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Respirare in due modi: il microbo appena scoperto a Yellowstone che sta ridefinendo la vita
Di Alex (del 14/09/2025 @ 16:00:00, in Scienza e Spazio, letto 53 volte)
Un'illustrazione di un microbo in una sorgente termale colorata di Yellowstone
Un'illustrazione di un microbo in una sorgente termale colorata di Yellowstone

Nelle acque bollenti e acide delle sorgenti termali di Yellowstone, un ambiente letale per quasi ogni forma di vita conosciuta, gli scienziati hanno scoperto un organismo che sfida le nostre definizioni. Un microbo dotato di una superpotenza metabolica: la capacità di "respirare" in due modi completamente diversi. Questa scoperta non solo espande i confini noti della vita, ma apre anche nuove, affascinanti prospettive nella ricerca di organismi alieni e in campo biotecnologico. LEGGI TUTTO

Un organismo che prospera nell'impossibile
Il Parco Nazionale di Yellowstone è famoso per i suoi geyser e le sue sorgenti termali dai colori vivaci. Ma sotto questa bellezza si nasconde un ambiente estremo, con temperature che sfiorano il punto di ebollizione e un'alta concentrazione di sostanze tossiche come zolfo e arsenico. È qui che vive il nostro microbo, un "estremofilo" per definizione. Ma a differenza di altri organismi simili, questo batterio, appartenente al genere Aquificae, ha sviluppato una flessibilità metabolica senza precedenti per sopravvivere e prosperare dove le condizioni cambiano drasticamente.

Cosa significa "respirare" idrogeno o zolfo?
Per gli esseri umani, respirare significa inalare ossigeno. Per un microbo, "respirare" è il processo chimico con cui genera energia per vivere. La scoperta straordinaria è che questo batterio può alternare due fonti di energia diverse a seconda di ciò che l'ambiente offre. Utilizza l'idrogeno come fonte di energia primaria, ma quando questo scarseggia, è in grado di attivare un set completamente diverso di geni per passare a "respirare" composti dello zolfo. È come se un'auto potesse andare a benzina e, una volta finito il carburante, potesse riconfigurare il proprio motore per funzionare a elettricità.

Implicazioni per la ricerca di vita extraterrestre
Questa flessibilità metabolica ha implicazioni enormi per l'astrobiologia. Quando cerchiamo vita su altri pianeti o lune, spesso ci basiamo su ciò che conosciamo della vita sulla Terra. La scoperta di un organismo che può adattarsi a fonti di energia così diverse suggerisce che la vita potrebbe esistere in ambienti extraterrestri molto più vari e ostili di quanto immaginiamo. Potremmo cercare forme di vita su mondi senza ossigeno, come Marte, o nelle profondità degli oceani di lune come Europa o Encelado, dove composti come lo zolfo potrebbero essere abbondanti e fungere da carburante per ecosistemi alieni.

Potenziali applicazioni nel nostro mondo
Oltre all'esplorazione spaziale, le capacità uniche di questo microbo aprono la porta a interessanti applicazioni biotecnologiche. Gli enzimi che consentono a questo batterio di utilizzare sostanze tossiche per produrre energia potrebbero essere isolati e impiegati in processi industriali. Ad esempio, potrebbero essere usati per la bonifica di siti inquinati da metalli pesanti (bioremediation) o per sviluppare nuovi catalizzatori per la produzione di energia pulita, sfruttando reazioni chimiche ispirate a quelle che avvengono da millenni nelle profondità di Yellowstone.

In conclusione, un organismo invisibile a occhio nudo, nascosto in una remota sorgente termale, ci sta costringendo a ripensare le regole fondamentali della biologia. La sua esistenza è una potente testimonianza dell'incredibile tenacia e adattabilità della vita e ci ricorda che, anche sul nostro pianeta, ci sono ancora interi mondi biologici in attesa di essere scoperti, mondi che potrebbero contenere le chiavi per il nostro futuro tecnologico e per la ricerca di vita oltre la Terra.