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Di Alex (del 16/10/2025 @ 17:00:00, in Storia dell'informatica, letto 50 volte)

Una composizione che mostra l'evoluzione del mouse: dal primo prototipo in legno di Engelbart a un moderno mouse da gaming ergonomico.
Oggi è un dispositivo onnipresente e dato per scontato, ma il mouse ha una storia affascinante che ha rivoluzionato l'interazione uomo-macchina. La sua invenzione, concepita negli anni '60 da Douglas Engelbart e sviluppata nei laboratori Xerox PARC, ha gettato le basi per l'interfaccia grafica moderna, trasformando il computer da uno strumento per pochi specialisti a un dispositivo accessibile a tutti. Ripercorriamo le tappe di questa evoluzione. ARTICOLO COMPLETO
L'intuizione di Douglas Engelbart
La storia del mouse inizia nel 1964, quando Douglas Engelbart, un ingegnere dello Stanford Research Institute, costruì il primo prototipo. Era un dispositivo rudimentale, un guscio di legno con due rotelle metalliche perpendicolari e un singolo pulsante. Engelbart lo chiamò "indicatore di posizione X-Y per un sistema di visualizzazione" e lo presentò al mondo nel 1968 durante una storica dimostrazione passata alla storia come "The Mother of All Demos", in cui mostrò anche l'ipertesto, la videoscrittura e le videoconferenze.
Lo sviluppo allo Xerox PARC e l'arrivo sul mercato
L'idea di Engelbart fu perfezionata negli anni '70 dai ricercatori dello Xerox PARC. Sostituirono le rotelle con una sfera metallica (trackball) che poteva ruotare in ogni direzione, rendendo il movimento più fluido. Questo nuovo design fu integrato nel rivoluzionario computer Xerox Alto nel 1973, il primo a utilizzare una metafora della scrivania con icone e finestre. Fu però la Apple a portare il mouse al grande pubblico, prima con il Lisa (1983) e poi, con successo planetario, con il primo Macintosh (1984), rendendolo lo standard de facto per l'interazione con i personal computer.
Dalla sfera al laser
Per decenni, il mouse a sfera ha dominato il mercato, ma presentava un problema: la sfera raccoglieva polvere e sporco, richiedendo una pulizia costante. La svolta arrivò alla fine degli anni '90 con l'introduzione del mouse ottico, che sostituì la meccanica con un LED e un piccolo sensore per tracciare il movimento. Poco dopo, la tecnologia si evolse ulteriormente con il mouse laser, ancora più preciso e capace di funzionare su quasi ogni superficie. Oggi, i mouse moderni integrano sensori ad altissima precisione (DPI), design ergonomici e connettività wireless, ma il principio fondamentale rimane quello immaginato da Engelbart quasi sessant'anni fa.
L'invenzione del mouse è una testimonianza di come un'idea semplice possa cambiare radicalmente il nostro rapporto con la tecnologia. Ha trasformato il computer in un'estensione della nostra mano, rendendo l'informatica visiva, intuitiva e accessibile. Ogni volta che clicchiamo su un'icona, stiamo rendendo omaggio alla visione pionieristica di Douglas Engelbart e dei ricercatori che hanno trasformato un blocco di legno in uno strumento indispensabile.

Il robot umanoide industriale DR02 di DEEP Robotics è progettato per operare in qualsiasi condizione atmosferica.
I robot umanoidi stanno finalmente uscendo dai laboratori di ricerca per entrare nel mondo reale. Non più prototipi delicati, ma macchine robuste pronte per il lavoro industriale. L'azienda cinese DEEP Robotics ha presentato il DR02, un robot umanoide che definisce come il primo al mondo di livello industriale in grado di operare in qualsiasi condizione meteorologica e in qualsiasi scenario. ARTICOLO COMPLETO
Il lancio del DR02 mira a superare una delle limitazioni chiave del settore: la scarsa adattabilità dei robot alle complesse condizioni del mondo reale. Questo umanoide è stato progettato per essere un lavoratore instancabile, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, indipendentemente da pioggia, polvere o temperature estreme.
Progettato per il mondo reale: specifiche e capacità
Le specifiche tecniche del DR02 sono impressionanti e focalizzate sulla robustezza. La caratteristica principale è la protezione completa IP66, che lo rende totalmente protetto da polvere e getti d'acqua potenti. Può operare in un intervallo di temperature che va da -20°C a 55°C. Alto 175 cm, ha una velocità di camminata standard di 1.5 m/s e una massima di 4 m/s. È in grado di superare ostacoli come scale alte 20 cm e di affrontare pendenze fino a 20°. Può trasportare un carico utile fino a 20 kg. Inoltre, un design modulare a sgancio rapido consente una manutenzione veloce sul campo.
"All-Weather, All-Scenario": i casi d'uso
La sua capacità di resistere a qualsiasi condizione meteo sblocca un'ampia gamma di applicazioni industriali. Il DR02 è ideale per compiti come ispezioni di impianti all'aperto (centrali elettriche, siti chimici), pattugliamenti di sicurezza perimetrale in qualsiasi momento del giorno e della notte, e operazioni all'interno di fabbriche o magazzini dove la presenza di polvere o liquidi è comune. La sua versatilità lo rende una risorsa economicamente vantaggiosa, in grado di giustificare l'investimento iniziale grazie a un'operatività continua.
Cervello e sensi: intelligenza artificiale a bordo
Per navigare e operare autonomamente in ambienti complessi, il DR02 è dotato di un potente sistema di calcolo e percezione. A bordo è presente un'unità di calcolo da 275 TOPS (trilioni di operazioni al secondo) che elabora i dati provenienti da un sistema multi-sensore (probabilmente una combinazione di LiDAR, telecamere e sensori inerziali). Questo "cervello" permette al robot di avere una percezione dell'ambiente in tempo reale, di pianificare percorsi per evitare ostacoli e di eseguire i suoi compiti in modo autonomo.
Il contesto del mercato: la corsa all'umanoide
Il lancio del DR02 avviene in un momento di grande fermento nel settore della robotica umanoide. Mentre aziende come Boston Dynamics continuano a spingere i limiti della mobilità, nuove realtà, soprattutto cinesi, stanno accelerando la commercializzazione. Un esempio è Unitree, il cui robot umanoide G1 è già in vendita sul sito americano di Walmart, puntando a un mercato più ampio e accademico. L'approccio di DEEP Robotics è diverso: punta direttamente al mercato industriale di fascia alta (B2B) con un prodotto specializzato e ultra-resistente, delineando una delle due principali strategie che probabilmente caratterizzeranno il settore nei prossimi anni.
Il DR02 di DEEP Robotics non è più fantascienza. È uno strumento di lavoro concreto che rappresenta un passo significativo verso l'automazione di compiti fisici in ambienti non strutturati. Questi lavoratori metallici potrebbero presto diventare una presenza comune in molti settori industriali, ridefinendo i concetti di produttività, logistica e sicurezza.
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