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Tsunami e cambiamento climatico: un legame più forte di quanto pensi
Di Alex (del 14/09/2025 @ 11:00:00, in Scienza e Spazio, letto 65 volte)
Un'onda di tsunami si abbatte su una città costiera
Un'onda di tsunami si abbatte su una città costiera

Nell'immaginario comune, gli tsunami sono cataclismi di origine puramente geologica, innescati da terremoti sottomarini o eruzioni vulcaniche. Sebbene questa sia la causa scatenante diretta, recenti studi scientifici evidenziano come il cambiamento climatico stia giocando un ruolo sempre più critico nell'amplificare la loro minaccia, trasformandosi in un pericoloso moltiplicatore di rischio per le nostre coste.

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Legame primario: l'innalzamento del livello del mare
Il collegamento più diretto e preoccupante tra crisi climatica e tsunami risiede nell'innalzamento globale del livello del mare. Un oceano "più alto" funge da trampolino di lancio per le onde anomale. Qualsiasi tsunami, indipendentemente dalla sua origine, può spingersi molto più nell'entroterra, inondando aree più vaste e causando danni significativamente più gravi. Città e infrastrutture costiere che un tempo erano considerate al sicuro si trovano ora in una posizione di crescente vulnerabilità. Studi condotti da enti prestigiosi come l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sono allarmanti: il riscaldamento globale potrebbe incrementare la pericolosità degli tsunami nel bacino del Mediterraneo fino al 30% proprio a causa di questo fattore.

Legame secondario: lo scioglimento dei ghiacciai come innesco
Esiste un secondo legame, più indiretto ma scientificamente fondato, che riguarda l'innesco di frane sottomarine capaci di generare tsunami. Il ritiro accelerato delle enormi masse di ghiaccio in regioni come la Groenlandia, l'Alaska o i fiordi della Patagonia ha una conseguenza geofisica precisa: la rimozione di un peso colossale dai pendii costieri. Questo processo, noto come "scarico isostatico", può destabilizzare versanti rocciosi già instabili, provocando frane catastrofiche. Se queste masse di roccia si riversano in mare, possono generare mega-tsunami localizzati ma di una potenza distruttiva inimmaginabile. Un esempio documentato in Groenlandia ha dimostrato questo nesso diretto: una frana di 25 milioni di metri cubi di roccia, innescata dal ritiro di un ghiacciaio, ha generato un'onda spaventosa alta ben 200 metri.

In conclusione, sebbene il cambiamento climatico non "crei" gli tsunami, ne sta indiscutibilmente aggravando l'impatto e, in alcuni casi, può persino contribuire a innescarli. Comprendere questa interazione tra processi climatici e geologici è fondamentale per ricalibrare le nostre mappe di rischio e proteggere le popolazioni costiere da una minaccia combinata sempre più imminente.