
La ricostruzione digitale della mano fossile di Paranthropus boisei, che mostra una presa simile a quella umana.
La narrazione dell'evoluzione umana, che ha a lungo associato la creazione di utensili quasi esclusivamente al nostro genere, Homo, è stata nuovamente messa in discussione. La scoperta in Kenya di ossa di mano e polso di 1.5 milioni di anni fa, appartenenti a un Paranthropus boisei, suggerisce che anche questo nostro antico cugino estinto possedesse la destrezza manuale necessaria per fabbricare e utilizzare strumenti di base. ARTICOLO COMPLETO Una mano sorprendentemente "umana" Un team di paleoantropologi guidato da Carrie Mongle della Stony Brook University ha riportato alla luce, vicino al Lago Turkana in Kenya, il più grande insieme di fossili di mano e piede di *Paranthropus boisei* mai trovato. L'analisi di queste ossa di 1.5 milioni di anni, pubblicata sulla rivista *Nature*, ha rivelato caratteristiche sorprendenti.
Le proporzioni delle dita e del pollice, così come le caratteristiche del polso, indicano che *P. boisei* era capace di una presa simile a quella umana. Poteva pizzicare oggetti tra il pollice e le altre dita, una capacità fondamentale per la manipolazione fine richiesta nella fabbricazione di utensili. Tuttavia, questa abilità non era così raffinata come quella dei primi rappresentanti del genere *Homo*, come *Homo habilis* (l' "uomo abile").
Una doppia funzionalità: forza e destrezza La mano di *P. boisei* mostrava anche tratti simili a quelli dei gorilla, che le conferivano una presa eccezionalmente potente. I ricercatori ipotizzano che questa forza fosse utile per strappare parti non commestibili da piante dure, che costituivano la base della sua dieta, e forse anche per arrampicarsi occasionalmente sugli alberi. Tuttavia, a differenza delle scimmie moderne, i fossili indicano che *P. boisei* non aveva dita e dita dei piedi curve, un adattamento cruciale per una vita primariamente arboricola. Questa combinazione di forza e destrezza suggerisce una mano versatile, adatta a una varietà di compiti.
Un'evoluzione non lineare Questa scoperta sfida la visione tradizionale e lineare dell'evoluzione, che vedeva una progressione diretta da ominidi non utilizzatori di utensili al genere *Homo*, l'unico "tecnologico". L'evidenza suggerisce invece uno scenario più complesso e ramificato, in cui diverse specie di ominidi coesistevano e sviluppavano in modo indipendente, o condividevano, strategie adattative simili.
L'uso di utensili non sarebbe quindi stato un'esclusiva del nostro lignaggio, ma una capacità emersa in più rami dell'albero evolutivo umano. La destrezza manuale, piuttosto che un traguardo raggiunto solo da *Homo*, appare come una strategia evolutiva esplorata da diverse specie per interagire e trasformare il proprio ambiente.
La mano di Paranthropus boisei ci costringe a riconsiderare cosa significhi essere "umani". La capacità di creare e usare utensili, a lungo considerata una pietra miliare che ci ha separato dal resto del regno animale, potrebbe essere stata una caratteristica più diffusa tra i nostri antichi parenti di quanto pensassimo. L'evoluzione umana non è stata una marcia trionfale di una singola linea, ma un mosaico complesso di esperimenti, adattamenti e coesistenze, di cui stiamo solo ora iniziando a comprendere la vera ricchezza.