La NASA approva la missione Dragonfly: un drone-elicottero per esplorare Titano
 Un'illustrazione artistica del drone Dragonfly della NASA mentre vola sopra la superficie di Titano
In una delle decisioni più audaci degli ultimi anni, la NASA ha dato il via libera definitivo alla missione Dragonfly. Non si tratta di un rover o di un orbiter, ma di qualcosa di molto più simile a un drone: un velivolo a propulsione nucleare delle dimensioni di un'automobile, progettato per volare attraverso la densa atmosfera di Titano, la più grande luna di Saturno. La missione promette di rivoluzionare la nostra comprensione di un mondo alieno che, per molti versi, assomiglia a una Terra primordiale.
Un laboratorio volante su un mondo alieno
Titano è un luogo unico nel nostro sistema solare. È l'unico corpo celeste, oltre alla Terra, a possedere un ciclo di liquidi stabile sulla sua superficie, con fiumi, laghi e mari. Ma al posto dell'acqua, su Titano scorre metano ed etano liquidi, a temperature glaciali di circa -180°C. La sua densa atmosfera, ricca di azoto e composti organici complessi, è considerata un laboratorio naturale per la chimica prebiotica, quella che potrebbe aver portato alla nascita della vita sulla Terra. Dragonfly è un quadricottero a otto rotori, progettato per sfruttare proprio questa atmosfera densa (quattro volte più densa di quella terrestre) e la bassa gravità di Titano. Questo gli permetterà di volare da un sito di interesse all'altro, coprendo distanze molto maggiori di quanto potrebbe fare un rover. Tra un volo e l'altro, il drone si poserà sulla superficie per ricaricare le sue batterie tramite un generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG) e per analizzare i campioni raccolti.
Obiettivi scientifici e strumenti di bordo
La missione ha obiettivi ambiziosi, che vanno dalla ricerca di firme biologiche alla comprensione della meteorologia di Titano. Per farlo, Dragonfly è equipaggiato con una suite di strumenti scientifici all'avanguardia.
- DraMS (Dragonfly Mass Spectrometer): Uno spettrometro di massa per identificare la composizione chimica dei campioni di superficie e atmosferici, alla ricerca di molecole organiche complesse e potenziali biofirme.
- DraGNS (Dragonfly Gamma-Ray and Neutron Spectrometer): Analizzerà la composizione elementare del terreno sotto il lander, senza bisogno di campionamento diretto.
- DraGMet (Dragonfly Geophysics and Meteorology Package): Una stazione meteorologica completa per misurare temperatura, pressione, vento e altri parametri atmosferici.
- DragonCam (Dragonfly Camera Suite): Un set di telecamere per la navigazione, l'osservazione scientifica dei siti di atterraggio e per fornire immagini panoramiche mozzafiato del paesaggio di Titano.
Un viaggio lungo e complesso
La complessità della missione è enorme. Il lancio è previsto per il 2028, ma Dragonfly non arriverà su Titano prima del 2034. Una volta atterrato, il drone inizierà una campagna scientifica della durata di almeno due anni, esplorando decine di luoghi diversi, da dune di sabbia organica a letti di fiumi prosciugati, fino al bordo di un cratere da impatto dove si ritiene che acqua liquida e materiali organici complessi possano essersi mescolati in passato.
Dragonfly rappresenta un cambio di paradigma nell'esplorazione planetaria. È una missione che unisce la mobilità aerea di un drone con la potenza analitica di un laboratorio geochimico stazionario. Se Ingenuity su Marte è stato il pioniere del volo extraterrestre, Dragonfly ne sarà l'erede potenziato, pronto a svelare i segreti di uno dei mondi più affascinanti e promettenti del nostro sistema solare, alla ricerca di risposte sulla possibile origine della vita oltre la Terra.
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