Di Alex (del 09/05/2009 @ 17:54:09 in Videogiochi, letto 3488 volte)
Poter giocare ai videogame più esosi di risorse hardware, come Bioshock, su computer vecchi o sul televisore (!) lasciando tutto il carico di lavoro a server remoti a cui siete collegati via internet. Impossibile? E' quanto promette il progetto ONLIVE, disponibile prima di Natale!
Personalmente rimango scettico sulla disponibiltà planetaria di un simile servizio (soprattutto per i limiti dei provider ADSL), ma le menti e le multinazionali che stanno dietro a ONLIVE dovrebbero essere una garanzia. Sono stati necessari 7 anni di sviluppo ultrasegreto
da parte di Steve Pearlman, che 15 anni fa costruì i primi modem per Super Nintendo e Sega Megadrive e in seguito realizzò Quicktime per Apple ed anche la WebTV di Microsoft. La presentazione del prodotto in stadio avanzato alla Game Developer Conference 2009 dovrebbe dimostrare che non si tratta di vapoware. In un colpo sarebbe spazzato via il problema della pirateria e consentirebbe proprio a tutti di poter accedere al servizio, con un qualsiasi PC e addirittura dalla televisione collegata ad una microconsole economica, visto che la grafica 3D viene calcolata interamente su server remoti potentissimi e inviata in streaming sul vostro PC con un ritardo massimo di 1 ms. In locale viene elaborato solo l'input/output di joypad, tastiera e mouse, facendo sì che abbiate la stessa game experience di un tradizionale gioco da PC/console. Ma se desiderate un approfondimento, vi consiglio di leggere l'articolo di Tecnica Arcana ed ascoltare il podcast realizzato in proposito da Carlo Becchi.
Nel frattempo, solo come appetizer, guardatevi questo sorprendente video che mostra l'adattamento di Crysis:
Google, con gli ingenti mezzi di cui dispone, potrebbe facilmente realizzare una sua distribuzione Linux e invece punta tutto sul browser Chrome in attesa che i tempi siano maturi per lo switch epocale che renderà obsoleti i sistemi operativi classici.
Secondo l'articolo pubblicato dal Prof. Michael Nelson della Georgetown University di Washington DC sulla rivista Science, nel giro di cinque anni ben l’80% delle operazioni al computer non si faranno più servendosi dei software installati nel pc di casa ma attraverso il cloud computing.
Applicazioni, fogli di calcolo e videoscrittura, ma anche giochi (come proposto da ONLIVE) forniti da vari provider. Mentre gli utenti, sollecitati dai battages pubblicitari, non vedono l'ora di mettere le mani su Windows 7 o Snow Leopard, sotto sotto si sta preparando un nuovo modo di usare il pc, adottando i programmi installati sui server remoti, come adesso facciamo con Youtube, Picasa e Google Docs. Invece di usare l'ultima costosissima suite da ufficio per scrivere una lettera o inserire una nota spese in un foglio di calcolo a 64 bit, ci potremo collegare tramite Internet ad una versione online (gratuita per l'utente e pagata dalla pubblicità) salvando i documenti su di un hard disk virtuale, ma anche semplicemente in locale, sul proprio PC, se si temono incursioni di hacker che mettano a repentaglio i propri dati sensibili. Afferma sempre Michael Nelson: "Il Cloud computing ha raggiunto attualmente un grado di evoluzione pari a quello raggiunto da Internet nel 1993 . Sono stati decisi gli standard di base e tutto si deciderà nel giro di due-tre anni". Gli scenari possibili sono tre: 1) Tante nubi diverse, ciascuna fornita da un diverso provider, non interconnesse tra loro e molto spesso a pagamento. 2) Più nuvole che possono condividere i dati ma non le applicazioni, essendo queste gestite da diversi provider proprietari ciascuno indipendente dagli altri. 3) Infine lo scenario più interessante: un’unica enorme nuvola che metta tutto a disposizione di tutti, con livello di connessione tra utenti e gestori massimo.
Da queste premesse nasce una mia personale considerazione. Chi meglio del gigante di Montain View Google dispone dei mezzi per avviare una simile rivoluzione? Molte organizzazioni hanno già abbracciato la filosofia della ’nuvola aperta'. Tra queste il Forum Open Grid, l’Open Science Grid, (consorzio universitario guidato da Google e Ibm) ed altre 200 tra cui Canonical con il suo progetto UbuntuOne.
Di Alex (del 30/12/2009 @ 09:50:00 in Videogiochi, letto 3010 volte)
Un sistema che potrebbe rivoluzionare il modo in cui i videogiochi sono utilizzati
e distribuiti. Il proof of concept spiegato dal suo ideatore, soprattutto per gli scettici.
Ne avevamo parlato 6 mesi fa quando fu presentato in pompa magna. Allora si parlava di un lancio su larga scala per dicembre, per il momento è possibile iscriversi nella lista d'attesa del beta program, che però è attivo solo negli States. L'inconsistenza delle nostre connessioni ADSL (..e dove non ci sono solo problemi di lag spesso impera addirittura il digital divide ) potrebbero farci risvegliare improvvisamente dal sogno di poter sprigionare tutta la forza lato server
su macchine potentissime gestite dal provider e riuscire a giocare agli ultimi titoli in 3D anche sul PC regalato frettolosamente al nonno o sulla microconsole mostrata nel video. Ma il suo inventore sembra veramente convinto e fa del suo meglio per spiegarlo agli investitori ...E la dimostrazione reale che parte dal minuto 12 in effetti è molto convincente! Il lungo filmato è disponibile anche in HD per tutti i maniaci del videogioco.
Disponibile da poche ore sul sito di Chromium il codice sorgente open source! Un primo test sotto Virtualbox, alcuni video e varie considerazioni.
[UPDATE 20/11/09]
WOW! Come prevedevo, dopo pochissimo è già disponibile l'immagine di Google Chrome OS per Virtualbox e VMware. Provatela insieme a me e lasciate i vostri commenti!
Oggi potrebbe essere ricordato come quell' 8 Agosto 1995, che segnò l'uscita di Windows che avrebbe "regnato" per 15 anni.
Solo che questa volta si parla di kernel Linux e della possibilità che ognuno si costruisca il proprio sistema operativo GRATUITO, contando sul supporto di una comunità mondiale di geek provenienti dalle maggiori distribuzioni Linux (Chrome OS si compila solo tramite Ubuntu 9.10 , finalmente niente Windows come requisito minimo )
Ed eccomi già loggato in Google Chrome 0S (per autenticarsi si usa il proprio account Gmail). Sto sotto Virtualbox 3.0.12 800x600 ospite di Ubuntu Koala. Seguiranno test funzionali. Davide ti prego niente commenti del tipo: vabbè ma cos'ha in più di Windows 7.. questa è pura sperimentazione geek, lo so che non la capisci, sei troppo giovane e non puoi avere una "memoria da matusa pioniere dell'informatica", qui nel bene o nel male stiamo scrivendo la storia dei prossimi anni...
Aspetto un vostro feedback (solo se lo avete installato davvero) . La mia prima impressione è che è un browser sofisticato e veloce che fa anche il boot e che include i servizi di connettività. Non lo dico per sminuirlo. In realtà con il cloud computing è tutto quello che serve. Utilizzando un simile framework tutte le applicazioni stanno sulla nuvola e il supporto hardware necessario è solo quello in grado di visualizzare file multimediali e pagine complesse in javascript. Potrebbe essere una strategia distruttiva nei confronti di Microsoft per quanto riguarda i sistemi operativi tradizionali, escludendola totalmente da questo gioco, se non per qualche funzionalità come Live Messenger o Office Online. Chi si trova installato sul netbook Chrome OS in realtà non necessita di altro. Naviga, controlla la posta, chatta e Wava (schifo di neologismo), partecipa ai social network, usa programmi per ufficio online, vede filmati, ascolta musica...e magari gioca anche con ONLIVE oppure offline se riescono a offrire l'accelerazione grafica hardware spinta ad un prezzo conveniente. Tutto dipenderà quindi dall'abilità di rendere l'esperienza migliore di quella con un Netbook carrozzato con Windows 7 Starter (il fatto che sotto virtualbox ci metta pochi secondi a caricare già fa ben sperare...) . In ogni caso, se vi installate il solo browser Chrome 4.0, potete godere già di tutte le caratteristiche ottimizzate ed in continuo aggiornamento, prima che tra un anno si potrà fare completamente a meno di Windows... E ora vediamo che s'inventerà Microsoft in risposta
[Articolo del 19/11/09]
Attenzione, non è un iso da masterizzare ed usare, deve essere compilato adattandolo all'hardware che lo ospita quindi è solo il primo passo nella realizzazione di un sistema operativo basato sul kernel Linux e sul cloud computing, ideale per i netbook e disponibile al pubblico il prossimo anno.
In attesa dell'articolo completo che realizzerò domani, guardatevi questa video presentazione e leggetevi quest'articolo di PC World