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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Alex (del 06/09/2025 @ 12:00:00, in Misteri, letto 221 volte)
La stampa originale del segnale Wow! con l'annotazione di Jerry Ehman
La stampa originale del segnale Wow! con l'annotazione di Jerry Ehman

Nel 1977, un radiotelescopio captò un segnale dallo spazio profondo così anomalo e potente che l'astronomo di turno scrisse "Wow!" a margine dei dati. Durò 72 secondi e poi svanì per sempre. A quasi cinquant'anni di distanza, quel segnale rimane il mistero più affascinante della ricerca di intelligenza extraterrestre (SETI). Fu un messaggio alieno, un fenomeno naturale sconosciuto o altro? Ripercorriamo la storia dell'unica vera chiamata a cui, finora, non abbiamo saputo rispondere.

Un'anomalia nel silenzio cosmico
La notte del 15 agosto 1977, l'astronomo Jerry Ehman stava analizzando i dati raccolti dal radiotelescopio "Big Ear" dell'Ohio State University, parte di un progetto SETI. Su un tabulato stampato, notò una sequenza alfanumerica così strana da catturare subito la sua attenzione: "6EQUJ5". Questa stringa non era casuale; rappresentava l'intensità di un segnale radio captato dal telescopio. I numeri da 1 a 9 indicavano intensità crescenti, mentre le lettere successive indicavano livelli ancora più alti. Il segnale era stato registrato per la durata massima di 72 secondi, il tempo che il telescopio impiegava a scrutare una singola porzione di cielo, per poi sparire completamente. Sopraffatto dalla scoperta, Ehman cerchiò la sequenza e scrisse "Wow!" a margine, dandole il nome con cui è passata alla storia.

Perché questo segnale è così speciale?
Ciò che rende il segnale Wow! unico non è solo la sua intensità, ma una serie di caratteristiche che lo allineano perfettamente a ciò che gli scienziati si aspetterebbero da una potenziale trasmissione extraterrestre.


  • Frequenza protetta: Il segnale fu rilevato a circa 1420 MHz, una frequenza molto vicina a quella dell'idrogeno neutro (la "riga a 21 cm"). Questa è una frequenza "speciale" nell'universo, protetta da accordi internazionali da trasmissioni terrestri. Gli scienziati del SETI la considerano un canale logico per una comunicazione interstellare, una sorta di "canale radio universale".

  • Intensità e forma: Era ben 30 volte più intenso del rumore di fondo cosmico. Inoltre, la sua curva di intensità (prima crescente e poi calante) corrispondeva perfettamente al profilo atteso di un segnale proveniente da una fonte puntiforme nello spazio profondo, mentre entrava e usciva dal campo visivo del telescopio.

  • Origine celeste: Proveniva da una regione della costellazione del Sagittario dove non si conoscono stelle visibili, ma che si trova in direzione del centro galattico.


Le ipotesi: tra comete e intelligenze aliene
Negli anni sono state avanzate decine di ipotesi, ma nessuna è risultata pienamente soddisfacente. La spiegazione più suggestiva è quella di un segnale artificiale prodotto da una civiltà tecnologicamente avanzata. Tuttavia, non essendo mai stato più rilevato nonostante innumerevoli tentativi, rimane un'ipotesi non dimostrabile. Altre spiegazioni, come un segnale terrestre riflesso da un detrito spaziale, sono state ampiamente scartate per via della frequenza protetta. Nel 2017 è stata proposta la teoria di una nube di idrogeno rilasciata da una cometa, ma è stata confutata dalla comunità scientifica, che ha dimostrato come le comete in questione non fossero nella posizione giusta al momento giusto e non potessero generare un segnale così potente e concentrato.

Il segnale Wow! rappresenta una perfetta istantanea del metodo scientifico di fronte all'ignoto: un dato anomalo, affascinante, che resiste a ogni spiegazione convenzionale. Che sia stato il saluto di una civiltà lontana o un raro capriccio del cosmo, ci ricorda che l'universo è pieno di meraviglie ancora da scoprire e che la nostra ricerca di risposte, e forse di compagnia, è appena iniziata.
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Di Alex (del 06/09/2025 @ 07:00:00, in WiFi WiMax, letto 292 volte)
Click per ingrandire!Infografica sugli ultimi progressi del Wifi
Infografica sugli ultimi progressi del Wifi

Abbiamo sempre desiderato una connessione wireless veloce come il cavo. Con il Wi-Fi 7 (802.11be), questo desiderio diventa realtà. Non si tratta solo di un aumento di velocità, ma di una rivoluzione nella stabilità e nella latenza grazie a una tecnologia chiave: il Multi-Link Operation (MLO). Mentre i nuovi router e smartphone arrivano sul mercato, è tempo di capire come questa innovazione risolverà i problemi di lag e congestione, aprendo le porte ad AR, VR e streaming 8K fluidi.

Le tecnologie chiave del Wi-Fi 7
Lo standard IEEE 802.11be, commercialmente noto come Wi-Fi 7, introduce diverse innovazioni cruciali per raggiungere una velocità teorica massima di quasi 46 Gbps, circa 4.8 volte più veloce del Wi-Fi 6. Ma la velocità pura non è l'unico obiettivo. La vera missione è migliorare drasticamente l'efficienza e l'affidabilità. Le tecnologie portanti sono principalmente tre.


  • Canali a 320 MHz: Il Wi-Fi 7 raddoppia la larghezza massima dei canali nella banda a 6 GHz, passando dai 160 MHz del Wi-Fi 6 a ben 320 MHz. Immaginiamo un'autostrada: è come raddoppiare il numero di corsie, permettendo a molti più dati di transitare contemporaneamente.

  • 4K-QAM (Quadrature Amplitude Modulation): Questa tecnica di modulazione migliora la quantità di dati che possono essere "impacchettati" in ogni singolo segnale radio, offrendo un incremento di velocità di circa il 20% rispetto alla tecnologia 1024-QAM del Wi-Fi 6.

  • Multi-Link Operation (MLO): Questa è la vera rivoluzione dello standard. Permette a un dispositivo di connettersi e scambiare dati su più bande di frequenza (2.4 GHz, 5 GHz e 6 GHz) simultaneamente con lo stesso router.


MLO: il vero game-changer per la latenza
Il Multi-Link Operation cambia radicalmente le regole del gioco. Nelle versioni precedenti del Wi-Fi, un dispositivo poteva essere connesso a una sola banda alla volta. Con MLO, un dispositivo può aggregare la velocità di più bande o inviare e ricevere dati in parallelo. Questo significa che se una banda è congestionata o subisce interferenze, il traffico dati può istantaneamente spostarsi o essere bilanciato sulle altre, senza alcuna interruzione. Il risultato è una latenza bassissima e una stabilità di connessione simile a quella di un cavo Ethernet, fondamentale per applicazioni come il cloud gaming, la realtà virtuale e le videoconferenze professionali.

Cosa serve per sfruttare il Wi-Fi 7?
Per beneficiare delle prestazioni del Wi-Fi 7, è necessario che sia il punto di accesso (il router) sia i dispositivi client (smartphone, notebook, smart TV) supportino il nuovo standard. Acquistare solo un router Wi-Fi 7 non basterà se i dispositivi connessi sono ancora Wi-Fi 6 o precedenti; questi funzioneranno, ma non potranno sfruttare le nuove tecnologie come MLO o i canali a 320 MHz. Fortunatamente, a partire da fine 2025, il mercato offre una gamma sempre più ampia di smartphone e computer portatili di fascia alta con certificazione Wi-Fi 7 integrata.

Il Wi-Fi 7 non è un semplice aggiornamento incrementale. È una riprogettazione fondamentale del modo in cui i nostri dispositivi comunicano senza fili. Grazie al Multi-Link Operation, la promessa di una connessione wireless con la stabilità e la reattività di una rete cablata è finalmente a portata di mano, spianando la strada a una nuova era di applicazioni immersive e connesse che fino a ieri erano impensabili.
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