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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Alex (del 05/08/2025 @ 08:00:00, in Scienza e Spazio, letto 107 volte)

Un'illustrazione della Starship HLS di SpaceX sulla superficie della Luna, vicino al Polo Sud
Dopo il trionfale volo orbitale con equipaggio di Artemis II che ci ha tenuti con il fiato sospeso lo scorso anno, tutti gli occhi sono ora puntati sul prossimo, storico passo: Artemis III, la missione che riporterà l'umanità sulla superficie della Luna dopo oltre cinquant'anni. La data prevista è la fine del 2026 e, sebbene possa sembrare lontana, la complessa macchina organizzativa e tecnologica sta girando a pieno ritmo. Le ultime settimane sono state cruciali e hanno segnato delle tappe fondamentali che rendono il sogno lunare sempre più concreto.
Starship HLS: il "lander" di SpaceX supera il test chiave
La notizia più importante, che ha infuso un'enorme dose di ottimismo nel programma, è arrivata da SpaceX. Qualche giorno fa, una versione senza equipaggio della Starship HLS (Human Landing System), il veicolo scelto dalla NASA per far scendere e risalire gli astronauti dalla superficie lunare, ha completato con successo un allunaggio di prova completamente automatizzato vicino al Polo Sud lunare. Superare questo test era un prerequisito indispensabile per poter imbarcare astronauti. Vedere il gigante d'acciaio di SpaceX posarsi dolcemente sulla regolite lunare è stato un momento che segna l'inizio di una nuova era nell'esplorazione spaziale.
Gateway, la stazione lunare, è in viaggio
Un altro pezzo fondamentale del puzzle si sta muovendo verso la sua destinazione. I primi due moduli della stazione spaziale Lunar Gateway, il PPE (Power and Propulsion Element) e l'HALO (Habitation and Logistics Outpost), sono stati lanciati con successo e sono attualmente in un lungo viaggio di mesi che li porterà a inserirsi nell'orbita quasi rettilinea (NRHO) attorno alla Luna. Questa piccola stazione spaziale fungerà da avamposto, punto di ritrovo e laboratorio di ricerca, un elemento cruciale per garantire una presenza umana sostenibile e non più "mordi e fuggi" come ai tempi delle missioni Apollo.
Addestramento e scienza: prepararsi all'ignoto
Mentre l'hardware viene testato e assemblato, l'equipaggio designato per Artemis III è nel pieno di un addestramento senza precedenti. Gli astronauti stanno utilizzando avanzatissime simulazioni in realtà virtuale per familiarizzare con ogni fase della missione e stanno testando le nuove tute spaziali sviluppate da Axiom Space, più flessibili e adatte a lavorare sulla superficie. L'obiettivo scientifico è ambizioso: esplorare la regione del Polo Sud lunare, dove si ritiene possano esistere depositi di ghiaccio d'acqua. Trovare e poter utilizzare l'acqua sulla Luna cambierebbe le carte in tavola per il futuro, permettendo di produrre ossigeno, acqua potabile e carburante per razzi direttamente in loco.
I punti chiave della missione Artemis III:
- Obiettivo: Allunaggio umano presso il Polo Sud lunare per la prima volta.
- Veicolo di lancio: Razzo SLS (Space Launch System) di NASA.
- Capsula Equipaggio: Capsula Orion, reduce dal successo di Artemis II.
- Lander Lunare: Starship HLS di SpaceX, testato con successo.
- Stazione Orbitale: Primi moduli del Lunar Gateway in viaggio verso l'orbita lunare.
- Stato Attuale: Test chiave superati, assemblaggio hardware finale e addestramento equipaggio.
In conclusione, la strada per riportare l'essere umano sulla Luna è ancora lunga e piena di sfide ingegneristiche complesse. Ogni singolo lancio, ogni test, deve funzionare alla perfezione. Tuttavia, i recenti successi hanno dimostrato che la volontà e la tecnologia per farlo esistono. Non si tratta più di una semplice riedizione delle missioni Apollo, ma del primo, vero passo per diventare una specie multi-planetaria, costruendo un avamposto permanente che aprirà le porte a future missioni verso Marte e oltre. Il 2026 è vicino e l'emozione è palpabile.
Di Alex (del 05/08/2025 @ 12:00:00, in Auto elettriche, letto 77 volte)

L'interfaccia della nuova versione 14 del Full Self-Driving di Tesla.
Tesla ha dato il via al rilascio dell'aggiornamento software più atteso dell'anno, che porta con sé la versione 14 del suo sistema Full Self-Driving (FSD). Elon Musk aveva promesso una rivoluzione e, a giudicare dalle prime note di rilascio, l'azienda di Austin punta a mantenere la promessa, rimuovendo persino l'etichetta "Beta" dal nome. Un passo simbolico e tecnico che potrebbe segnare una svolta per la guida autonoma su veicoli di serie.
Cosa cambia con FSD v14: non più Beta
La novità più eclatante è senza dubbio la rimozione della dicitura "Beta". Per anni, Tesla ha sottolineato la natura sperimentale del suo software, richiedendo un'attenzione costante da parte del guidatore. La rimozione di questa etichetta suggerisce un livello di affidabilità e maturità del sistema mai raggiunto prima. Secondo Tesla, la versione 14 è stata addestrata su un numero di chilometri "guidati" dall'IA ordini di grandezza superiore alle versioni precedenti, portando a una drastica riduzione degli interventi da parte dell'uomo.
Il "cervello" neurale: apprendimento end-to-end
Dal punto di vista tecnico, il balzo in avanti è dovuto all'adozione di un'architettura di rete neurale "end-to-end". A differenza dei modelli precedenti che suddividevano il compito di guida in più fasi (percezione, pianificazione, controllo), il nuovo sistema elabora i dati grezzi provenienti dalle telecamere e li traduce direttamente in comandi di guida (sterzo, acceleratore, freno). Questo approccio, molto più simile al modo in cui apprende un essere umano, permette al sistema di gestire scenari imprevisti e complessi con una fluidità e una naturalezza nettamente superiori.
Le novità sul campo: le principali migliorie
L'aggiornamento introduce una serie di miglioramenti tangibili nella guida di tutti i giorni. Tra i più significativi troviamo:
- Gestione delle rotatorie complesse: Il sistema ora naviga con sicurezza anche nelle rotatorie a più uscite e con traffico intenso.
- Riconoscimento avanzato della segnaletica: Migliorata l'interpretazione dei segnali di cantiere temporanei e dei gesti manuali dei vigili urbani.
- Parcheggio autonomo "door-to-door": La funzione "Smart Summon" è stata potenziata e ora permette al veicolo di trovare parcheggio e raggiungervi dall'altra parte di un'area di sosta complessa.
- Guida più "umana": Accelerazioni e frenate più dolci e una migliore gestione della posizione all'interno della corsia.
Autonomia di livello 4: a che punto siamo?
Con queste migliorie, Tesla si avvicina al livello 4 della scala SAE di guida autonoma (guida completamente autonoma in aree delimitate)? La risposta è complessa. Sebbene il sistema sia enormemente più capace, Tesla continua a richiedere che il guidatore sia vigile e pronto a intervenire. Legalmente e tecnicamente, siamo ancora in un'avanzatissima forma di livello 2. Tuttavia, le performance mostrate dalla v14 sfumano i confini, dimostrando che il traguardo di un'automazione di livello superiore, almeno in determinate condizioni operative, è sempre più vicino.
Tesla, con FSD v14, compie un passo da gigante che ridefinisce le aspettative sulla guida autonoma di oggi. L'approccio basato su un'unica rete neurale end-to-end è una scommessa audace che, se confermata dai risultati su larga scala, potrebbe davvero cambiare le regole del gioco nel settore automotive. Pur rimanendo con i piedi per terra e consapevoli che la vera autonomia "robotaxi" richiede ancora tempo e un quadro normativo adeguato, è innegabile l'incredibile progresso tecnologico. Un'innovazione spinta dal software che continua a tenere Tesla una spanna sopra molti concorrenti, i quali spesso preferiscono un approccio più cauto e frammentato.
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