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Di Alex (del 02/10/2025 @ 07:52:04, in Storia dell'informatica, letto 75 volte)

Ritratto in bianco e nero di Grace Hopper seduta al pannello di controllo del computer UNIVAC
In un'epoca in cui l'informatica era un territorio inesplorato e quasi esclusivamente maschile, una donna ha rivoluzionato per sempre il modo in cui interagiamo con le macchine: Grace Hopper. Ammiraglio della Marina statunitense, matematica e scienziata, è stata la mente visionaria dietro la creazione del primo compilatore e la forza trainante dello sviluppo del COBOL, un linguaggio che ha reso la programmazione accessibile anche ai non specialisti. LEGGI TUTTO
Dalla marina all'informatica
Nata nel 1906, Grace Brewster Murray Hopper mostrò fin da giovane un'incredibile attitudine per la matematica, conseguendo un dottorato a Yale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si unì alla Marina e fu assegnata al progetto di calcolo di Harvard, dove lavorò sul computer Mark I. Fu qui che iniziò la sua avventura nell'informatica. La sua frustrazione nel dover programmare le macchine utilizzando complessi codici numerici la portò a un'idea rivoluzionaria: perché non far capire ai computer dei comandi simili alla lingua inglese?
L'invenzione del compilatore e la nascita del COBOL
L'idea di Grace Hopper si concretizzò nel 1952 con la creazione dell'A-0, considerato il primo compilatore della storia. Un compilatore è un programma che traduce le istruzioni scritte in un linguaggio di programmazione "di alto livello" (più simile al linguaggio umano) nel codice macchina binario che il computer può eseguire. Questa invenzione aprì la strada a un modo completamente nuovo di programmare, molto più intuitivo e rapido.
Sulla base di questo lavoro, Hopper fu una figura chiave nello sviluppo del COBOL (COmmon Business-Oriented Language) alla fine degli anni '50. Il COBOL fu progettato specificamente per le applicazioni commerciali e finanziarie e divenne uno dei linguaggi di programmazione più utilizzati al mondo, alimentando per decenni i sistemi di banche, governi e grandi aziende. A lei si deve anche la diffusione del termine "bug" per indicare un errore informatico, dopo aver trovato una vera falena incastrata in un relè del computer Mark II.
Il contributo di Grace "Amazing Grace" Hopper è stato immenso. La sua visione ha gettato le basi per l'informatica moderna, trasformando i computer da macchine arcane per pochi eletti a strumenti potenti e accessibili. La sua tenacia e il suo genio hanno abbattuto le barriere di genere e tecnologiche, lasciando un'eredità che ancora oggi vive in ogni riga di codice che viene scritta, compilata ed eseguita.

L'Energizer EnergyBook Pro Ultra si distingue per la sua batteria da 192 Wh, un record nel settore.
In un'era definita dalla mobilità, la vera autonomia non risiede solo nella connettività, ma nell'indipendenza energetica. Energizer, capitalizzando sulla sua identità globale, entra nel mercato dei laptop non con un semplice computer, ma con una vera e propria "power station con schermo". L'EnergyBook Pro Ultra non si limita a competere: cerca di ridefinire il concetto di portabilità, promettendo giorni di lavoro senza mai avvicinarsi a una presa di corrente. LEGGI TUTTO
Analisi tecnica di un titano: la batteria da 192 Wh
Il cuore pulsante e la ragione d'essere dell'EnergyBook Pro Ultra è la sua batteria monoblocco ai polimeri di litio da 192 Wh, la più grande mai integrata in un computer portatile di serie. Questo valore, che a prima vista potrebbe sembrare solo un numero, si traduce in una capacità energetica sbalorditiva. La configurazione tecnica è a 4 celle da 13.000 mAh (4S) con una tensione di 14,8 V, una combinazione progettata per offrire un flusso di energia stabile e continuo, ideale per applicazioni intensive come il gaming, la grafica o l'editing video. In termini pratici, questa riserva di energia si traduce in un'autonomia stimata fino a 28 ore di utilizzo intensivo in ufficio (navigazione web, suite da ufficio, videoconferenze), fino a 11 ore in scenari esigenti come il gaming, e un'incredibile durata di 7 giorni in standby. Energizer afferma inoltre che la tecnologia delle celle garantisce un degrado minimo anche dopo centinaia di cicli di ricarica, puntando sulla longevità del componente chiave del dispositivo.
Tuttavia, una capacità così estrema introduce una limitazione fondamentale che ne definisce il profilo d'uso: la portabilità aerea. Le normative aeronautiche internazionali (stabilite da enti come FAA e EASA) limitano severamente la capacità delle batterie al litio trasportabili in aereo, con un tetto massimo di 100 Wh generalmente consentito nel bagaglio a mano e permessi speciali richiesti per batterie fino a 160 Wh. Con i suoi 192 Wh, l'EnergyBook Pro Ultra è di fatto "impossibile da trasportare in aereo", escludendolo dalla categoria dei dispositivi per il viaggiatore d'affari globale. Questa caratteristica lo posiziona come uno strumento per professionisti che operano a terra, in luoghi remoti o in situazioni dove l'accesso all'elettricità è incerto o assente.
Hardware e prestazioni: un equilibrio deliberato
L'architettura hardware dell'EnergyBook Pro Ultra è stata chiaramente progettata in funzione della sua caratteristica principale. La scelta dei componenti riflette un deliberato equilibrio tra prestazioni adeguate ed efficienza energetica, piuttosto che una corsa alla potenza bruta. Il processore è un AMD Ryzen 5, ottimizzato per un basso consumo energetico, affiancato da 16 GB di RAM DDR4 e un'unità di archiviazione SSD da 512 GB in formato NVMe, che garantisce reattività e velocità di accesso ai dati. Questa configurazione è più che sufficiente per la stragrande maggioranza delle attività professionali e creative, ma non mira a competere con le workstation mobili di fascia più alta. La scelta di un Ryzen 5, invece di un più potente e dispendioso Ryzen 9, è una decisione strategica per massimizzare l'autonomia, evitando di compromettere la proposta di valore fondamentale del prodotto.
Lo schermo è un ampio pannello da 18 pollici con risoluzione Full HD+ (1920 x 1200 pixel) e un rapporto d'aspetto di 16:10. Questo formato offre uno spazio di lavoro verticale maggiore rispetto ai tradizionali 16:9, rendendolo ideale per la produttività, la scrittura di codice e la consultazione di documenti. La connettività è completa e versatile, includendo porte USB-C, HDMI, USB 3.0, un lettore di schede SD e un jack per cuffie, garantendo la compatibilità con un'ampia gamma di periferiche senza la necessità di adattatori.
Specifiche Tecniche Energizer EnergyBook Pro Ultra
Componente | Specifica |
Processore | AMD Ryzen 5 (ottimizzato per efficienza energetica) |
RAM | 16 GB DDR4 |
Archiviazione | 512 GB SSD NVMe |
Schermo | 18 pollici, Full HD+ (1920 x 1200), rapporto 16:10 |
Batteria | 192 Wh (4 celle da 13.000 mAh, 14,8 V) |
Autonomia (stimata) | Fino a 28 ore (uso ufficio), fino a 11 ore (gaming/grafica), fino a 7 giorni (standby) |
Connettività | USB-C, HDMI, USB 3.0, lettore schede SD, jack cuffie |
Il contesto di mercato e il profilo utente ideale
L'EnergyBook Pro Ultra non è un laptop per il mercato di massa, ma un prodotto altamente specializzato. Si inserisce al vertice della nuova gamma EnergyBook Pro di Avenir Telecom (licenziatario del marchio Energizer), che comprende anche modelli più convenzionali: l'EnergyBook Pro 15, un 15 pollici compatto per professionisti in movimento, e l'EnergyBook Pro XL 18, un modello da 18 pollici per la produttività multimediale. L'Ultra è descritto come la "versione definitiva", pensata per un'utenza che richiede resistenza estrema e autonomia senza compromessi. Il profilo ideale è quello di sviluppatori, creativi, imprenditori e utenti che lavorano in mobilità terrestre, come ingegneri sul campo, ricercatori in aree remote, operatori di emergenza o chiunque necessiti di una postazione di lavoro affidabile e resiliente anche in assenza di una rete elettrica stabile.
In conclusione, l'Energizer EnergyBook Pro Ultra è più di un semplice laptop; è una dichiarazione audace su quale potrebbe essere la prossima frontiera dell'innovazione nel computing portatile. Sebbene la sua natura estrema e le restrizioni di viaggio lo confinino a una nicchia di mercato ben definita, solleva una domanda cruciale: in un mondo in cui le prestazioni dei processori offrono guadagni sempre più marginali per l'utente medio, la vera innovazione risiede forse nel liberare definitivamente il computer dalla schiavitù della presa di corrente? L'Ultra è la risposta, per ora, per pochi, ma potrebbe indicare la direzione per molti in futuro.
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