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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 14/07/2025
Di Alex (pubblicato @ 15:08:21 in Nuove Tecnologie, letto 17 volte)

Una stazione di ricarica Elettra disponibile sul mercato italiano.
Il mercato delle auto elettriche in Italia è più eterogeneo che mai, con un'offerta che spazia da soluzioni incredibilmente economiche e pratiche per la città fino ad arrivare a hypercar e berline di lusso dal costo di una villa. Capire come si posizionano i vari marchi può essere complesso. Ecco una panoramica completa dei modelli di punta per ogni brand, ordinati per prezzo, per fare chiarezza su chi offre cosa.
1. Dacia: Spring Electric 65 Extreme

La Dacia Spring è l'auto che ha democratizzato l'elettrico. Nella sua versione più potente, la Extreme, offre uno scatto adeguato alla città e un'autonomia pensata per il commuting quotidiano. È la quintessenza dell'auto elettrica essenziale, senza fronzoli ma incredibilmente pratica.
Prezzo medio: Circa €18.000
2. Fiat: Abarth 500e Turismo

Se la 500e è l'icona elettrica di Fiat, la sua versione Abarth ne è l'anima sportiva. La 500e Turismo, con i suoi 155 CV e un'accelerazione bruciante, trasforma la city car in un piccolo go-kart a zero emissioni, unendo il design italiano con il puro divertimento di guida.
Prezzo medio: Circa €43.000
3. Smart: #1 Brabus

Smart ha abbandonato le sue origini da micro-car per creare un SUV compatto e stiloso. La versione curata da Brabus è il modello di punta, un piccolo "mostro" a trazione integrale da 428 CV che scatta da 0 a 100 km/h in soli 3,9 secondi.
Prezzo medio: Circa €48.500
4. Renault: Scenic E-Tech Electric Iconic

Eletto "Auto dell'Anno 2024", il nuovo Scenic E-Tech Electric è il SUV per famiglie secondo Renault. La versione di punta "Iconic" con batteria da 87 kWh promette un'autonomia di oltre 600 km e un abitacolo spazioso e ricco di tecnologia.
Prezzo medio: Circa €51.000
5. MG: Cyberster GT

MG è tornata alle sue radici sportive con la Cyberster, una roadster elettrica a due posti che non passa inosservata. Con le sue portiere ad apertura verticale e una potenza che nella versione GT supera i 540 CV, è la vera ammiraglia del marchio.
Prezzo medio: Circa €63.000
Questa panoramica dimostra la straordinaria maturità e diversità del mercato elettrico. Non esiste più "l'auto elettrica", ma un ventaglio di proposte che coprono ogni nicchia, dalla praticità urbana al lusso sfrenato, confermando che la transizione è ormai una realtà consolidata e accessibile a tutti i livelli.

Un prototipo del Tesla Optimus Gen 3 in un ambiente di fabbrica.
La promessa di Elon Musk è di quelle che scuotono il mercato: commercializzare il robot umanoide Tesla Optimus entro la fine del 2025. Una scadenza audace che, come da tradizione per il CEO di Tesla, si muove sul confine sottile tra una visione rivoluzionaria e un obiettivo quasi fantascientifico. Ma a che punto siamo veramente? E cosa c'è di concreto dietro il marketing?
Progressi innegabili, ma la strada è in salita
I video diffusi da Tesla mostrano un Optimus sempre più agile: cammina in modo più stabile, manipola oggetti delicati come le uova e svolge compiti semplici in fabbrica, come smistare pacchi. L'integrazione con l'AI neurale di Tesla, la stessa delle sue auto, gli permette di imparare per imitazione e di operare autonomamente. L'ultima generazione, la Gen 3, vanta mani con 22 gradi di libertà, quasi umane. Questi sono progressi innegabili e rapidissimi, se si considera che il progetto è stato presentato solo pochi anni fa.
Le sfide nascoste e i ritardi
Dietro la facciata patinata dei video demo, però, la realtà è più complessa. Report interni e fonti vicine al progetto parlano di sfide ingegneristiche notevoli: surriscaldamento dei motori, usura rapida delle componenti meccaniche e una difficoltà oggettiva nel rendere il robot veramente utile in compiti complessi. Recentemente, la produzione è stata addirittura messa in pausa per una riprogettazione, e figure chiave del team hanno lasciato l'azienda. Attualmente, sembra che gli Optimus impiegati nelle fabbriche Tesla svolgano compiti molto semplici, come spostare batterie, con un'efficienza ancora inferiore a quella di un operaio umano.
Il mio parere: una questione di "musk time"
Arriviamo al punto. La commercializzazione di migliaia di unità entro il 2025, a mio parere, è un'utopia. La scadenza di Musk non va interpretata letteralmente, ma come uno strumento di marketing e pressione interna. Serve a mantenere alta l'attenzione degli investitori, ad attrarre i migliori talenti e a spingere il team a superare i propri limiti. La vera natura di Optimus, al momento, non è quella di un prodotto di massa, ma di una straordinaria piattaforma di ricerca e sviluppo. Ogni progresso fatto sul robot, dall'AI alla meccanica, ha ricadute dirette e preziose sul core business di Tesla: le auto a guida autonoma. La promessa del 2025 è funzionale a questo, più che a un reale piano industriale.
In conclusione, vedremo sicuramente un Optimus funzionante e impressionante entro il 2025, magari in piccoli lotti pilota. Ma per una vera commercializzazione su larga scala, capace di impattare il mercato del lavoro come immagina Musk, dovremo probabilmente attendere la fine del decennio. La scommessa di Tesla non è sul "se", ma sul "quando", e come sempre con Elon Musk, il suo orologio corre a una velocità diversa dalla nostra.
Fotografie del 14/07/2025
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