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L'eredità di Interstellar: la scienza (quasi) perfetta dietro il capolavoro
Di Alex (del 10/11/2025 @ 07:00:00, in [Sci-Fi E Cultura Geek], letto 26 volte)
Il buco nero Gargantua dal film Interstellar
Il buco nero Gargantua dal film Interstellar

A più di dieci anni dalla sua uscita, "Interstellar" (2014) di Christopher Nolan non è solo un film di fantascienza, ma un vero e proprio evento cinematografico che ha ridefinito il rapporto tra Hollywood e la fisica teorica. Grazie alla consulenza del premio Nobel Kip Thorne, il film porta sullo schermo concetti complessi come buchi neri, wormhole e dilatazione del tempo con un rigore scientifico quasi senza precedenti. ARTICOLO COMPLETO


Gargantua: il buco nero più realistico di sempre
Il vero protagonista scientifico del film è Gargantua, il buco nero supermassiccio. Per crearlo, Kip Thorne ha fornito al team degli effetti speciali le equazioni complete della relatività generale di Einstein. Il team ha quindi sviluppato un software che ha calcolato come la luce proveniente dalle stelle e dal disco di accrescimento verrebbe deviata (lensing gravitazionale) dall'immensa gravità di Gargantua.

Il risultato è stata l'immagine più accurata di un buco nero mai creata fino ad allora, anni prima della vera foto di M87*. L'immagine mostra il disco di accrescimento non solo davanti al buco nero, ma anche piegato sopra, sotto e dietro di esso, proprio come previsto dalla teoria. Questo lavoro ha portato alla pubblicazione di due paper scientifici.

La dilatazione del tempo: il Pianeta di Miller
Uno dei momenti più drammatici del film è la visita al Pianeta di Miller, un mondo oceanico che orbita così vicino a Gargantua che il tempo scorre in modo diverso. "Un'ora qui equivale a sette anni sulla Terra", dice Cooper. Questo non è un'invenzione narrativa; è un'applicazione diretta della relatività generale.

L'immensa gravità del buco nero "deforma" lo spaziotempo, rallentando il tempo per gli osservatori vicini. La drammatica conseguenza per l'equipaggio, che torna alla nave madre e trova il loro collega invecchiato di 23 anni per la loro breve gita, è scientificamente plausibile (anche se estrema).

Il Wormhole: la scorciatoia cosmica
Per raggiungere un'altra galassia, l'equipaggio non viaggia per milioni di anni, ma attraversa un "wormhole" (Ponte di Einstein-Rosen) apparso vicino a Saturno. Thorne ha insistito affinché il wormhole non fosse rappresentato come un vortice colorato, ma come una "sfera" cristallina. Questo perché, in tre dimensioni, l'apertura di un tunnel quadridimensionale ci apparirebbe come una sfera, che agisce come una lente cosmica, mostrandoci una visione distorta della galassia di destinazione al suo interno.

L'unico punto in cui il film lascia la fisica nota per entrare nella speculazione pura è il finale all'interno del "Tesseratto". Qui, Nolan e Thorne immaginano come la gravità (l'unica forza che agisce attraverso le dimensioni) potrebbe essere usata da esseri "penta-dimensionali" per comunicare attraverso il tempo. Sebbene "Interstellar" si prenda delle libertà narrative, il suo rispetto per la scienza lo eleva da semplice film a vera e propria lezione di astrofisica.