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Di Alex (del 02/10/2025 @ 09:19:14, in Storia dell'informatica, letto 240 volte)

L'Intel 4004, il primo microprocessore commerciale al mondo, lanciato il 15 novembre 1971.
Il 15 novembre 1971, un annuncio segnò l'inizio di una nuova era. Non un prodotto di massa, ma un pezzo di silicio destinato a cambiare il mondo: l'Intel 4004. Questo non è solo il racconto del primo microprocessore, ma la cronaca del "Big Bang" del calcolo personale, l'evento che ha spostato la potenza di elaborazione dai mainframe al palmo di una mano, innescando la rivoluzione digitale. ARTICOLO COMPLETO
L'origine: una calcolatrice giapponese e un'idea rivoluzionaria
La storia del microprocessore non inizia nei laboratori di un gigante dei computer, ma con una richiesta commerciale apparentemente ordinaria. Nel 1969, l'azienda giapponese Busicom si rivolse a una giovane Intel, all'epoca specializzata in chip di memoria, per progettare un complesso set di dodici circuiti integrati customizzati per la sua nuova linea di calcolatrici da tavolo. Il progetto, così come era stato concepito da Busicom, era complesso e costoso.
Fu a questo punto che l'ingegnere di Intel Marcian "Ted" Hoff ebbe un'intuizione che avrebbe cambiato la storia. Invece di creare una dozzina di chip specializzati e a logica fissa, ciascuno con una singola funzione, Hoff propose un approccio radicalmente diverso: creare un singolo chip che fungesse da unità di elaborazione centrale (CPU) per uso generico. Questa CPU non avrebbe avuto funzioni predefinite, ma sarebbe stata programmabile tramite software memorizzato su chip di memoria esterni. In questo modo, la complessità si sarebbe spostata dall'hardware, costoso e inflessibile, al software, versatile e modificabile. Era l'idea di un "computer su un chip".
I padri fondatori: il trio che plasmò il silicio
La trasformazione dell'idea visionaria di Hoff in un prodotto fisico fu opera di un piccolo team di ingegneri dal talento eccezionale, i cui ruoli furono cruciali e complementari.
Marcian "Ted" Hoff fu l'architetto. Fu lui a definire la struttura logica del sistema, concependo un'architettura centralizzata che potesse eseguire istruzioni per svolgere compiti diversi.
Federico Faggin, fisico e ingegnere italiano assunto da Intel nel 1970, fu il realizzatore. A lui fu affidato il compito di guidare la progettazione fisica del chip, un'impresa considerata quasi impossibile. Il suo contributo fu determinante grazie all'applicazione della pionieristica tecnologia "silicon-gate" (SGT), che permetteva di integrare un numero di transistor molto più elevato in uno spazio ridotto rispetto alla precedente tecnologia "metal-gate". Fu Faggin a trasformare gli schemi logici in un pezzo di silicio funzionante, lasciando un segno indelebile del suo lavoro: le sue iniziali, "F.F.", incise su un angolo di ogni 4004 prodotto.
Masatoshi Shima, l'ingegnere inviato da Busicom, fu il legame con il mondo reale. Lavorò a stretto contatto con il team di Intel per definire la logica del processore e garantire che il design soddisfacesse le esigenze pratiche e le specifiche della calcolatrice, facendo da ponte tra la visione architettonica e l'applicazione finale.
Anatomia di un miracolo tecnologico
Per gli standard odierni, le specifiche dell'Intel 4004 appaiono quasi primitive, ma nel 1971 rappresentavano un salto quantico. Riuscire a integrare una CPU completa su un singolo chip era un'impresa senza precedenti. Il 4004 era un microprocessore a 4 bit, capace cioè di elaborare dati in blocchi di 4 bit alla volta. Al suo interno conteneva circa 2.300 transistor, realizzati con un processo produttivo a 10 micrometri (10.000 nanometri). Per fare un paragone, i processori moderni contengono miliardi di transistor e sono realizzati con processi produttivi inferiori ai 10 nanometri. La sua velocità di clock era di 740 kHz (0,74 MHz), una frazione infinitesimale delle velocità multi-gigahertz di oggi. Nonostante ciò, la sua potenza di calcolo era paragonabile a quella dell'ENIAC, il primo computer elettronico del 1946 che occupava un'intera stanza.
Specifiche Tecniche dell'Intel 4004 (1971)
Caratteristica | Specifica |
Data di Lancio | 15 Novembre 1971 |
Numero di Transistor | ~2.300 |
Processo Produttivo | 10 micrometri (10.000 nm) |
Velocità di Clock | 740 kHz |
Larghezza del Bus Dati | 4 bit |
Memoria Indirizzabile | 4 KB |
Prezzo al Lancio | 60 $ |
L'eredità dell'Intel 4004 non è solo il risultato di un'invenzione geniale, ma anche di una decisione commerciale lungimirante. Inizialmente, il design era di proprietà esclusiva di Busicom. Tuttavia, il team di progettazione, consapevole dell'enorme potenziale del chip al di là delle semplici calcolatrici, convinse la dirigenza di Intel a rinegoziare l'accordo. Intel restituì a Busicom l'intero investimento di 60.000 dollari in cambio dei diritti per vendere il microprocessore per applicazioni non legate alle calcolatrici. Questa mossa si rivelò una delle decisioni di business più importanti del XX secolo. Liberato dai vincoli dell'esclusività, l'Intel 4004 divenne un componente disponibile sul mercato, accessibile a ingegneri, inventori e hobbisti di tutto il mondo. Fu questa disponibilità a scatenare un'ondata di innovazione che portò direttamente alla nascita dei primi personal computer e all'alba dell'era digitale. La successiva bancarotta di Busicom nel 1974 è la tragica ironia che suggella la storia: l'azienda che aveva commissionato l'invenzione non ne comprese il valore, mentre quella che la realizzò la trasformò nelle fondamenta di un impero tecnologico.

L'Energizer EnergyBook Pro Ultra si distingue per la sua batteria da 192 Wh, un record nel settore.
In un'era definita dalla mobilità, la vera autonomia non risiede solo nella connettività, ma nell'indipendenza energetica. Energizer, capitalizzando sulla sua identità globale, entra nel mercato dei laptop non con un semplice computer, ma con una vera e propria "power station con schermo". L'EnergyBook Pro Ultra non si limita a competere: cerca di ridefinire il concetto di portabilità, promettendo giorni di lavoro senza mai avvicinarsi a una presa di corrente. LEGGI TUTTO
Analisi tecnica di un titano: la batteria da 192 Wh
Il cuore pulsante e la ragione d'essere dell'EnergyBook Pro Ultra è la sua batteria monoblocco ai polimeri di litio da 192 Wh, la più grande mai integrata in un computer portatile di serie. Questo valore, che a prima vista potrebbe sembrare solo un numero, si traduce in una capacità energetica sbalorditiva. La configurazione tecnica è a 4 celle da 13.000 mAh (4S) con una tensione di 14,8 V, una combinazione progettata per offrire un flusso di energia stabile e continuo, ideale per applicazioni intensive come il gaming, la grafica o l'editing video. In termini pratici, questa riserva di energia si traduce in un'autonomia stimata fino a 28 ore di utilizzo intensivo in ufficio (navigazione web, suite da ufficio, videoconferenze), fino a 11 ore in scenari esigenti come il gaming, e un'incredibile durata di 7 giorni in standby. Energizer afferma inoltre che la tecnologia delle celle garantisce un degrado minimo anche dopo centinaia di cicli di ricarica, puntando sulla longevità del componente chiave del dispositivo.
Tuttavia, una capacità così estrema introduce una limitazione fondamentale che ne definisce il profilo d'uso: la portabilità aerea. Le normative aeronautiche internazionali (stabilite da enti come FAA e EASA) limitano severamente la capacità delle batterie al litio trasportabili in aereo, con un tetto massimo di 100 Wh generalmente consentito nel bagaglio a mano e permessi speciali richiesti per batterie fino a 160 Wh. Con i suoi 192 Wh, l'EnergyBook Pro Ultra è di fatto "impossibile da trasportare in aereo", escludendolo dalla categoria dei dispositivi per il viaggiatore d'affari globale. Questa caratteristica lo posiziona come uno strumento per professionisti che operano a terra, in luoghi remoti o in situazioni dove l'accesso all'elettricità è incerto o assente.
Hardware e prestazioni: un equilibrio deliberato
L'architettura hardware dell'EnergyBook Pro Ultra è stata chiaramente progettata in funzione della sua caratteristica principale. La scelta dei componenti riflette un deliberato equilibrio tra prestazioni adeguate ed efficienza energetica, piuttosto che una corsa alla potenza bruta. Il processore è un AMD Ryzen 5, ottimizzato per un basso consumo energetico, affiancato da 16 GB di RAM DDR4 e un'unità di archiviazione SSD da 512 GB in formato NVMe, che garantisce reattività e velocità di accesso ai dati. Questa configurazione è più che sufficiente per la stragrande maggioranza delle attività professionali e creative, ma non mira a competere con le workstation mobili di fascia più alta. La scelta di un Ryzen 5, invece di un più potente e dispendioso Ryzen 9, è una decisione strategica per massimizzare l'autonomia, evitando di compromettere la proposta di valore fondamentale del prodotto.
Lo schermo è un ampio pannello da 18 pollici con risoluzione Full HD+ (1920 x 1200 pixel) e un rapporto d'aspetto di 16:10. Questo formato offre uno spazio di lavoro verticale maggiore rispetto ai tradizionali 16:9, rendendolo ideale per la produttività, la scrittura di codice e la consultazione di documenti. La connettività è completa e versatile, includendo porte USB-C, HDMI, USB 3.0, un lettore di schede SD e un jack per cuffie, garantendo la compatibilità con un'ampia gamma di periferiche senza la necessità di adattatori.
Specifiche Tecniche Energizer EnergyBook Pro Ultra
Componente | Specifica |
Processore | AMD Ryzen 5 (ottimizzato per efficienza energetica) |
RAM | 16 GB DDR4 |
Archiviazione | 512 GB SSD NVMe |
Schermo | 18 pollici, Full HD+ (1920 x 1200), rapporto 16:10 |
Batteria | 192 Wh (4 celle da 13.000 mAh, 14,8 V) |
Autonomia (stimata) | Fino a 28 ore (uso ufficio), fino a 11 ore (gaming/grafica), fino a 7 giorni (standby) |
Connettività | USB-C, HDMI, USB 3.0, lettore schede SD, jack cuffie |
Il contesto di mercato e il profilo utente ideale
L'EnergyBook Pro Ultra non è un laptop per il mercato di massa, ma un prodotto altamente specializzato. Si inserisce al vertice della nuova gamma EnergyBook Pro di Avenir Telecom (licenziatario del marchio Energizer), che comprende anche modelli più convenzionali: l'EnergyBook Pro 15, un 15 pollici compatto per professionisti in movimento, e l'EnergyBook Pro XL 18, un modello da 18 pollici per la produttività multimediale. L'Ultra è descritto come la "versione definitiva", pensata per un'utenza che richiede resistenza estrema e autonomia senza compromessi. Il profilo ideale è quello di sviluppatori, creativi, imprenditori e utenti che lavorano in mobilità terrestre, come ingegneri sul campo, ricercatori in aree remote, operatori di emergenza o chiunque necessiti di una postazione di lavoro affidabile e resiliente anche in assenza di una rete elettrica stabile.
In conclusione, l'Energizer EnergyBook Pro Ultra è più di un semplice laptop; è una dichiarazione audace su quale potrebbe essere la prossima frontiera dell'innovazione nel computing portatile. Sebbene la sua natura estrema e le restrizioni di viaggio lo confinino a una nicchia di mercato ben definita, solleva una domanda cruciale: in un mondo in cui le prestazioni dei processori offrono guadagni sempre più marginali per l'utente medio, la vera innovazione risiede forse nel liberare definitivamente il computer dalla schiavitù della presa di corrente? L'Ultra è la risposta, per ora, per pochi, ma potrebbe indicare la direzione per molti in futuro.
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