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IP-TV in crescita

Stanno diffondendosi sempre più in Italia le IP-TV su web. Stiamo parlando di trasmissioni televisive che, invece di appoggiarsi a frequenze VHF ed UHF, od essere diffuse via satellite, utilizzano la banda larga degli utenti. La differenza con le web community di scambio video di cui parliamo nell'articolo Video Mania sta nel fatto che i contenuti non sono prevalentemente inviati dagli utenti, ma autoprodotti dalle Web TV che li trasmettono on-demand invece che ad un orario stabilito. Basta scorrere le offerte di lavoro presenti sulle mailing list per accorgersi che l'interesse delle aziende italiane verso questo settore della information technology sta aumentando. L'ammiraglia dello streaming in Italia è RaiClick Web, che offre ricchi contenuti gratuiti dall'archivio RAI. A differenza delle video community, per il successo delle IP-TV è fondamentale la qualità dei contenuti organizzati in un vero e proprio palinsesto, piuttosto che la quantità. Anche qui, un elemento utile all'affezione dell'utente, è la possibilità di commentare i filmati e scambiare opinioni con gli altri spettatori, facendo sì che non sia una partecipazione passiva nè una visita occasionale. Un buon esempio di piccola realtà in crescita è quello mostrato nella foto: InteractTV , come anche Roma Uno TV , che in questi giorni dedica due trasmissioni giornaliere alla Festa del Cinema di Roma 2006 , trasmesse in diretta streaming alle 17:35 e alle 23:30 . Ma anche i giganti della comunicazione hanno compreso il potenziale delle IP-TV e si stanno muovendo per sfruttarlo commercialmente. Le "media company" possono raggiungere potenzialmente un bacino d'utenza mondiale, ottimizzando le spese. Ma nei primi esperimenti, invece di abbassare i costi a carico dell'utente, richiedono oltre al canone ADSL anche il pagamento salato dei contenuti, quota che pare eccessiva per esempio rispetto all'affitto di un DVD. Una formula interessante, incredibilmente, potrebbe essere quella adottata da sempre della tv commerciale: invece di fare pagare l'utente, potrebbero inserire nei filmati la pubblicità e fare pagare gli sponsor. La differenza con la vecchia tv starebbe nella possibilità di scegliere cosa vedere da un catalogo vastissimo, invece che subire passivamente le scelte altrui.
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