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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 16/07/2025
Di Alex (pubblicato @ 22:12:53 in Scienza e Spazio, letto 48 volte)

Ape in difficoltà e un'ape robotica, la minaccia e la potenziale (triste) soluzione
Le api, con il loro incessante ronzio e il loro ruolo cruciale di impollinatori, sono tra le creature più vitali per gli ecosistemi del nostro pianeta e per la produzione alimentare. Negli ultimi decenni, tuttavia, si è assistito a un preoccupante declino delle loro popolazioni, un fenomeno noto come "sindrome dello spopolamento degli alveari" (Colony Collapse Disorder - CCD). Questa crisi minaccia non solo la biodiversità, ma anche la sicurezza alimentare globale. Esploriamo le cause di questo declino e le possibili soluzioni, incluse quelle tecnologiche più avveniristiche.
L'Importanza vitale delle api
Le api sono responsabili dell'impollinazione di circa un terzo delle colture alimentari mondiali, inclusi frutti, verdure e noci. Senza di loro, molti degli alimenti che diamo per scontati scomparirebbero, con conseguenze devastanti per l'agricoltura e l'economia. La loro scomparsa avrebbe un effetto a cascata su interi ecosistemi, influenzando piante, animali e, in ultima analisi, l'uomo.
Pesticidi e neonicotinoidi
Una delle cause principali del declino delle api è l'uso diffuso di pesticidi, in particolare i neonicotinoidi. Questi insetticidi sistemici vengono assorbiti dalle piante e rendono tossici polline e nettare, avvelenando le api che li raccolgono. Anche a dosi subletali, i neonicotinoidi possono compromettere la navigazione, l'apprendimento e il sistema immunitario delle api, rendendole più vulnerabili ad altre minacce.
Perdita di habitat e monocolture
L'espansione dell'agricoltura intensiva e l'urbanizzazione hanno portato a una drastica riduzione degli habitat naturali delle api, come prati fioriti e boschi. Le monocolture, vaste estensioni di un'unica coltura, limitano la diversità di fonti di cibo per le api, rendendole più deboli e meno resilienti. La mancanza di varietà floreale indebolisce le colonie e le espone a carenze nutrizionali.
Cambiamenti climatici e malattie
I cambiamenti climatici alterano i cicli stagionali, influenzando la fioritura delle piante e la disponibilità di cibo per le api. Eventi meteorologici estremi, come siccità o inondazioni, possono distruggere le fonti di nettare e polline. Inoltre, parassiti come l'acaro Varroa destructor e diverse malattie virali si sono diffusi globalmente, indebolendo ulteriormente le colonie di api e contribuendo al loro collasso.
Le api robotiche: soluzione o palliativo?
Di fronte alla crisi delle api, la scienza sta esplorando soluzioni innovative, tra cui lo sviluppo di **api robotiche** (robobees). Questi droni miniaturizzati sono progettati per imitare il comportamento delle api, trasportando polline da un fiore all'altro. Sebbene promettenti per l'impollinazione di colture specifiche, le api robotiche sollevano interrogativi etici e pratici: sono costose, richiedono energia e manutenzione, e non possono replicare la complessità ecologica e la resilienza di un ecosistema naturale. Rappresentano una potenziale "ultima spiaggia" per l'impollinazione, ma non una soluzione definitiva alla perdita di biodiversità e alla salute degli ecosistemi.
La salvaguardia delle api è una sfida complessa che richiede un approccio multifattoriale. La riduzione dell'uso di pesticidi, la promozione di pratiche agricole sostenibili, la protezione e il ripristino degli habitat naturali, e la ricerca su nuove varietà di piante resistenti sono passi fondamentali. Le api robotiche possono offrire un supporto temporaneo o complementare, ma la vera soluzione risiede nella protezione e nel ripristino della salute delle api naturali, garantendo così un futuro sostenibile per il nostro pianeta e per le generazioni a venire.
Di Alex (pubblicato @ 15:09:19 in Scienza e Spazio, letto 93 volte)

Un'immagine evocativa e misteriosa con le sagome di creature come Bigfoot e il Mostro di Loch Ness
La criptozoologia, lo studio di animali la cui esistenza non è provata, si muove sul confine affascinante tra scienza, folklore e desiderio umano di mistero. Nonostante l'avanzamento tecnologico, con droni, fotocamere ad alta risoluzione e satelliti, le leggende su creature nascoste nelle profondità di laghi, foreste e cieli continuano a persistere, alimentate da presunti avvistamenti e testimonianze. Esploriamo cinque dei criptidi più famosi che ancora oggi fanno discutere appassionati e scettici.
1. Bigfoot (o Sasquatch)
Forse il più celebre primate misterioso, il Bigfoot è descritto come una grande creatura scimmiesca che abita le foreste del Nord America. Gli "avvistamenti" continuano ancora oggi, spesso sotto forma di video sgranati, foto sfocate o calchi di impronte gigantesche. La scienza ufficiale tende a spiegare questi fenomeni come identificazioni errate di orsi neri che camminano sulle zampe posteriori, ma la leggenda del Sasquatch rimane un potente simbolo della natura selvaggia e sconosciuta.
2. Il Mostro di Loch Ness (Nessie)
Nelle cupe acque del lago scozzese di Loch Ness si nasconderebbe "Nessie", una creatura acquatica dal lungo collo, spesso associata a un plesiosauro preistorico sopravvissuto all'estinzione. Nonostante innumerevoli spedizioni, sonar e ricerche, non è mai emersa una prova definitiva. Le foto più famose si sono rivelate dei falsi e gli avvistamenti moderni vengono spesso attribuiti a tronchi galleggianti, onde anomale o suggestione. Eppure, il mistero di Nessie continua ad attrarre turisti e ricercatori da tutto il mondo.
3. Il Chupacabra
Una leggenda relativamente moderna, nata a Porto Rico negli anni '90 e diffusasi poi nelle Americhe. Il Chupacabra (letteralmente "succhia-capre") è descritto come una creatura che attacca il bestiame per berne il sangue. Le carcasse di presunti Chupacabra ritrovate si sono quasi sempre rivelate essere quelle di canidi (coyote, cani o procioni) affetti da una grave forma di rogna, che ne altera l'aspetto rendendoli irriconoscibili e spaventosi.
4. Mokele-Mbembe
Nelle vaste e impenetrabili paludi del bacino del fiume Congo, in Africa Centrale, le tribù locali narrano da secoli di una creatura leggendaria chiamata Mokele-mbembe, che significa "colui che ferma i fiumi". Le descrizioni ricordano quelle di un piccolo dinosauro sauropode. Diverse spedizioni sono state organizzate per trovarlo, senza mai riuscire a produrre prove concrete, alimentando il mito di un mondo perduto dove creature preistoriche potrebbero essere sopravvissute.
5. L'Uomo Falena (Mothman)
Forse il più inquietante della lista, l'Uomo Falena è una creatura alata dalle sembianze vagamente umane, con grandi occhi rossi luminosi, i cui avvistamenti si concentrarono a Point Pleasant, West Virginia, tra il 1966 e il 1967, poco prima del tragico crollo del Silver Bridge. A differenza degli altri, il Mothman è più legato a un presagio di sventura che a un animale sconosciuto, diventando un'icona del folklore paranormale americano.
In un mondo quasi completamente mappato e spiegato dalla scienza, queste storie continuano a prosperare perché toccano una nostra necessità primordiale: quella di credere che ci sia ancora qualcosa di misterioso e sconosciuto là fuori, un angolo d'ombra dove la fantasia può ancora galoppare libera. Che si tratti di animali reali ancora da scoprire o di pure leggende, i criptidi rappresentano l'ultima frontiera della nostra immaginazione.
Fotografie del 16/07/2025
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