Apple Intelligence: l'IA secondo Apple è potente, personale e attenta alla privacy

Il logo di Apple Intelligence con un lucchetto a simboleggiare la privacy
Apple ha finalmente svelato la sua visione per l'intelligenza artificiale: Apple Intelligence. Non una semplice IA, ma un sistema di "intelligenza personale" profondamente integrato in iOS, iPadOS e macOS. L'approccio è chiaro: la maggior parte delle elaborazioni avviene direttamente sul dispositivo per garantire massima privacy e reattività. Per le richieste più complesse, interviene il Private Cloud Compute, un sistema cloud che non memorizza i dati.
Cosa può fare Apple Intelligence?
Le nuove funzionalità sono trasversali a tutto il sistema operativo. I "Writing Tools" permettono di riscrivere, riassumere e correggere testi in Mail, Note e altre app. "Image Playground" consente di creare immagini e animazioni in tre stili (Animation, Illustration, Sketch) partendo da una descrizione testuale. Nascono anche le "Genmoji", emoji personalizzate create al volo. Inoltre, l'IA è in grado di creare riassunti di pagine web, messaggi, email e notifiche, dando priorità a quelle più importanti.
Siri diventa superpotente e l'integrazione con ChatGPT
Siri beneficia di un potenziamento radicale. Ora ha una comprensione del linguaggio molto più naturale e consapevole del contesto personale dell'utente. Può eseguire azioni complesse all'interno delle app e concatenare richieste. Quando una richiesta esula dalle sue capacità, Siri può chiedere il permesso all'utente di interpellare ChatGPT di OpenAI. Questa integrazione è opzionale, disattivata di default e ogni singola richiesta necessita di un'autorizzazione esplicita, garantendo che nessun dato venga condiviso senza consenso.
Privacy prima di tutto: on-device e Private Cloud Compute
Il fulcro della strategia di Apple è la privacy. Molte funzioni di Apple Intelligence vengono elaborate direttamente sul dispositivo ("on-device"), grazie alla potenza dei chip Apple Silicon. Per le operazioni che richiedono maggiore potenza di calcolo, Apple ha creato il "Private Cloud Compute": i dati vengono inviati a server speciali che utilizzano chip Apple, ma non vengono mai archiviati né resi accessibili a Apple stessa, garantendo una privacy crittografata end-to-end. L'utente non può scegliere se usare il cloud o meno, il sistema decide in automatico in base alla complessità della richiesta.
Dispositivi compatibili: perché servono i chip più recenti
Apple Intelligence richiede una notevole potenza di calcolo e, soprattutto, una grande quantità di memoria RAM. Per questo motivo, la compatibilità è limitata ai dispositivi più recenti e performanti. Sarà disponibile su iPhone 15 Pro e successivi (dotati di chip A17 Pro o superiore e almeno 8GB di RAM), e su tutti gli iPad e Mac con processori della serie M (da M1 in poi).
Con Apple Intelligence, l'azienda di Cupertino non rincorre la concorrenza, ma traccia la propria strada, mettendo al centro l'esperienza utente e una privacy senza compromessi. Un approccio che potrebbe non solo definire il futuro dei suoi dispositivi, ma anche stabilire un nuovo standard per l'intelligenza artificiale personale e responsabile.
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