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I suoni misteriosi degli abissi: dal "Bloop" all'"Upsweep", cosa si nasconde nelle profondità oceaniche?
Di Alex (del 19/10/2025 @ 21:00:00, in Scienza e Misteri, letto 56 volte)
Un idrofono calato nelle oscure profondità dell'oceano, con onde sonore astratte che si propagano nell'acqua.
Un idrofono calato nelle oscure profondità dell'oceano, con onde sonore astratte che si propagano nell'acqua.

Gli oceani del nostro pianeta sono un regno di oscurità e pressione, in gran parte inesplorato. Da decenni, una rete di microfoni sottomarini, gli idrofoni, capta suoni enigmatici provenienti dagli abissi. Nomi come "Bloop", "Julia" e "Upsweep" hanno alimentato speculazioni su mostri marini e fenomeni sconosciuti. Ma la scienza, lentamente, sta svelando l'origine di questi misteriosi "canti" del profondo. ARTICOLO COMPLETO

Il "Bloop": il ruggito del ghiaccio
Registrato nel 1997 dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il "Bloop" è forse il più famoso dei suoni misteriosi. Era un suono a bassissima frequenza, estremamente potente, rilevato da sensori a quasi 5.000 km di distanza. La sua firma acustica ricordava quella di un animale, ma la sua intensità era molto superiore a quella di qualsiasi creatura conosciuta, inclusa la balenottera azzurra. Per anni ha alimentato teorie su colossali mostri marini. La spiegazione, tuttavia, è risultata essere altrettanto grandiosa, ma di natura geologica: il Bloop è stato generato da un "icequake", ovvero la frattura di un gigantesco iceberg in Antartide. Il suono del ghiaccio che si spezza e si scontra con il fondale marino può viaggiare per migliaia di chilometri nell'oceano.

Altri suoni glaciali: "Julia" e "Slow Down"
Molti altri suoni enigmatici hanno trovato una spiegazione simile. "Julia", un suono lamentoso registrato nel 1999, è stato attribuito a un grande iceberg incagliato sul fondale marino al largo dell'Antartide. Allo stesso modo, "Slow Down", un suono registrato nel 1997 la cui frequenza diminuiva lentamente nell'arco di sette minuti, è stato interpretato come il rumore prodotto dall'attrito di un'enorme massa di ghiaccio che raschiava il fondo dell'oceano, rallentando la sua corsa.

L'"Upsweep": la voce dei vulcani sottomarini
Non tutti i suoni provengono dal ghiaccio. L'"Upsweep", registrato per la prima volta nel 1991, è una lunga serie di suoni che salgono di frequenza, simili a un lamento o a una sirena. A differenza degli icequakes, l'Upsweep è un fenomeno stagionale, con picchi in primavera e autunno. La sua origine è stata localizzata in un'area del Pacifico meridionale nota per la sua attività vulcanica sottomarina. Sebbene il meccanismo esatto non sia ancora stato identificato, gli scienziati ritengono che sia legato ai processi geologici che avvengono nelle profondità della Terra, come il rilascio di gas o il movimento di fluidi magmatici.

I misteriosi suoni degli abissi ci ricordano quanto poco conosciamo del nostro stesso pianeta. Sebbene l'idea di mostri marini sconosciuti sia affascinante, la realtà scientifica è spesso altrettanto spettacolare. I canti del profondo non sono le voci di leviatani, ma il respiro stesso della Terra: il rumore dei ghiacciai che si muovono, dei vulcani che eruttano e delle placche tettoniche che si scontrano. Un potente promemoria delle immense forze geologiche che modellano il nostro mondo, nascoste sotto la superficie del mare.