X per addestrare il suo chatbot Grok, posiziona xAI come un temibile concorrente di OpenAI, ma solleva anche lo spettro di un'intelligenza artificiale modellata sulle controverse visioni del suo creatore.
SpaceX e l'occupazione dei cieli: il monopolio Starlink
Mentre lo sguardo di Musk resta ufficialmente puntato su Marte, le sue azioni concrete stanno creando un problema molto più vicino a casa. La controversa occupazione dell'orbita terrestre bassa con migliaia di satelliti Starlink sta di fatto costruendo un quasi-monopolio sulle comunicazioni orbitali. Astronomi di tutto il mondo denunciano un inquinamento luminoso senza precedenti che ostacola l'osservazione scientifica, mentre cresce l'allarme per il rischio di collisioni e la gestione di una quantità ingestibile di detriti spaziali. La conquista dello spazio assomiglia sempre più a un'appropriazione indebita.
Neuralink e il dilemma etico: chi affiderebbe il proprio cervello a Musk?
Forse nessun progetto incarna il comportamento spregiudicato di Musk più di Neuralink. Gli annunci sui primi impianti su pazienti umani sollevano tanto entusiasmo quanto allarme. Se da un lato la promessa di curare patologie neurologiche è allettante, dall'altro emerge una domanda inquietante: ci si può fidare ad affidare il proprio cervello a un'azienda guidata da un uomo noto per le sue decisioni impulsive e per spingere la tecnologia oltre i limiti della prudenza? Nella comunità scientifica e tra il pubblico, lo scetticismo è palpabile e il timore che la sperimentazione possa trasformarsi in un azzardo sulla pelle dei più vulnerabili è forte.
Tesla e le altre scommesse: tra innovazione e dubbi
Anche le attività più "tradizionali" non sono esenti da critiche. Tesla continua a essere sotto la lente per la sicurezza del suo Autopilot, coinvolto in numerosi incidenti, mentre The Boring Company, con i suoi tunnel, viene spesso liquidata come una soluzione costosa a problemi che potrebbero essere risolti con un trasporto pubblico più efficiente. Persino l'idea di un nuovo "America Party" appare meno come un tentativo di unire e più come l'ennesima mossa per accentrare l'attenzione e l'influenza sulla sua persona.
In sintesi, il periodo successivo alla lite con Trump non ha fatto che esacerbare i tratti più controversi di Elon Musk. La sua figura non è più solo quella del genio visionario, ma sempre più quella di un attore globale il cui comportamento spregiudicato e la cui ambizione senza freni pongono interrogativi cruciali sul futuro della tecnologia, della comunicazione e della nostra stessa autonomia come individui e come società.
Quando era il braccio destro di Trump pensava cose assurde, perchè ora dovrebbe essere diverso?
Di Alex (del 22/07/2025 @ 16:02:55, in Sviluppo sostenibile, letto 55 volte)

Un campione del nuovo biocomposito a base di cellulosa batterica.
Un'innovazione rivoluzionaria che potrebbe segnare l'inizio di una nuova era per i materiali sostenibili. Un team di ricercatori delle università di Rice e Houston ha sviluppato un biocomposito partendo dalla cellulosa batterica che non solo promette di essere un'alternativa ecologica alla plastica, ma supera in prestazioni meccaniche materiali come il vetro e alcuni metalli.
Il nostro mondo, ormai lo sappiamo, è soffocato dalla plastica. Trovare alternative valide, scalabili e realmente sostenibili è una delle sfide tecnologiche più urgenti del nostro tempo. Mentre colossi come Apple continuano a puntare su alluminio e vetro riciclato per i loro dispositivi, spesso a prezzi non proprio popolari, il mondo della ricerca open-source e accademica, come spesso accade, traccia la via per il futuro con soluzioni brillanti e accessibili. L'ultima arriva da un team congiunto delle università di Rice e Houston e potrebbe davvero cambiare le carte in tavola.
Gli scienziati, guidati dal Dr. Muhammad Maksud Rahman, hanno creato un materiale che ha dell'incredibile: è resistente come il metallo, ma è trasparente, flessibile e completamente biodegradabile. Il segreto? La cellulosa batterica, una delle sostanze organiche più abbondanti sul nostro pianeta, e un metodo di produzione tanto ingegnoso quanto efficace.
La magia nel bioreattore rotante
Normalmente, quando i batteri producono la cellulosa, le nanofibre si dispongono in modo casuale, un po' come un piatto di spaghetti, il che limita la resistenza complessiva del materiale. L'intuizione del team di ricerca è stata quella di "pettinare" queste fibre mentre si formano.
Per farlo, hanno sviluppato uno speciale bioreattore rotante. Questo dispositivo, in pratica un'incubatrice cilindrica che gira, utilizza le forze fluidodinamiche per costringere i batteri a muoversi in una direzione specifica durante il processo di crescita. Il risultato è che le nanofibre di cellulosa da loro prodotte si allineano in modo ordinato e compatto.
"Questo allineamento migliora drasticamente le proprietà meccaniche," spiega M.A.S.R. Saadi, primo autore dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communications. "Si crea un materiale forte come alcuni metalli e vetri, ma che resta flessibile, pieghevole, trasparente ed ecologico."
I numeri sono impressionanti: i fogli di questo biocomposito mostrano una resistenza alla trazione fino a 436 megapascal (MPa). Per dare un termine di paragone, l'alluminio strutturale si attesta su valori simili, ma questo nuovo materiale è di origine biologica e si decompone senza inquinare.
Prestazioni da top di gamma, impatto zero
Come nel mondo degli smartphone Android, dove la personalizzazione e l'apertura permettono di ottenere prestazioni eccezionali a costi contenuti, anche questo materiale può essere "potenziato". I ricercatori hanno provato a inserire nel brodo di coltura dei batteri dei nanofogli di nitruro di boro, un materiale noto per le sue proprietà termiche.
Il risultato è stato un materiale ibrido ancora più performante, con una resistenza meccanica che schizza a circa 553 MPa e una capacità di dissipare il calore tre volte superiore. Questo apre scenari applicativi sbalorditivi.
Dagli smartphone al packaging: le applicazioni future
Un materiale con queste caratteristiche è un vero e proprio jolly tecnologico. La sua combinazione di forza, flessibilità, trasparenza e conducibilità termica lo rende ideale per una miriade di settori.
- Elettronica di consumo: Immaginiamo smartphone, tablet o indossabili con scocche ultra-resistenti, leggere e biodegradabili. La sua trasparenza potrebbe renderlo utile anche per substrati di display flessibili o pieghevoli. Addio vetri fragili e alluminio che si ammacca.
- Gestione termica: La versione arricchita con nitruro di boro è un dissipatore di calore naturale ed efficiente. Potrebbe essere integrato nei dispositivi elettronici per mantenerli freschi senza ventole o complessi sistemi di raffreddamento, migliorando prestazioni e durata. Un problema che noi "smanettoni" del mondo Android e PC conosciamo bene.
- Packaging intelligente e sostenibile: Potrebbe sostituire la plastica negli imballaggi alimentari e non, offrendo una resistenza superiore e un fine vita completamente ecologico.
- Biomedicale: Essendo la cellulosa biocompatibile, il materiale ha un potenziale enorme per applicazioni mediche, come cerotti avanzati o impalcature per la rigenerazione dei tessuti.
- Aerospaziale e automobilistico: La sua leggerezza e resistenza lo candidano come alternativa sostenibile a componenti oggi realizzati in plastiche rinforzate o leghe metalliche.
"Prevediamo che questi fogli di cellulosa batterica, forti, multifunzionali ed ecologici, diventeranno onnipresenti, sostituendo le plastiche in vari settori e contribuendo a mitigare i danni ambientali," ha dichiarato il Dr. Rahman.
Questa scoperta non è solo un traguardo scientifico, ma un faro di speranza. Dimostra che, investendo nella ricerca e ispirandosi alla natura, è possibile sviluppare tecnologie che non ci costringono a scegliere tra prestazioni e sostenibilità. Un po' come scegliere un sistema operativo aperto invece di un ecosistema chiuso, la libertà di innovare porta a risultati migliori per tutti. E in questo caso, il vincitore è il pianeta.
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