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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'Intel 4004, il primo microprocessore commerciale al mondo, lanciato il 15 novembre 1971.
L'Intel 4004, il primo microprocessore commerciale al mondo, lanciato il 15 novembre 1971.

Il 15 novembre 1971, un annuncio segnò l'inizio di una nuova era. Non un prodotto di massa, ma un pezzo di silicio destinato a cambiare il mondo: l'Intel 4004. Questo non è solo il racconto del primo microprocessore, ma la cronaca del "Big Bang" del calcolo personale, l'evento che ha spostato la potenza di elaborazione dai mainframe al palmo di una mano, innescando la rivoluzione digitale. ARTICOLO COMPLETO



L'origine: una calcolatrice giapponese e un'idea rivoluzionaria
La storia del microprocessore non inizia nei laboratori di un gigante dei computer, ma con una richiesta commerciale apparentemente ordinaria. Nel 1969, l'azienda giapponese Busicom si rivolse a una giovane Intel, all'epoca specializzata in chip di memoria, per progettare un complesso set di dodici circuiti integrati customizzati per la sua nuova linea di calcolatrici da tavolo. Il progetto, così come era stato concepito da Busicom, era complesso e costoso.

Fu a questo punto che l'ingegnere di Intel Marcian "Ted" Hoff ebbe un'intuizione che avrebbe cambiato la storia. Invece di creare una dozzina di chip specializzati e a logica fissa, ciascuno con una singola funzione, Hoff propose un approccio radicalmente diverso: creare un singolo chip che fungesse da unità di elaborazione centrale (CPU) per uso generico. Questa CPU non avrebbe avuto funzioni predefinite, ma sarebbe stata programmabile tramite software memorizzato su chip di memoria esterni. In questo modo, la complessità si sarebbe spostata dall'hardware, costoso e inflessibile, al software, versatile e modificabile. Era l'idea di un "computer su un chip".

I padri fondatori: il trio che plasmò il silicio
La trasformazione dell'idea visionaria di Hoff in un prodotto fisico fu opera di un piccolo team di ingegneri dal talento eccezionale, i cui ruoli furono cruciali e complementari.

Marcian "Ted" Hoff fu l'architetto. Fu lui a definire la struttura logica del sistema, concependo un'architettura centralizzata che potesse eseguire istruzioni per svolgere compiti diversi.

Federico Faggin, fisico e ingegnere italiano assunto da Intel nel 1970, fu il realizzatore. A lui fu affidato il compito di guidare la progettazione fisica del chip, un'impresa considerata quasi impossibile. Il suo contributo fu determinante grazie all'applicazione della pionieristica tecnologia "silicon-gate" (SGT), che permetteva di integrare un numero di transistor molto più elevato in uno spazio ridotto rispetto alla precedente tecnologia "metal-gate". Fu Faggin a trasformare gli schemi logici in un pezzo di silicio funzionante, lasciando un segno indelebile del suo lavoro: le sue iniziali, "F.F.", incise su un angolo di ogni 4004 prodotto.

Masatoshi Shima, l'ingegnere inviato da Busicom, fu il legame con il mondo reale. Lavorò a stretto contatto con il team di Intel per definire la logica del processore e garantire che il design soddisfacesse le esigenze pratiche e le specifiche della calcolatrice, facendo da ponte tra la visione architettonica e l'applicazione finale.

Anatomia di un miracolo tecnologico
Per gli standard odierni, le specifiche dell'Intel 4004 appaiono quasi primitive, ma nel 1971 rappresentavano un salto quantico. Riuscire a integrare una CPU completa su un singolo chip era un'impresa senza precedenti. Il 4004 era un microprocessore a 4 bit, capace cioè di elaborare dati in blocchi di 4 bit alla volta. Al suo interno conteneva circa 2.300 transistor, realizzati con un processo produttivo a 10 micrometri (10.000 nanometri). Per fare un paragone, i processori moderni contengono miliardi di transistor e sono realizzati con processi produttivi inferiori ai 10 nanometri. La sua velocità di clock era di 740 kHz (0,74 MHz), una frazione infinitesimale delle velocità multi-gigahertz di oggi. Nonostante ciò, la sua potenza di calcolo era paragonabile a quella dell'ENIAC, il primo computer elettronico del 1946 che occupava un'intera stanza.



Specifiche Tecniche dell'Intel 4004 (1971)
CaratteristicaSpecifica
Data di Lancio15 Novembre 1971
Numero di Transistor~2.300
Processo Produttivo10 micrometri (10.000 nm)
Velocità di Clock740 kHz
Larghezza del Bus Dati4 bit
Memoria Indirizzabile4 KB
Prezzo al Lancio60 $


L'eredità dell'Intel 4004 non è solo il risultato di un'invenzione geniale, ma anche di una decisione commerciale lungimirante. Inizialmente, il design era di proprietà esclusiva di Busicom. Tuttavia, il team di progettazione, consapevole dell'enorme potenziale del chip al di là delle semplici calcolatrici, convinse la dirigenza di Intel a rinegoziare l'accordo. Intel restituì a Busicom l'intero investimento di 60.000 dollari in cambio dei diritti per vendere il microprocessore per applicazioni non legate alle calcolatrici. Questa mossa si rivelò una delle decisioni di business più importanti del XX secolo. Liberato dai vincoli dell'esclusività, l'Intel 4004 divenne un componente disponibile sul mercato, accessibile a ingegneri, inventori e hobbisti di tutto il mondo. Fu questa disponibilità a scatenare un'ondata di innovazione che portò direttamente alla nascita dei primi personal computer e all'alba dell'era digitale. La successiva bancarotta di Busicom nel 1974 è la tragica ironia che suggella la storia: l'azienda che aveva commissionato l'invenzione non ne comprese il valore, mentre quella che la realizzò la trasformò nelle fondamenta di un impero tecnologico.

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La BMW iX5 Hydrogen, il cui lancio in serie è previsto per il 2028.
La BMW iX5 Hydrogen, il cui lancio in serie è previsto per il 2028.

In un settore auto focalizzato sull'elettrico a batteria, BMW adotta una strategia "technology-open", riconoscendo un ruolo chiave per l'idrogeno. L'azienda ha confermato che il futuro modello X5 offrirà cinque diverse motorizzazioni: benzina, diesel, plug-in hybrid, elettrico e, dal 2028, a celle a combustibile a idrogeno. Questa mossa, supportata dal progetto HyMoS, sottolinea l'impegno a sviluppare un portafoglio diversificato per soddisfare le diverse esigenze dei mercati globali. LEGGI TUTTO

La BMW iX5 Hydrogen e i suoi vantaggi
Il fulcro della strategia è la BMW iX5 Hydrogen, la cui produzione in serie è prevista per il 2028. Il veicolo utilizzerà un sistema di celle a combustibile di terza generazione, sviluppato con Toyota, più compatto e potente. Questa tecnologia converte l'idrogeno in elettricità, con il solo vapore acqueo come sottoprodotto. I vantaggi principali rispetto ai veicoli elettrici a batteria (BEV) sono i tempi di rifornimento rapidi, paragonabili a quelli di un'auto a benzina, e un'autonomia elevata (oltre 480 km), indipendentemente dal clima.

Il progetto HyMoS e l'ecosistema dell'idrogeno
BMW ritiene che l'idrogeno sia un elemento essenziale per la transizione energetica nel suo complesso, fungendo da mezzo di stoccaggio per l'energia rinnovabile in eccesso. L'iniziativa HyMoS (Hydrogen Mobility at Scale) è un progetto collaborativo volto a sviluppare ecosistemi di mobilità a idrogeno. L'obiettivo è aumentare la redditività delle infrastrutture mettendo in comune la domanda di diversi tipi di veicoli (auto, bus, camion) per ottimizzare l'uso delle stazioni di rifornimento, superando il problema "dell'uovo e della gallina".

Una scommessa calcolata per un futuro flessibile
La strategia di BMW è una scommessa sul fatto che il futuro della mobilità non sarà monolitico. Mentre i BEV sono ideali per gli spostamenti urbani, i veicoli a idrogeno potrebbero essere la soluzione migliore per i lunghi viaggi, i veicoli pesanti e le regioni con infrastrutture di ricarica scarse. Offrendo una gamma completa di opzioni per un modello popolare come l'X5, BMW si posiziona per rispondere in modo flessibile alle future normative e preferenze dei consumatori.

L'approccio di BMW è pragmatico e multi-sfaccettato. Invece di puntare su un'unica soluzione, l'azienda investe in una pluralità di tecnologie, affermando il suo ruolo di pioniere impegnato in un percorso di decarbonizzazione che riconosce la complessità delle sfide energetiche globali.
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