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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 19/07/2025

Un'immagine del die di un processore Intel Core Ultra Meteor Lake, che mostra la sua architettura a 'tile' con i diversi mattoncini logici
Da mesi sentiamo parlare della rivoluzione Intel Core Ultra, un cambio di nome che ha mandato in pensione le storiche sigle i5, i7 e i9. Ma al di là del marketing, cosa cambia davvero per chi acquista un PC oggi? E questi nuovi chip sono davvero migliori dei precedenti? La risposta è sì, ma con una precisazione fondamentale: al momento, questa rivoluzione riguarda esclusivamente il mondo dei computer portatili. Analizziamo la tecnologia disponibile oggi e facciamo un confronto diretto.
Meteor Lake: perché è una svolta per i portatili
La prima generazione di Core Ultra, nome in codice "Meteor Lake", ha introdotto tre cambiamenti epocali per i notebook. Il primo è il design a **"tile" (o chiplet)**: invece di un unico blocco, il processore è composto da "mattoncini" indipendenti (CPU, GPU, I/O) realizzati con processi produttivi diversi e assemblati insieme. Questo permette un'efficienza energetica mai vista prima. Il secondo è la nuova **grafica integrata Intel Arc**, che offre prestazioni quasi doppie rispetto alla precedente generazione, rendendo possibili gaming leggero e accelerazione grafica senza una GPU dedicata. La terza, e più importante, è la **NPU (Neural Processing Unit)**, un motore dedicato esclusivamente all'intelligenza artificiale, progettato per gestire le nuove funzionalità AI di Windows e di altri software consumando pochissima energia.
Il protagonista: Intel Core Ultra 7 155H
Il modello più rappresentativo e diffuso di questa nuova generazione è il Core Ultra 7 155H, che troviamo sulla maggior parte dei notebook premium del 2024/2025.
- Processore: Intel Core Ultra 7 155H
- Architettura: Meteor Lake
- Core Totali: 16 (6 P-core + 8 E-core + 2 LP E-core)
- Thread Totali: 22
- Frequenza Boost P-Core: fino a 4.8 GHz
- Grafica Integrata: Intel Arc con 8 Xe-core
- NPU: Intel AI Boost
- TDP: 28 W (configurabile)
Confronto: Core Ultra 7 155H vs Core i7-13700H
Per capire il miglioramento, confrontiamolo con il suo predecessore diretto nella stessa fascia di prezzo, il popolarissimo Core i7-13700H (Raptor Lake).
- Prestazioni CPU Pure: In termini di potenza di calcolo massima (multi-core), il vecchio i7-13700H è ancora leggermente superiore. L'obiettivo di Meteor Lake non era battere i record di benchmark, ma l'efficienza.
- Efficienza Energetica: Qui il Core Ultra 7 155H vince a mani basse. A parità di prestazioni, consuma molta meno energia, il che si traduce in una durata della batteria significativamente più lunga per i notebook.
- Prestazioni Grafiche: La GPU Arc integrata nel 155H è circa il doppio più potente della vecchia Iris Xe del 13700H. Questo significa poter giocare a titoli moderni in 1080p con dettagli bassi/medi e una fluidità prima impensabile senza una scheda video dedicata.
- Prestazioni AI: È il punto di svolta. Il 13700H non ha una NPU, quindi tutte le operazioni AI (come gli effetti di Windows Studio, o le funzioni AI di Photoshop) gravano su CPU e GPU, consumando molta batteria. Il 155H le esegue sulla NPU in modo istantaneo e con un consumo irrisorio.
E i PC desktop? Per ora restano a guardare
È fondamentale chiarire un punto: ad oggi, **non esistono processori Intel Core Ultra per PC desktop**. L'intera architettura Meteor Lake è stata progettata esclusivamente per il mobile. Per i PC fissi, Intel continua a proporre la 14ª generazione "Core i" (i9-14900K, etc.), basata su un'evoluzione della precedente architettura Raptor Lake. La vera rivoluzione per i desktop arriverà solo con la prossima generazione, "Arrow Lake".
In conclusione, i processori Intel Core Ultra disponibili oggi sono davvero migliori dei precedenti Core i, ma la loro superiorità non risiede nella potenza bruta, bensì in un'intelligenza ed efficienza completamente nuove. Rappresentano una vera rivoluzione per il mondo dei notebook, rendendoli più duraturi, graficamente più capaci e pronti per l'era dell'AI PC. Se state comprando un portatile oggi, scegliere un Core Ultra è la mossa più intelligente. Per chi assembla un PC desktop, invece, la storia è diversa, e i classici Core i9 e i7 restano, per ora, la scelta di riferimento.
Di Alex (pubblicato @ 14:00:00 in Smartwatch-Wearable, letto 52 volte)

I quattro dispositivi wearable (Xiaomi Smart Band Pro, Redmi Watch, Huawei Watch Fit, Samsung Galaxy Fit) affiancati, mostrano i loro display luminosi e le differenze di design.
Il mondo dei wearable non è più solo una questione di contapassi e notifiche. Una nuova categoria di dispositivi si sta facendo largo: le smartband "Pro". Con schermi più grandi e luminosi, GPS integrato e funzionalità sempre più vicine a quelle di un vero smartwatch, questi ibridi offrono il meglio di due mondi a un prezzo estremamente competitivo. Oggi mettiamo a confronto i quattro principali contendenti di Xiaomi, Redmi, Huawei e Samsung per scoprire quale offre il pacchetto più completo.
Xiaomi Smart Band 9 Pro
Evoluzione diretta della popolarissima serie, la versione Pro punta su un design più elegante con finiture metalliche e un display più generoso. Mantiene un'autonomia eccellente e un'esperienza d'uso familiare per gli utenti Xiaomi.
- Display: 1.74" AMOLED, 60Hz
- Risoluzione: 336x480 pixel
- Materiali: Cassa in polimero fibroso, finiture metalliche
- Sensori: Battito cardiaco (PPG), SpO2, Accelerometro, Giroscopio, Luce ambientale
- GPS: Sì, integrato (GNSS)
- NFC per pagamenti: Sì
- Batteria: ~14 giorni (uso tipico)
- Impermeabilità: 5 ATM
Redmi Watch 4
Il modello Redmi è quello che più si avvicina a un vero smartwatch, con il display più grande del lotto e una comoda corona girevole per la navigazione. Ottima la presenza delle chiamate Bluetooth.
- Display: 1.97" AMOLED, 60Hz
- Risoluzione: 390x450 pixel
- Materiali: Cassa in lega di alluminio, corona in acciaio
- Sensori: Battito cardiaco (PPG), SpO2, Accelerometro, Giroscopio, Bussola elettronica
- GPS: Sì, integrato (GNSS)
- NFC per pagamenti: Sì
- Batteria: ~20 giorni (uso tipico)
- Impermeabilità: 5 ATM
- Extra: Chiamate Bluetooth, Corona girevole
Huawei Watch Fit 3 Huawei perfeziona la sua formula di successo con un design che ricorda un Apple Watch, ma più sottile e leggero. Il suo punto di forza è l'accuratezza dei sensori e la completezza dell'app Huawei Health.
- Display: 1.82" AMOLED, 60Hz
- Risoluzione: 480x408 pixel
- Materiali: Cassa in lega di alluminio
- Sensori: Battito cardiaco (TruSeen™ 5.5), SpO2, Accelerometro, Giroscopio, Magnetometro, Luce ambientale
- GPS: Sì, integrato (GNSS)
- NFC per pagamenti: No
- Batteria: ~10 giorni (uso tipico)
- Impermeabilità: 5 ATM
- Extra: Chiamate Bluetooth, Corona girevole
Samsung Galaxy Fit3
Il ritorno di Samsung nel settore è marcato da un dispositivo solido e perfettamente integrato nell'ecosistema Galaxy. La scocca in alluminio e il display di alta qualità lo rendono un prodotto molto curato.
- Display: 1.6" AMOLED
- Risoluzione: 256x402 pixel
- Materiali: Cassa in alluminio
- Sensori: Battito cardiaco (PPG), SpO2, Accelerometro, Giroscopio, Barometro, Luce ambientale
- GPS: No (connesso allo smartphone)
- NFC per pagamenti: No
- Batteria: ~13 giorni (uso tipico)
- Impermeabilità: 5 ATM / IP68
- Extra: Rilevamento cadute, SOS di emergenza
Analizzando le schede tecniche, emergono chiare identità. Il Redmi Watch 4 si impone per completezza hardware e autonomia, risultando quasi uno smartwatch. L'Huawei Watch Fit 3 brilla per la qualità dei sensori e del software per la salute. Lo Xiaomi Smart Band 9 Pro è l'evoluzione equilibrata per gli amanti del brand. Il Samsung Galaxy Fit3, pur peccando per l'assenza di GPS e NFC, è la scelta obbligata per chi vive nell'ecosistema Samsung. La competizione è serrata e dimostra come in questa fascia di mercato si possano trovare dispositivi incredibilmente completi e adatti a ogni specifica esigenza.
Di Alex (pubblicato @ 07:06:41 in Smartphone Android, letto 64 volte)

Un'immagine concept fotorealistica del nuovo smartphone tri-fold di Samsung, mostrato parzialmente aperto per evidenziare le sue tre sezioni di display e le cerniere innovative.
Dopo aver creato e dominato il mercato dei pieghevoli con la serie Fold e Flip, Samsung sembra pronta ad alzare di nuovo l'asticella. Da mesi, le voci si fanno sempre più insistenti riguardo al prossimo, audace passo nell'evoluzione del form factor mobile: uno smartphone tri-fold. Non più un dispositivo che si apre come un libro, ma un vero e proprio tablet tascabile con tre sezioni di display e due cerniere. Un'idea che, se realizzata, potrebbe rappresentare la prossima grande rivoluzione nel mondo degli smartphone.
Un design a tre ante: come si piegherà?
I numerosi brevetti depositati da Samsung Display ci offrono un'idea chiara delle possibili direzioni. I rumors più accreditati parlano di un design "a G" o "a Z", con due cerniere che permettono al dispositivo di ripiegarsi su se stesso. Da chiuso, manterrebbe le dimensioni di uno smartphone tradizionale, forse leggermente più spesso. Una volta aperto, però, si trasformerebbe in un piccolo tablet, con una superficie di display che potrebbe superare gli 8 pollici, molto più ampia di quella dell'attuale Galaxy Z Fold. La vera sfida ingegneristica sarà creare due cerniere altrettanto resistenti e sottili di quella attuale, per mantenere uno spessore accettabile.
Display e produttività: uno sguardo al futuro del multitasking
Il vantaggio principale di un tri-fold è ovvio: una superficie di lavoro immensa. Con uno schermo di tali dimensioni, il multitasking raggiungerebbe un nuovo livello. Si potrebbe avere un'app aperta su ogni sezione del display, oppure usare due sezioni per un'unica applicazione e la terza per una tastiera virtuale a grandezza naturale. Per professionisti e creativi, un dispositivo del genere potrebbe realisticamente sostituire un tablet o persino un piccolo laptop, offrendo una potenza e una versatilità mai viste prima in un device tascabile. Il supporto alla S Pen è dato quasi per scontato, potenziando ulteriormente le capacità produttive.
Le specifiche attese: potenza da vero flagship
Trattandosi di un prodotto ultra-premium, le specifiche tecniche saranno al vertice. Ci si aspetta l'ultima versione del processore **Snapdragon for Galaxy**, almeno **16 GB di RAM** e un comparto fotografico ereditato dal modello Ultra della serie Galaxy S. La vera incognita riguarda la batteria: alimentare un display così grande richiederà una capacità notevole, e Samsung dovrà bilanciare potenza e spessore per non creare un dispositivo troppo ingombrante.
Data di uscita e prezzo: quando e a quanto?
Qui i rumors sono più discordanti. Alcune fonti ottimistiche parlavano di un possibile lancio a fine 2025, magari insieme alla serie Fold 7. Altre, più realistiche, indicano il **2026** come l'anno più probabile per il debutto. Samsung vorrà assicurarsi che la tecnologia sia matura e affidabile prima di lanciarla. Per quanto riguarda il prezzo, c'è da aspettarsi una cifra da capogiro. Se il Galaxy Z Fold si posiziona già intorno ai 2.000 euro, è facile ipotizzare che il primo tri-fold possa superare abbondantemente i **2.500 euro**, posizionandosi come un vero e proprio "statement product" per early adopter e professionisti facoltosi.
Da appassionato di tecnologia, l'idea di un tri-fold mi entusiasma enormemente. Rappresenta l'evoluzione naturale del concetto di pieghevole e la risposta definitiva a chi cerca un unico dispositivo per comunicazione, intrattenimento e produttività. Tuttavia, il successo dipenderà da due fattori chiave: un software (One UI) capace di sfruttare in modo intelligente e intuitivo tutto quello spazio extra, e un prezzo che, seppur alto, non sia del tutto fuori mercato. Se Samsung riuscirà in questa impresa, potrebbe creare una nuova categoria di prodotti e distanziare ancora una volta la concorrenza, inclusa Apple, che sul fronte dei pieghevoli è ancora ferma ai blocchi di partenza.
Fotografie del 19/07/2025
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